Sabato 18 Maggio 2024

14.10.25 Centro visitatori del Geopark delle Alpi Carniche - CopiaIn Italia gli eurocritici ce l’hanno soprattutto con l’euro e con i vincoli che Bruxelles impone o tenta di imporre al bilancio del nostro Stato. In Austria, invece, le critiche sono rivolte soprattutto ai presunti costi della macchina burocratica europea, di cui gli austriaci si considerano i principali finanziatori. Non è proprio così, come spiegheremo più sotto, ma gli austriaci ne sono convinti. Soprattutto i tanti che hanno come unica fonte di informazione la “Kronen Zeitung” credono di essere i soli a pagare i costi dei Paesi “cicala” dell’Unione Europea, tra cui ricomprendono, ovviamente, l’Italia.

Lo credono anche i carinziani, dove Haider per anni ha seminato populismo antieuropeo, di cui ancor oggi si continua a raccogliere i frutti. Deve aver suscitato sorpresa, perciò, il rapporto pubblicato dalla “Kleine Zeitung”, dal quale risulta che l’Austria è, sì, un “Nettozahler” (versa cioè alle casse dell’Ue più di quanto poi riceve di ritorno in forma di contributi), ma non è un “Nettozahler” la Carinzia.

Questo Land concorre al contributo statale per l’Europa con 40 milioni circa, ma nell’ultimo anno ne ha ricevuto indietro 102, più del doppio di quanti ne aveva dati. Dal 1995, cioè dall’anno dell’ingresso dell’Austria nell’Unione Europea, in Carinzia sono arrivati da Bruxelles complessivamente oltre due miliardi di euro. La Carinzia e il Burgenland sono i due soli Länder che ricevono più di quanto danno (sono cioè “Nettoempfänger”, che è il contrario di “Nettozahler”).

In altre parole, mentre l’Austria nel suo complesso potrebbe lamentarsi dell’uso che viene fatto dei soldi comunitari, perché è un “contribuente” attivo, la Carinzia dovrebbe tacere, perché dall’Europa ha avuto soltanto vantaggi, che sono consistiti nel finanziamento di molte iniziative, soprattutto nel campo dell’educazione e in progetti transfrontalieri.

E, a proposito di Paesi che concorrono a finanziare l’Unione Europea, facendo la differenza tra quanto versato e quanto ricevuto indietro in varie forme di contributo, l’Italia si trova al quarto posto assoluto (su 28 Paesi), con una contribuzione netta di 5 miliardi e 58 milioni di euro. L’Austria è nona, con 1 miliardo e 73 milioni. Versano all’Europa più di noi la Germania (11,954 miliardi), la Francia (8,298 miliardi) e la Gran Bretagna (7,366). Complessivamente sono 12 i Paesi che versano all’Europa più di quanto ricevono e che rendono così possibili i vari progetti di integrazione europea. Tutti gli altri ricevono più di quel che danno, in testa la Polonia, che incassa 11,997 miliardi.

Insomma, gli austriaci potranno anche considerarci “cicale”, ma dovrebbero almeno esserci grati, perché il nostro contributo all’Europa (di cui anche l’Austria e le banche austriache hanno beneficiato) è cinque volte più grande del loro.

 

NELLA FOTO, il centro visite del Geopark delle Alpi Carniche, progetto carinziano finanziato con il contributo dell’Unione Europea.

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