Sabato 18 Maggio 2024

12.03.27 Birra Hirter, Franz KlammerLe statistiche parlano chiaro: non sono i tedeschi quelli che bevono più birra, li hanno battuti i “cugini” austriaci. Se fino agli anni ’80 gli alemanni guidavano la classifica, con 146 litri consumati all’anno (146 litri a testa! neonati e nonni compresi), ora il consumo in quel Paese è sceso a 101,4. Campioni sono diventati gli austriaci, ciascuno dei quali – anche qui la media è calcolata sull’intera popolazione – si scola ogni anno 108 litri.

 

Del resto, la bevanda fa parte della tradizione austriaca. Basti considerare che nel Paese esistono addirittura 1300 birrifici. I più importanti, come quelli dell’area di Graz, sono passati di mano e appartengono ormai a holding multinazionali. Ma con il consumo sul mercato interno che abbiamo visto riescono a sopravvivere anche le aziende medio-piccole. Anzi, la produzione è aumentata nell’ultimo anno del 2%, passando da 8,26 a 8,43 milioni di ettolitri.

 

Alla vitalità del settore contribuisce in misura crescente anche l’export, che ha registrato un più 19,4% nell’ultimo anno. Insomma, fiumi di birra, che straripano dai confini nazionali e allagano anche l’Italia, come confermano i due birrifici più importanti della Carinzia, la Villacher Bier e la Hirter, che da tempo hanno puntato sul nostro mercato, se non altro per vicinanza geografica.

 

Entrambe le aziende parlano di un vero e proprio boom di vendite nel nostro Paese. Un traguardo quasi simbolico della conquista del nostro mercato è segnalato dalla Villacher, che da pochi mesi è presente con il suo marchio perfino in Sicilia. “L’Italia – ammette Josef Pacher, direttore del birrificio di Villach – rappresenta per noi una storia di successi. Gli italiani sanno apprezzare la qualità e amano le birre robuste”. Proprio per questa ragione la Villacher ha creato una birra destinata solo al mercato italiano, cui ha dato anche un nome italiano: “Birra rossa”. L’export della Villacher nella penisola è di 22.500 ettolitri, con un aumento del 10%.

 

Anche la Hirter è sempre più presente nei nostri bar e nei nostri ristoranti. Il suo direttore Klaus Möller sta lavorando per aumentare la penetrazione nel nostro territorio. Per ora la sua distribuzione arriva a Firenze, ma l’obiettivo è molto più a sud. I risultati sono dimostrati da un aumento delle esportazioni in Italia del 4%.

 

Un dato interessante sul piano industriale è la diversificazione della produzione: si sta espandendo il segmento di “alkolfreies Bier”, di birra senza alcool. È un segno dei tempi. Anche in Austria chi guida non deve superare un tasso alcolico nel sangue dello 0,5% e i controlli, soprattutto alla sera, sono molto rigorosi e non si limitano soltanto al perimetro delle discoteche o agli automobilisti coinvolti in incidenti. Spesso più pattuglie insieme istituiscono blocchi stradali  passano al setaccio, uno a uno, tutti i veicoli in transito. Da ciò l’aumento della domanda di birre analcoliche e, con le birre, anche di altre bevande senza alcool da consumarsi durante un pasto. I due birrifici carinziani hanno registrato in questo settore una crescita addirittura del 32%.

 

Nella foto, il pluricampione di sci Franz Klammer, testimonial della birra Hirter.

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