Quello degli stranieri che vogliono raggiungere l’Europa non è un viaggio di piacere. A migliaia ormai sono affogati nel Mediterraneo, ma anche la via di terra è spesso pericolosa. Un siriano di 14 anni ha rischiato di morire di freddo, mentre tentava di scavalcare le Caravanche, per mettere piede in Carinzia. Si è salvato per puro caso, perché un escursionista si è accorto di lui, mentre attraversava il bosco sul versante nord della sella di Rosenbach, a quota 1.600 metri. Ha visto il ragazzo a terra, privo di forze e tremante di freddo.
Il giovane siriano era arrivato fin lì con due altri compagni di viaggio, che, vedendolo stremato e non potendo o volendo farsene carico, lo avevano abbandonato al suo destino. Fortuna ha voluto che poche ore dopo passasse di lì l’escursionista, un uomo di 61 anni, di Faak am See, che ha dato l’allarme. Sono intervenuti gli uomini del Soccorso alpino di Villaco e dalla Polizia alpina, che hanno trovato il ragazzo dolorante e non in grado di parlare. Gli hanno prestato le prime cure e poi caricato su una barella e calato con le corde fino a uno spiazzo dove è potuto atterrare un elicottero. I due connazionali, rispettivamente di 17 e 24 anni, che lo avevano abbandonato, erano giunti nel frattempo alla stazione di Rosenbach, nella Rosental, dove sono stati fermati dalla polizia.
Il flusso di immigrati dai Balcani si era molto ridotto nei mesi invernali, ma ora sta riprendendo. I campi di raccolta in Slovenia stanno scoppiando e chi può se ne va, tentando la fortuna oltre le Caravanche. Il campo più vicino è quello di Logatec. Ospita attualmente 350 profughi, il triplo dei posti disponibili. Ma è sovraffollato anche il campo più grande di Vic, presso Lubiana, che dà ospitalità a 600 profughi.
La maggior parte di essi resta in Slovenia mediamente 5 giorni e appena possono tentano la fuga verso l’Austria. Il superamento delle Caravanche non li spaventa, benché nessuno di essi abbia l’equipaggiamento adeguato per un simile itinerario. Il versante sloveno, esposto al sole, è solo parzialmente innevato e la neve, comunque, è molle e non presenta problemi. Si sale fino alla sella del Rosenbach e poi ci si affaccia sul versante carinziano, a nord, dove invece la neve arriva fino al ginocchio e spesso è ghiacciata e insidiosa.
È qui che il quattordicenne siriano ha rischiato di morire. Aveva già superato la sella, che segna il confine tra Slovenia e Carinzia ed era sceso di 400 metri, fino a quota 1.200. Ma poi le forze gli erano mancate. Attualmente è ricoverato in terapia intensiva, ma non in pericolo di vita.
NELLE FOTO, l’intervento dei soccorritori nella Bärental, a valle della sella di Rosenbach, dove è stato trovato il ragazzo siriano.
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