Sabato 18 Maggio 2024

16-07-22-polizia-antiterrorismo-cobra-in-esercitazioneCentinaia di perquisizioni, decine di persone fermate e interrogate, 14 arresti. È questo il bilancio di un’operazione antiterrorismo scattata ieri mattina all’alba in tutta l’Austria, con la partecipazione di 800 poliziotti, tra cui le “teste di cuoio” delle unità speciali Cobra. I dettagli non sono stati ancora resi noti, ma da quel che si è potuto apprendere si è trattato di una delle operazioni più importanti degli ultimi anni in Austria, che ha avuto come obiettivo quello di colpire gli ambienti che simpatizzano per lo stato islamico, di cui fanno parte affiliati all’organizzazione terroristica e reclutatori.

L’intervento, come si è detto, ha avuto una dimensione nazionale, ma le aree dove l’azione della polizia è stata più massiccia sono quelle di Vienna e di Graz, dove sono state passate al setaccio anche due moschee o case di preghiera. I reparti di polizia hanno agito su impulso della Procura di Graz, il che fa supporre che il capoluogo della Stiria sia la città dove il fenomeno jihadista è più presente. Una simile mobilitazione di uomini richiede tempi lunghi di preparazione. È probabile, perciò, che fosse stata decisa da settimane, ben prima degli arresti di venerdì scorso, legati allo sventato attentato terroristico a Vienna, con cui non avrebbe alcuna relazione.

Inizialmente gli arresti ordinati dalla Procura erano 8, cui si sono aggiunti altri 6 nel corso dell’operazione. Dei primi otto, tre sono cittadini austriaci appartenenti a famiglie di immigrati, due sono bosniaci, i restanti sono un siriano, un bulgaro e un macedone. Il portavoce della Procura di Graz non ha rivelato i loro nomi, si è limitato a riferire che la loro età varia tra i 21 e i 49 anni.

I restanti arresti sono stati effettuati per sospetti emersi nel corso delle perquisizioni. Si tratta di tre uomini, tutti provenienti dall’area balcanica, e di tre donne, anch’esse di provenienza balcanica (due delle quali mogli di altri arrestati). Nei confronti di tutti la Procura ha emesso un ordine di cattura, che dovrà essere convalidato dal giudice entro le prossime 48 ore. L’accusa nei loro confronti non è soltanto di organizzazione terroristica di matrice islamica, ma anche di associazione per delinquere di stampo mafioso, volta al traffico di armi e di esseri umani a scopo di lucro.

L’operazione sarebbe maturata a seguito di lunghe indagini svolte dall’antiterrorismo (la denominazione ufficiale è “Ufficio per la tutela della Costituzione”) nell’ambiente islamico più radicale, vicino all’imam bosniaco Mirsad Omerovic, alias “Ebu Tejma”, che nell’estate scorsa era stato condannato dal Tribunale di Graz a 20 anni di reclusione, per associazione terroristica, istigazione all’omicidio e violenza privata. La stampa austriaca lo aveva definito “predicatore d’odio” e secondo la Procura di Stato sarebbe stato “una figura chiave dell’organizzazione dell’Is in Austria”.

Il processo all’imam “Ebu Tejma” era il quinto legato all’Is. Che fosse stato celebrato a Graz, come tutti i precedenti, non è un caso: in questa città operano ufficialmente 19 tra moschee, case di preghiera e associazioni islamiche finanziate dall’estero, alcune con connotazioni radicali e jihadiste. Le indagini di polizia sono partite da qui e il risultato di ieri se, da un lato, consente di tirare un sospiro di sollievo, dall’altro allarma per la dimensione di un fenomeno finora pressoché ignorato.

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