Sabato 18 Maggio 2024

12.12.26 Presepe tirolese (Krippenmuseum di Fulpmes)Sarebbe san Francesco d’Assisi l’”inventore” del presepe, almeno così come lo conosciamo noi oggi. Ma bisogna attendere il XVII secolo perché queste rappresentazioni della Natività facciano il loro ingresso nelle chiese. Sono vere e proprie “rappresentazioni”, cioè “spettacoli”, con tanto di sipario, come si addice al gusto del tempo. Furono in special modo i gesuiti che, nella realizzazione del presepe, impiegarono tutte le tecniche allora esistenti dell’illusionismo, della luce e della prospettiva.

 

A Innsbruck i francescani fecero propria questa tecnica e l’idea di combinare raffigurazione e aspetto meditativo, si diffuse ben presto in tutto il Paese. Il presepe divenne quindi, ben prima dell’albero di Natale, l’addobbo natalizio delle abitazioni private e come tale ha mantenuto fino a oggi il proprio posto in ogni casa.

 

Il motivo della popolarità del presepe in Tirolo è l’amore dei tirolesi per la rappresentazione sacra e per ogni manifestazione espressiva. A ciò si aggiunga un’abilità artistica di livello elevato nella lavorazione squisita e raffinata del legno: i presepi sono realizzati a mano e le statuine sono in legno intagliato, con un’espressività tale da farle sembrare reali.

 

La scena centrale della nascita di Cristo è stata spesso adeguata alle scene di vita locale e quindi, nei presepi tirolesi tra i personaggi biblici fanno capolino qua e là anche figure con i costumi tipici della regione, oltre a case dall’architettura tipicamente tirolese. Oggigiorno il mondo alpino ha lasciato spazio, nel presepe, al realismo e alla riproduzione fedele dello stile medio-orientale. Comunque rimane sempre spazio sufficiente alla narrazione figurata, alla creazione fantasiosa di ambientazioni che occupano interi locali, per la gioia di parenti e vicini e anche dei curiosi che arrivano semplicemente per ammirare queste opere d’arte.

 

Accessibile a tutti è poi il Krippenmuseum (Museo del presepe)  a Fulpmes (valle dello Stubai, a pochi chilometri da Innsbruck), in cui è possibile scoprire le usanze legate ai presepi quaresimali (cicli della Passione) e a quelli annuali. Inoltre, i visitatori hanno la possibilità di vedere come si costruisce un presepe, oltre a sperimentare la  tecnica dell’intaglio. Sono esposte opere di antichi maestri, i presepi realizzati con la tecnica del diorama in cui la spiritualità della scena è mantenuta segreta al primo sguardo e anche un presepe a grandezza naturale percorribile dai visitatori per un’esperienza assolutamente nuova. Sui museo di Fulpmes si possono trovare altre informazioni al sito web www.stubai.at/it/stubaital/sehenswuerdigkeiten/krippenmuseum.

 

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Museo dell’arte popolare tirolese a Innsbruck

A chi vuole sapere di più sulle tradizioni tirolesi si consiglia anche una visita al Museo dell’arte popolare tirolese a Innsbruck, annesso alla Hofkirche, nella Universitätsstraße. Dopo l’ampia ristrutturazione del 2008-2009, esso si presenta in una veste tutta nuova. Lucifero è la guida istigatrice attraverso il “nuovo” museo, è il provocatore, l’enfant terrible nell’affascinante mondo museale di rigoroso ordine. Egli indaga, mette in dubbio e scava: cos’è l’arte? cos’è l’artigianato? cosa è vero? cosa appare soltanto vero e non lo è? Lucifero si mette al servizio della realtà.

 

Le svariate aree espositive comprendono la sezione “Miniaturen des Evangeliums” (miniature del Vangelo) con i presepi, “Das Pralle Jahr” (l’anno fiorente), “Das Prekäre Leben” (la vita precaria), “Schein und Sein” (apparenza e realtà) con i costumi tradizionali, Studiensammlung (la raccolta di studi) e le tipiche Stuben. Inoltre la Vorschau auf die Hofkirche, l’interessante presentazione della Chiesa di Corte, “prepara” i visitatori alla visita della chiesa.

 

Il Museo dell’arte popolare tirolese di Innsbruck è tra i più belli d’Europa nel suo genere. Nel 1888 il Tiroler Gewerbeverein deliberò di istituire un “Museo tirolese delle arti e dei mestieri”. L’attività collezionistica fu dapprima dedicata a pregiati manufatti artigianali dell’epoca, volti ad offrire nuovi spunti all’artigianato tirolese. Successivamente fu estesa a “oggetti dell’artigianato artistico dell’antico Tirolo e manufatti di produzione locale tirolese”. La collezione del “Museo tirolese dell’arte popolare e dell’artigianato” (1903), che entrò in possesso della Camera di commercio, fu trasferita quindi nell’attuale edificio, l’ex convento francescano, che ne divenne la dimora permanente. Nel 1926 la Camera di commercio cedette gli oggetti della collezione al Land del Tirolo, con l’obbligo di “esporli in un museo aperto al pubblico”.

 

Nel 1929 fu inaugurato il Museo dell’arte popolare tirolese, così denominato da allora. Una buona parte degli oggetti fu acquistata già prima della Prima guerra mondiale. L’area di provenienza era costituita dall’antico Tirolo con l’odierno Trentino (l’ex Tirolo italiano) e le valli ladine attorno alle Dolomiti. I pezzi della collezione provenivano da svariati strati sociali: contadini, borghesia e aristocrazia. I punti salienti sono rappresentati da oggetti di artigianato e manifattura artistica, industria locale, devozione popolare, maschere e costumi tradizionali. Il museo è aperto ai visitatori tutti i giorni, dalle 9 alle 17.

 

Nella foto, una delle rappresentazioni della Natività esposte nel Krippenmuseum di Fulpmes.

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