Sabato 18 Maggio 2024

La Bassa Austria, il Land più importante dell’Austria per dimensioni geografiche, popolazione ed economia, sarà governato dunque da una coalizione formata dall’Övp (Partito popolare) ed Fpö (Partito liberalnazionale). L’Fpö, un tempo bacino di raccolta di ex nazisti e neonazisti, ha subito nel tempo una mutazione: meno nazionalista, più populista e sovranista, come altri partiti “fratelli” in Ungheria, in Polonia e anche in Italia.

Non però in Bassa Austria. Qui i connotati neonazisti, razzisti e antisemiti si sono conservati nel tempo. Il segretario politico regionale dell’Fpö, Udo Landbauer, destinato a diventare vicegovernatore del Land, era diventato noto alle cronache cinque anni fa, quando si era scoperto che la Burschenschaft di cui era vicepresidente (le “Burschenschaften” sono associazioni di studenti universitari di estrema destra) cantava in coro canzoni ispirate al Reich, una delle quali si augurava di sterminare un altro milione di ebrei, in modo da portare il totale a sette.

L’altro esponente di spicco dell’Fpö della Bassa Austria è Gottfried Waldhäusl. L’accordo di governo prevede per lui l’elezione a vicepresidente del Landtag, il consiglio regionale del Land. Anche lui era diventato noto alle cronache, da assessore all’immigrazione, per aver “esiliato” in un paesino al confine con la Cechia un gruppo di minori richiedenti asilo, facendo circondare l’alloggio con filo spinato. Di recente, in un dibattito televisivo sull’immigrazione, aveva apostrofato un ragazzino straniero ospite di un istituto a Vienna: “Se tu non ci fossi qui, questa città sarebbe migliore”.

Con questa gente, dunque, Johanna Mikl-Leitner, leader dell’Övp in Bassa Austria, ha accettato di governare. Non aveva altra scelta – ha spiegato – perché l’unica alternativa possibile (per numero di seggi nel Landtag e nella giunta di governo) sarebbe stata una coalizione con l’Spö (Partito socialdemocratico). E, in effetti, proprio con l’Spö Mikl-Leiter aveva trattato inizialmente. Ma dopo sei settimane di discussioni aveva dichiarato forfait, perché i socialdemocratici avevano posto condizioni insostenibili finanziariamente.

Non restava, pertanto, che l’Fpö, proprio il partito con cui aveva battagliato nel corso di tutta la campagna elettorale, ricambiata con altrettanta veemenza e con insulti al limite del turpiloquio. Sia Mikl-Leitner che Landbauer avevano giurato che mai si sarebbero alleati tra loro per governare il Land.

Ora non sorprende soltanto la giravolta di 180 gradi, ma anche il modo con cui è avvenuta e avverrà. Quando, infatti, si terrà la prima seduta del consiglio regionale, con all’ordine del giorno l’elezione del governatore, i consiglieri dell’Fpö non daranno il loro voto a Johanna Mikl-Leitner, benché alleati di governo. Compileranno la scheda di voto in maniera che sia dichiarata nulla. In questo modo la leader dell’Övp sarà eletta comunque governatrice (dato che i voti del suo partito basteranno per avere la maggioranza dei voti validi), ma senza l’appoggio degli alleati.

Subito dopo dovrà essere eletto il vicegovernatore, carica che nell’accordo spetterebbe a Landbauer. I consiglieri popolari ricambieranno il favore non votandolo o votando in modo che la scheda sia invalidata? O addirittura votando contro? Viste le premesse, potrebbe accadere di tutto. Persino che l’alleanza Övp-Fpö si frantumi prima ancora di nascere.

Il bello della politica austriaca è che riserva sempre, ma proprio sempre delle sorprese. Non resta che aspettare.

NELLA FOTO, Johanna Mikl-Leitner, leader dell’Övp, alla conferenza stampa di presentazione dell’accordo raggiunto con l’Fpö. L’espressione del viso non denota molta soddisfazione. Chi era presente all’incontro stampa è rimasto colpito dalla faccia da funerale di tutti i rappresentanti dei due partiti presenti.

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