Sabato 18 Maggio 2024

16-12-26-georg_von_habsburgL’archivio di Otto d’Absburgo, ultimo erede al trono dell’impero austriaco, sarà trasferito in Ungheria. Fino a pochi mesi fa sembrava che l’imponente raccolta di documenti, lettere e pubblicazioni potesse essere custodita in Austria e se ne indicava già la probabile sede nel palazzo di Klosterneuburg, alle porte di Vienna. Poi improvvisa, ma non inaspettata, la notizia della scelta di un’altra sede, a Budapest, confermata dal figlio più giovane di Otto, Georg Habsburg, che dal 1993 vive in Ungheria, Paese di cui ha anche la cittadinanza. La decisione è stata presa, a quanto si è potuto apprendere, d’intesa con il primo ministro ungherese Viktor Orbán.

Otto d’Absburgo, figlio primogenito dell’ultimo imperatore d’Austria-Ungheria, Carlo I, aveva trascorso gran parte della sua vita in Germania, dato che a lui e alla sua famiglia era impedito l’ingresso in  Austria dal cosiddetto “Habsburgergesetz”. Risiedeva con la famiglia in una villa a Pöcking (Baviera), in riva allo Starnbergersee. Il divieto di metter piede sul suolo austriaco gli fu revocato soltanto negli anni ’60, dopo la sua rinuncia al trono (sottoscritta nonostante la contrarietà della madre Zita) e il suo riconoscimento della Repubblica austriaca. Ma anche in seguito Otto mantenne la sua residenza a Pöcking, dove mori il 4 luglio 2011.

Da allora si è discusso spesso sulla sorte dei documenti che Otto aveva raccolto nella sua lunga vita, nella quale non si era limitato a rappresentare la casa d’Absburgo, ma aveva svolto anche un’intensa attività pubblica, come oppositore del regime nazista prima e, dopo la guerra, come esponente della Csu bavarese, europarlamentare eletto nelle liste dello stesso partito e presidente del movimento Paneuropa. In particolare, la famiglia aveva avviato contatti con il Land della Bassa Austria, con il proposito di istituirvi in questa regione (Klosterneuburg è alla periferia di Vienna, ma amministrativamente si trova nel territorio della Bassa Austria) un “Otto Habsburg Archiv”.

Le trattative si sono trascinate per oltre due anni, senza che si giungesse ad alcun risultato. Non si sa se ciò sia dipeso dallo scarso interesse della Bassa Austria per i documenti del defunto o dalle condizioni poste dalla famiglia. Fatto sta che già all’inizio del 2016 gli Absburgo avevano interpellato il primo ministro ungherese Orbán, per valutare anche l’alternativa di Budapest.

In Ungheria, come abbiamo detto, risiede il figlio più giovane di Otto, Georg, nato nel 1964. Ha studiato in Germania, in Austria e in Spagna e nel 1993, pochi anni dopo la caduta del comunismo, si è trasferito in Ungheria, dove svolge attività di manager nel campo delle produzioni televisive. Nel 1996 il governo lo aveva nominato ambasciatore speciale nelle trattative per l’ingresso dell’Ungheria nell’Unione Europea, cosa che avvenne nel 2004.

Viktor Orbán non si è lasciato sfuggire l’occasione offertagli dai discendenti di Otto. Ospitare l’archivio dell’ultimo “principe ereditario” dell’impero aiuta il governo ungherese a far dimenticare in un certo qual modo il suo recente passato comunista, richiamandosi a un passato meno recente sotto la corona di santo Stefano.

Agli Absburgo – che oggi si presentano senza il “von” davanti al nome di famiglia – l’Ungheria ha fatto ponti d’oro. Già in ottobre il Parlamento di Budapest aveva approvato una legge che consente al Governo la costituzione di fondazioni, cosa prima non prevista. La prima sarà proprio la “Fondazione Otto Absburgo”, istituita contemporaneamente con un’altra apposita legge. In questo modo tutto il patrimonio dell’archivio di Otto d’Absburgo sarà trasferito nel castello di Budapest, per essere catalogato e digitalizzato. Prima di essere accessibile al pubblico, la sede sarà sottoposta a lavori di ristrutturazione, che dureranno prevedibilmente fino alla metà del 2018.

 

  NELLA FOTO, Georg Habsburg, figlio più giovane di Otto von Habsburg. È cittadino ungherese dal 1993, abita nei pressi di Budapest ed è stato lui a condurre le trattative con Viktor Orbán, per affidare all’Ungheria la custodia dell’archivio del padre.

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