Salisburgo, la città dei festival musicali e di Mozart, potrebbe da domani essere conosciuta anche come la città guidata da un sindaco comunista. Il secondo sindaco comunista in Austria, perché ce n’è già uno – anzi una – a Graz, Elke Kahr, eletta nel novembre del 2021.
Ma a Salisburgo, dove domani si vota per la rielezione del sindaco e del consiglio comunale (come in altri 119 Comuni del Land), la situazione è diversa rispetto a Graz e purtuttavia sorprendente: il Kommunistische Partei Österreich (Kpö), sopravvissuto soltanto in Cina, a Cuba e in qualche altro remoto Paese, qui potrebbe assumere la guida del Comune.
Non che l’Austria sia diventata d’improvviso un Paese comunista. A livello nazionale il Kpö è sotto il 2 per cento e da oltre mezzo secolo non mette piede in Parlamento. Ma, per ragioni misteriose (o forse non tanto misteriose), questo partito che sembrava relegato ai libri di storia ha preso piede in Stiria e ora sta prendendo piede anche nel Salisburghese.
Non a caso il suo leader a Salisburgo, Kay-Michael Dankl, è un salisburghese di adozione e viene da Graz. È lui che sta conquistando il consenso degli elettori, tanto che alle elezioni regionali dello scorso anno il Kpö ha ottenuto il 12% e nella sola città di Salisburgo addirittura il 21,5%, diventando così il secondo partito. Un risultato sorprendente, ove si consideri che Salisburgo non è una città operaia, ma tipicamente borghese, luogo di residenza di gente agiata, trasferitasi qui anche dalla Germania.
Eppure un anno fa un cittadino su cinque aveva votato comunista. Oggi, stando a sondaggi condotti separatamente dall’Övp (Partito popolare) e dall’Spö (Partito socialdemocratico), i consensi per il Kpö sarebbero ulteriormente aumentati e il suo leader Dankl godrebbe della fiducia dell’80% del campione intervistato.
Socialdemocratici e popolari tremano. Pensavano che il confronto sarebbe stato come sempre tra loro due, dato che in tutto il dopoguerra la presenza del Kpö era stata insignificante (3,7% alle elezioni del 2019). Dando per scontato che nessuno dei tre supererà il 50%, i primi due andranno al ballottaggio tra due settimane, nella domenica delle Palme, e uno dei due sarà sicuramente il candidato comunista.
L’elettorato austriaco ormai da tempo si è dimostrato molto mobile. I partiti non possono più contare sulla fedeltà dei loro elettori tradizionali e in un ballottaggio può succedere di tutto. Per questo tutta l’Austria guarda con attenzione al voto di domani e soprattutto al voto che molto probabilmente sarà ripetuto tra due settimane. Dopo Graz, per Pasqua potremmo avere una Salisburgo “rossa”.
NELLA FOTO, lo Schloss Mirabell, sede del Comune di Salisburgo.
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