Sabato 18 Maggio 2024

17-01-26-christoph-schneider-a-dx-con-altri-2-soccorso-alpino-tirolo-orientale-allhotel-rigopianoAnche una squadra del soccorso alpino del Tirolo Orientale ha dato una mano a Farindola per cercare i corpi sepolti sotto le macerie e la neve dell’hotel Rigopiano. Gente per scavare c’era già, anche specialisti del soccorso alpino italiano erano già sul posto, non servivano neppure cani da valanga. 17-01-26-peter-ladstatter-ricerche-con-videocapera-hotel-rigopianoInutile accrescere l’affollamento con braccia superflue.

Ma gli “osttiroler” avevano qualcosa che in Italia non si conosce ancora a sufficienza e che, invece, risulta estremamente efficace nella ricerca di persone sepolte sotto una valanga: le sonde a vapore. Sono strumenti inventati inizialmente per le ricerche dei glaciologi, per misurare lo spessore dei ghiacciai. Nel tempo, invece, si sono rivelati utilissimi anche nelle esplorazioni su terreni sommersi da valanghe.

Le “Dampfsonde”, come vengono dette in tedesco, consistono in tubi che eiettano del vapore ad alta temperatura e ad alta pressione, con cui si possono aprire fori nella neve e nel ghiaccio del diametro di 3 centimetri. Attraverso questi fori si può poi far calare una mini-telecamera, che rimanda all’esterno le immagini che riprende in profondità e consente di scoprire se sotto la neve vi siano delle persone. Con pale normali per scavare in neve compressa una buca profonda 2 metri e mezzo occorrono mediamente 40 minuti. Una sonda a vapore in un solo minuto scende fino a 3 metri. È evidente che con uno strumento del genere i tempi di ricerca sono enormemente accelerati.

Per questa ragione l’intervento degli specialisti tirolesi è stato accolto con grande favore a Farindola. La squadra austriaca era composta da Peter Landstätter, di St. Jakob in Defereggental, Christof Schneider, di Sillian, e Stefan Lackner, di St. Johann in Tirol. È stata accompagnata sul posto da colleghi del soccorso alpino del Sud Tirolo.

Agli austriaci è stato affidato il compito di sondare la zona della hall e del bar dell’hotel. Dal direttore della struttura hanno ricevuto le indicazioni necessarie per localizzare le aree da ispezionare. Non è stato facile, perché nella loro discesa le sonde hanno incontrato spesso travi di legno e altri materiali mescolati alla neve che impedivano la progressione. In ogni caso, il loro intervento ha accorciato i tempi delle ricerche, consentendo il recupero in rapida successione di molti corpi di ospiti della struttura purtroppo ormai senza vita.

Per i soccorritori tirolesi è stata un’esperienza choccante, come hanno riferito in seguito, a lavoro concluso. Nei loro interventi in montagna avevano spesso avuto a che fare con la morte, ma mai in situazioni così drammatiche, in un continuo altalenare di speranze e dolorose delusioni. Ne sono usciti profondamente provati: “Non si possono descrivere – hanno raccontato – l’atmosfera e le emozioni che si provano stando sul posto. Ogni qualvolta si trovava qualcosa veniva dato un segnale, si chiamava e si attendeva una risposta. E poi regnava il silenzio della morte”.

 

NELLE FOTO, gli uomini del soccorso alpino del Tirolo Orientale accanto all’hotel Rigopiano con le loro strumentazioni.

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