Domenica 2 Giugno 2024

16-12-27-trude-forsher-con-elvis-presleyL’ufficio stampa del museo ebraico di Vienna ha fornito un’anteprima delle mostre in programma nel 2017. Si tratta, come sempre, di appuntamenti di grande interesse, perché aiutano a comprendere meglio la storia di Vienna, e dell’Austria, attraverso la storia della comunità ebraica molto numerosa nella capitale austriaca, prima che fosse costretta all’esilio o sterminata dai nazisti. Riportiamo qui di seguito gli eventi più importanti, con le relative date, per consentire a chi è interessato di programmare per tempo un viaggio. Ricordiamo che informazioni più dettagliate (orari di apertura, giornate di chiusura, prezzi ecc.) si possono trovare nel sito web dello Jüdisches Museum Wien: http://www.jmw.at/. I testi sono disponibili nelle lingue tedesca, inglese e francese, nonché, in sintesi, anche in lingua ebraica.

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TRUDE UND ELVIS – Trude Forsher, ebrea viennese, costretta a fuggire nel 1939 dalla sua patria, fu negli anni ’50 segretaria personale dell’idolo del rock Elvis Presley. Il figlio James ha scelto molti ricordi personali e foto del lascito di sua madre, che rivelano un aspetto sconosciuto della vita di Elvis Presley, quello più privato. Con questo materiale sarà allestita la mostra “Trude und Elvis. Wien – Memphis – Hollywood”, aperta dal 5 aprile alla fine di ottobre.

GRANDI MAGAZZINI – La fine del 19. Secolo vide nascere a Vienna per la prima volta grandi magazzini di vendita. L’iniziativa fu presa per lo più da famiglie ebree della città. Ad esse è dedicata la mostra “Comprate dagli ebrei! Storia di una cultura viennese del commercio”. Di questo fenomeno economico e dell’esistenza nel primo distretto di un vero e proprio quartiere per la vendita di tessuti è scomparsa la memoria. La mostra consente di riscoprire pionieri del commercio, come Gerngross, Zwieback, Jakob Rothberger, Braun & Co, Goldman & Salatsch, Jungmann & Neffe o Knize, come pure i cosiddetti “Vorstadtkaufhäuser” (grandi empori in periferia) Wodiczka e Dichter. Apertura della mostra il 17 maggio.

VIVERE IN BUNKER – Gli attentati, che in Europa suscitano comprensibile allarme, sono invece parte della vita quotidiana in Israele. Lo Stato è in una perenne emergenza. A questa condizione esistenziale è dedicata la mostra “Bunker! Architettura della sopravvivenza”. Sarà visibile dal 7 giugno al 12 novembre, nella seconda sede del museo ebraico in Judenplatz, e presenterà foto di Adam Reynolds.

COMPAGNI EBREI – Il sogno di un mondo migliore è al centro della mostra “Compagno ebreo”, per la quale però si dovrà attendere fino al 22 novembre. Documenta l’impegno e l’entusiasmo di molti ebrei per le idee del socialismo tra la fine dell’800 e il primo ‘900, quando l’antisemitismo molto diffuso nelle classi borghesi e nell’ambito cristiano-sociale, prima ancora che si imponesse il nazionalsocialismo, fece sì che il movimento dei lavoratori comunisti diventasse un’opzione politica per molti ebrei. Al centro della mostra ci sarà il sogno svanito di un mondo migliore sul piano diplomatico, politico, sociale e culturale.

ISRAELE PRIMA DI ISRAELE – Wilhelm Aleksandrowicz, classe 1905, figlio di un’agiata famiglia di commercianti di carta di Cracovia, era un fotografo entusiasta e documentò nelle sue pellicole non soltanto la vita nella sua madrepatria polacca, a quel tempo parte dell’impero absburgico, ma anche a Vienna, dove si recò per studiare, e nei suoi viaggi in Palestina, tra il 1932 e il 1935. Le turbolenze dell’Anschluss, le persecuzioni naziste, la guerra e quel che seguì fecero perdere di vista quel patrimonio fotografico, che soltanto di recente è stato ritrovato dalla famiglia. Una scelta delle foto più interessanti dei viaggi in Palestina saranno esposti dal 1. novembre in una mostra dal titolo “Israele prima di Israele. Viaggi fotografici di Wilhelm Aleksandrowicz”.

DONNE IMPRENDITRICI – Dice qualcosa il nome Helena Rubinstein? Certamente a molti viene in mente la linea di cosmetici, ma pochi conoscono la storia di questa donna polacca, nata da umile famiglia ebrea di Cracovia nel 1870, primogenita di otto sorelle. Fare impresa per una donna è complicato ancor oggi, immaginiamoci 140 anni fa. Helena, dopo due anni di apprendistato a Vienna, se ne andò in Australia dove fondò un salone di bellezza, probabilmente il primo al mondo. Fu l’inizio di una carriera imprenditoriale straordinaria, che la portò a Parigi, a Londra e infine negli Usa, dove negli anni ’20 fondò una ditta di cosmetici con il suo nome. Alle sua morte, nel 1965, Helena Rubinstein era presente in 14 Paesi, con 100 filiali e 30.000 dipendenti. Alla storia di questa donna imprenditrice il Museo ebraico dedica una mostra dal 29 novembre al 6 maggio del 2018.

MOSTRE IN CORSO – Da menzionare, ancora, due mostre inaugurate nelle scorse settimane e ancora aperte fino a primavera. La prima si intitola “La migliore metà. Artiste ebree fino al 1938”. Propone opere di 44 artiste ebree che seppero farsi conoscere con le loro opere nella prima metà del ‘900, fino all’Anschluss nazista, in un ambiente dominato allora dai maschi. Alcune donne di quella stagione sono note ancor oggi; di altre, costrette a fuggire dai nazisti o deportate nei campi di sterminio, si era persa la memoria. La mostra, aperta fino al 1. Maggio, rende loro un doveroso omaggio.

La seconda mostra, nella sede della Judenplatz, si intitola “Horowitz. 50 anni di ritratti”. Comprende una serie straordinaria di ritratti fotografici di personaggi della vita pubblica austriaca, in atteggiamenti inusuali, colti con il suo obiettivo da Michael Horowitz, per molti anni direttore della rivista “Freizeit”.

 

NELLA FOTO, Elvis Presley con la sua segretaria personale, l’ebrea viennese Trude Forsher.

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