Giovedì 9 Maggio 2024

Qualcuno ha già prelevato gli sci e gli scarponi dalla soffitta. L’orologio biologico dice che la stagione della neve si sta avvicinando. Un tempo era così. Un tempo, che molti di noi ricordano, si approfittava del ponte dei Santi e dei Morti per la prima sciata. Il cambiamento climatico ha cancellato questi scenari. Oggi, se tutto va bene, si può sperare di sciare da metà dicembre in poi. Alla faccia dell’orologio biologico, che ormai non funziona più.

Ma oggi ormai non basta più chiedersi quando verrà la neve e quando farà freddo abbastanza per poter trovare piste decentemente innevate. Si è aggiunta una seconda domanda: avremo i soldi per poterci permettere una vacanza o soltanto una giornata sulla neve, visti i costi crescenti degli impianti di risalita e delle strutture ricettive?

In Friuli almeno per quest’anno si può rispondere con un sì, perché l’azienda che gestisce gli impianti ha mantenuto invariate le tariffe dello scorso anno. Quella più cara è di 44 euro (per lo skipass giornaliero, per adulto, in alta stagione).

Ma qual è la situazione in Austria? Lo skipass da 44 euro non se lo ricordano da quasi vent’anni, almeno nei poli più importanti. Nella stagione 2015-16 era stata superata per la prima volta la soglia dei 50 euro.

E ora? Ora si naviga intorno ai 70 euro. Ovviamente ci sono luoghi dove si paga di meno, ma altri dove si paga di più. Il record lo si trova nell’Arlberg, tra Lech e St. Anton, dove il giornaliero per adulto in alta stagione è di 75 euro. Ma sull’Arlberg tutto è da record: piste oltre i 2.800 metri dove quasi non serve la neve artificiale, 302 chilometri di piste preparate, 8 impianti ultramoderni (in aggiunta agli altri), con sedili riscaldati e wi-fi nelle cabine.

Ma anche in Tirolo non si scherza: a Ischgl e Kitzbühel lo skipass è a 72 euro, nella Zillertal è a 72,50, a Sölden (dove il 28 ottobre prenderà il via la Coppa del mondo di sci con il gigante femminile) è a 73 euro. A Schladmig, in Stiria, dove si sono tenuti i Campionati del mondo di sport invernali, lo skipass è a 73,5 euro.

Anche in Carinzia ci sarà un aumento record, ma, al contrario dei poli principali citati sopra, qui sembrerà di essere in un discount, perché le tariffe saranno mediamente di 10 euro sotto quelle citate prima. Nei poli più grandi e strutturati del Land di Nassfeld/Pramollo, Bad Kleinkirchheim, Gerlitzen (che sono poi quelli più frequentati dagli italiani) lo skipass giornaliero sarà di 62 euro. Siamo lontani dai prezzi di Lech e St. Anton, ma comunque ben oltre il prezzo dello scorso anno, che era di 56,50 euro.

Siamo in presenza di un aumento del 10%, superiore al tasso di inflazione. Le spiegazioni solo le solite: il carburante per l’innevamento artificiale e per i battipista costa di più, idem per i trasporti e i ricambi, cui si aggiunge l’aumento del 10,2% del nuovo contratto collettivo del personale. Alla Turracher Höhe il prezzo dello skipass non è stato ancora stabilito, ma dovrebbe essere di 60,5 euro. Stesso prezzo al Katschberg. Dal 1. settembre è in vendita lo skipass stagionale, valido in 30 località sciistiche: 724 euro.

Le spiegazioni per l’aumento delle tariffe sono convincenti, come lo erano due anni fa, quando era stata superata per la prima volta la soglia dei 50 euro. Ma molti si chiedono se non si stia tirando troppo la corda e se non si sia raggiunto un limite oltre al quale alcuni riterranno che il costo non valga la candela e riporranno sci e scarponi in soffitta. Oppure li useranno in altro modo, per esempio nello scialpinismo, che non costa nulla, o utilizzando gli impianti e le piste del Friuli, dove gli impianti costano quasi la metà. È probabile che anche i carinziani ci faranno un pensierino. I conti si faranno a fine stagione.

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