Sabato 18 Maggio 2024

Austria ElectionsAnche in Austria si può votare per posta, senza recarsi al seggio, e anche in Austria si teme che questo sistema si presti ad abusi come in Italia. Ma non per le ragioni per cui oggi il presidente del Senato Renato Schifani grida allo scandalo e chiede che la legge elettorale sia cambiata, mentre 13 mesi fa il suo partito aveva respinto la richiesta di decadenza del senatore Nicola Di Girolamo, eletto in Europa con i voti raccolti dalla ‘ndrangheta.

No davvero, le ragioni di preoccupazione degli austriaci sono di tutt’altro genere. In Italia si teme che il meccanismo elettorale all’estero si presti alla compravendita dei voti, com’è sotto gli occhi di tutti. In Austria un’idea del genere non passerebbe nemmeno per la mente. La preoccupazione degli austriaci è soltanto che il voto, spedito per posta, possa essere intercettato da qualcuno e diventare pubblico. Verrebbe violata così la segretezza che invece il seggio garantisce. Di questo si preoccupano i cittadini austriaci, il cui senso dello Stato e dell’etica pubblica è così elevato che nessuno oserebbe proporre a qualche elettore l’acquisto del suo voto.

Tant’è che in Austria il voto per posta è prassi diffusa e non limitata soltanto ai cittadini residenti all’estero, come nel sistema elettorale italiano. Tutti gli austriaci che ritengono di non potersi recare al seggio il giorno del voto – per esempio perché sono in vacanza o si trovano fuori sede per lavoro o per studio – possono richiedere che sia loro recapitata la scheda, che provvederanno a compilare dove e quando vorranno, sia prima che dopo il giorno delle elezioni.

Esaminiamo il caso delle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento austriaco, svoltesi il 28 settembre 1999. Gli iscritti nelle liste elettorali (tutti i cittadini austriaci dai 16 anni in su) erano 6.332.921. Di questi 586.000 circa chiesero di poter votare per corrispondenza. Non erano residenti all’estero e non erano chiamati a eleggere candidati in liste ad hoc per circoscrizioni elettorali al di fuori del territorio austriaco (come accade per le elezioni in Italia): dovevano votare per i candidati della loro circoscrizione di residenza, solo che chiedevano di poterlo fare per posta, senza andare al seggio. Circa 586.000 voti per posta significano quasi il 10% del totale: una quota consistente, capace di modificare i risultati espressi con il voto nelle urne.

Così infatti è stato anche il 28 settembre di due anni fa. Le schede compilate nei seggi elettorali furono scrutinate quello stesso giorno e i risultati si conobbero nella tarda serata. Lo spoglio delle schede inviate per posta, invece, fu concluso il 6 ottobre (otto giorni dopo) e comportò la perdita di un seggio per il Partito socialdemocratico a favore dei Verdi. I socialdemocratici non denunciarono brogli elettorali: presero atto che i voti spediti per posta non li avevano favoriti. Punto.

Nella foto, il cancelliere austriaco Werner Faymann mentre depone la scheda nell’urna alle elezioni politiche del 28 settembre 2008.

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