Sabato 18 Maggio 2024

14.10.26 Vienna, Heldenplatz; elicottero dell'esercitoL’Austria celebra oggi la sua Festa nazionale, come da noi il 2 giugno. Ma, se lo chiedete in giro, pochi ne sono informati. Pochi sanno che cosa accadde di così importante il 26 ottobre (di quale anno?), da meritare d’essere ricordato come l’evento fondante della nazione. Per i più il 26 ottobre significa soltanto una giornata di festa nel calendario (non si va a scuola, non si va in ufficio, non si entra in fabbrica) e una grande parata militare nella Heldenplatz di Vienna, dove l’esercito mette in mostra i suoi “gioielli”.

Quest’anno non accadrà né l’una cosa, né l’altra. Non ci sarà un giorno in più di festa, perché disgraziatamente il 26 ottobre coincide con la domenica. E non ci sarà neppure la tradizionale grande parata militare. In realtà, l’esercito sarà di nuovo in piazza, ma per far vedere meno cose del solito, perché ormai ha ben poche cose da mostrare. Dieci anni di tagli continui al bilancio della difesa (ora corrisponde allo 0,55% del Pil ed è il più magro a livello europeo, dopo quello di Islanda e Lussemburgo) hanno messo al tappeto le forze armate austriache, che ormai non sono più in grado di far quasi nulla, se non sopravvivere miseramente nelle proprie caserme, destinando le poche risorse disponibili alle unità impiegate all’estero con il casco blu dell’Onu.

All’inizio del mese il ministro della difesa Gerald Klug aveva presentato l’annunciato piano di ristrutturazione dell’esercito (cioè di tutte le forze armate, dato che in Austria non si fa distinzione tra forze di terra e di aria e la marina non esiste), che non risponde a esigenze di riforma dello strumento militare – non lo rimodella, cioè, per adeguarlo alla mutata situazione geostrategica e alle nuove minacce interne ed esterne – ma semplicemente alla necessità di risparmiare. Lo Stato deve far quadrare i suoi conti (anche l’Austria ha sentito l’altro ieri i rimbrotti di Bruxelles, per non aver rispettato il patto di stabilità) e ha chiesto a tutti i ministeri lacrime e sangue.

Per l’esercito questo significa, tra l’altro, la chiusura di 13 caserme, lo scioglimento o accorpamento di numerosi reparti, il drastico ridimensionamento dei sistemi d’arma. Il che comporta, per andare sul concreto, eliminazione di 106 obici e cannoni dei 136 in dotazione, l’eliminazione di 25 carrarmati (su 59), di 23 veicoli blindati per il movimento in montagna (su 43), di 285 sistemi d’arma anticarro (su 350), di 424 lanciagranate (su 606). Fate le somme – anzi, le sottrazioni – è vedrete che con quel che resta non si può ipotizzare alcuna credibile strategia di difesa.

Riduzione degli armamenti per risparmiare, ma anche perché non c’è più il personale a cui farli impiegare. Attualmente l’esercito conta ancora 15.690 soldati e 8.300 civili. Dal 2000 a oggi c’è stata una riduzione del 16,5%. Entro il 2018 saranno eliminati altri 1.400 uomini, con un’ulteriore riduzione del 5,9%. Le armi non servono, se non ci sono soldati. Tanto per essere chiari: l’Austria attualmente ha più Eurofighter che piloti e non ha piloti perché il loro addestramento (60.000 euro per un’ora di volo) costerebbe troppo. Così gli Eurofighter, costati un occhio della testa e che l’Austria deve ancora finire di pagare, restano fermi negli hangar.

Nel parco veicoli i tagli sono stati ancora più drastici. Con conseguenze al limite del grottesco. Il mese scorso 190 reclute del 7. Battaglione di ricognizione e artiglieria hanno partecipato a una esercitazione di due settimane ad Allensteig (nord del Waldviertel). Nel weekend tra la prima e la seconda settimana hanno ottenuto due giorni di permesso da trascorrere a casa, ma il battaglione aveva a disposizione due soli pullman per il trasporto, al posto dei 5 necessari. Così sono stati noleggiati autobus civili, per viaggiare sui quali le reclute hanno pagato di propria tasca il biglietto (19 euro).

C’è un settore che finora era stato risparmiato dai tagli: quello delle bande militari. In Austria ce ne sono addirittura nove, una per ogni Land, e rappresentano l’orgoglio della regione che le ospita. In futuro non sarà più così. Il piano di ristrutturazione del ministro Klug ne ha eliminato cinque. Sopravvivranno quattro, tra cui quella di Vienna, che oggi forse sentiremo suonare nella Heldenplatz

 

P.S. – In apertura avevamo scritto che pochi in Austria sanno perché la festa nazionale cade il 26 ottobre, ma non avevamo indicato l’evento a cui si richiama. Chi fosse interessato a conoscerlo legga il blog del 25 ottobre 2013.

 

NELLA FOTO, un elicottero dell’esercito che oggi, in occasione della festa nazionale, sarà esposto al pubblico nella Heldenplatz di Vienna.

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