L’Austria potrebbe essere un Paese in via di estinzione, perché da tempo ormai i decessi superano le nascite, se non ci fossero gli immigrati, che pareggiano il conto e anzi contribuiscono all’aumento della popolazione. Nulla di strano: quasi tutti i Paesi del mondo occidentale soffrono di una crisi di natalità e l’Austria non fa eccezione.
La conferma viene dai dati aggiornati resi noti ieri da Statistik Austria, l’istituto nazionale di statistica. Già il prossimo anno il numero degli abitanti supererà la soglia dei 9 milioni (erano 8.932.664 al primo gennaio scorso). Se non ci fossero gli immigrati – ha spiegato Tobias Thomas, direttore generale di Statistik Austria – la popolazione avrebbe registrato un crollo.
Ogni anno vengono a vivere in Austria circa 30.000 stranieri, che in tal modo compensano i decessi e, anzi, concorrono a una crescita demografica. Non sono soltanto immigrati dall’Afghanistan, dalla Siria, dall’Iraq o dall’Africa. La quota maggiore spetta ai tedeschi, seguiti da altri Paesi europei, in particolare dei Balcani. A far numero ci sono anche gli italiani.
Statistik Austria ha rilevato che il 40% di chi arriva dall’estero si stabilisce a Vienna, il 12% in Alta Austria, l’11,5% in Bassa Austria. Sono tutti Länder della parte orientale, che quindi cresce più del resto del Paese.
L’immigrazione impedisce all’Austria di estinguersi per anoressia, ma non impedisce un invecchiamento della popolazione. L’istituto di statistica ha esaminato il fenomeno, elaborando delle proiezioni sul futuro. La durata media della vita degli uomini, che nel 2020 era di 78,9 anni, potrebbe salire nel 2080 a 89,4 anni. Per le donne l’età media nel 2020 era di 83,7 anni e potrebbe salire a 92,2.
Le speranze di vita sono sempre cresciute in questi anni, soltanto nel 2020 hanno segnato il passo e addirittura un arretramento di 6 mesi, a causa dei decessi in più dovuti al Covid (la cosiddetta “Übersterblichkeit”), a conferma che il virus venuto dalla Cina non ha causato soltanto “una semplice influenza”.
L’immigrazione, al momento attuale, appare l’unica soluzione al calo drammatico delle nascite. Chi vi si oppone non tiene conto della realtà, perché l’alternativa sarebbe non soltanto uno spopolamento del Paese, ma soprattutto un invecchiamento. Certo, potrebbero essere avviate efficaci riforme per favorire un incremento delle nascite, ma, se questo avvenisse già oggi, i risultati si vedrebbero soltanto tra alcuni decenni e nel frattempo l’equilibrio tra cittadini attivi e non attivi salterebbe.
Un incoraggiante segnale di speranza verso un aumento delle nascite lo ha dato l’ex cancelliere Sebastian Kurz, che proprio ieri è diventato papà di un maschietto. Susanne Thier, compagna di Kurz fin dagli anni della scuola, lo ha dato alla luce nelle prime ore del mattino, con due settimane di anticipo rispetto alla scadenza prevista. “Siamo oltremodo felici e molto grati – ha scritto Basti su Facebook – Susanne e il bambino stanno bene e ci rallegriamo per i comuni compiti che ci attendono e per il nostro primo Natale in tre”.
NELLA FOTO, Sebastian Kurz con la compagna Susanne Thier, che ieri ha dato alla luce un maschietto.
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