Sabato 18 Maggio 2024

17.09.26 Wonder woman (Sebastian Kurz) - CopiaUn risultato elettorale del 33 per cento è un successo o una sconfitta? Il 33 per cento ottenuto in Germania da Angela Merkel – lo abbiamo letto ieri su tutti i giornali – è considerato una sconfitta. Ma è tutto relativo, come direbbe un nostro caro, vecchio amico. Lo stesso 33 per cento, che tutti i sondaggi ormai da oltre 5 mesi attribuiscono al Partito popolare (Övp) dell’Austria, dove si va al voto fra tre domeniche, diventa invece un successo. Merito di Sebastian Kurz, l’enfant prodige della politica austriaca, che è stato capace di far resuscitare il partito cristiano-sociale in stato preagonico e ora lo sta portando verso una travolgente vittoria. Per questo l’hanno soprannominato “Wunder Basti”, un nomignolo che è facile da interpretare: corrisponde a “Wonder Woman”, in cui però sì è sostituito “Woman” con “Basti”, vezzeggiativo di Sebastian.

 

Merkel e Kurz hanno poche cose in comune e la principale è che entrambi sono giunti alle elezioni lasciando alle loro spalle un governo di “Grosse Koalition”, cioè tra popolari e socialdemocratici, e nella prospettiva di voler cercare o dover cercare nuove alleanze. Per Merkel si parla di una coalizione giamaicana (in Germania, come in Austria, i partiti sono contraddistinti da un colore e quelli di Cdu/Csu, Fdp e Verdi – nero, giallo, verde – corrispondono ai colori della bandiera della Giamaica), mentre per Kurz l’unica opzione sono i liberal-nazionali dell’Fpö.

 

Un altro elemento in comune, ma per ragioni contrapposte, è la questione profughi. Merkel ha perso consensi non per l’eccellente politica che ha fatto negli ultimi quattro anni, ma per aver accolto un milione di profughi in Germania nell’autunno 2015. Kurz ha guadagnato consensi per aver impedito, al contrario, l’arrivo di altri profughi in Austria e per il rigore con cui ha imposto l’integrazione di quelli già arrivati.

 

La politica dell’accoglienza scelta da Merkel ha fatto crescere un movimento populista di estrema destra, che senza la questione profughi non avrebbe contato nulla e che prima o poi si sfascerà per le controversie al suo interno (già ieri se n’è andata una leader storica del movimento, Frauke Petry, eletta nella Land Sassonia, che ha lasciato il partito, restando però nel Bundestag come indipendente). In Austria un partito per cavalcare l’emergenza profughi c’era già, l’Fpö, e fino al maggio scorso era in testa ai sondaggi, ma Kurz gli ha rubato la “materia prima”, facendosi lui carico della questione.

 

Di solito si dice che gli elettori preferiscano l’originale alla copia. In questo caso la vecchia regola non ha funzionato: gli elettori austriaci sembrano preferire la copia (Kurz) all’originale (Heinz-Christian Strache) e stanno premiando il primo. Così almeno dicono finora i sondaggi.

 

Il percorso elettorale di Merkel si è ormai concluso domenica scorsa e il 33 per cento è un risultato definitivo, perché uscito dalle urne. Kurz deve ancora concludere il suo percorso e nei 19 giorni che restano fino al voto potrebbero succedere tante cose. Le elezioni austriache ci hanno sempre riservato sorprese.

 

Per il momento ci limitiamo a prendere nota dell’ultimo sondaggio effettuato dall’istituto Ogm e pubblicato ieri dal Kurier: Kurz sempre in testa con il 33%, seguito da Kern (Spö) al 26%, Strache (Fpö) al 25%, Lunacek (Verdi) al 5%, Strolz (Neos) al 5% e Pilz (Liste Pilz) al 4%. In Austria, a differenza dalla Germania, la soglia d’ingresso al Parlamento è al 4 per cento e non al 5, per cui tutti i sei partiti dovrebbero farcela, soltanto Neos e Liste Pilz sono a rischio.

 

 

 

NELLA FOTO, Wonder Woman, la superoina dei fumetti e del cinema che ha ispirato il nomignolo di “Wunder Basti” attribuito a Sebastian Kurz.

 

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Il successo di Sebastian Kurz è dovuto solo in parte alla sua azione politica, limitata per ora a un campo molto importante, ma tutto sommato ristretto. Molto è dovuto al talento innato di autorappresentarsi. Un esempio illuminante ci è offerto da questo video della sua campagna elettorale, che lo accompagna in una ascensione in montagna. Kurz sale da solo, nel buio della notte, affrontando le difficoltà del ghiaccio e della roccia. Guarda l’orizzonte pensoso, ma non sorride. Vuole trasmettere la sensazione di un uomo serio, responsabile, su cui si può contare, perché pensa al futuro del suo Paese. E lo dice chiaramente mentre le immagini scorrono: “Politica è trovare la giusta via e prendere le giuste decisioni, perché alla fine tutti ne ricavino qualcosa… La giusta via non è sempre la più comoda o la più facile, perché incontra spesso resistenza e vento contrario. Ma la cosa giusta da fare è prendere una decisione, una decisione nella quale tu spesso sei solo”. E poi ancora: “Conosci la tua responsabilità e sei pronto a dare il meglio di te? Non soltanto per te stesso, ma per tutti quelli che fanno conto su di te, hanno fiducia che tu farai la cosa giusta. Proprio quando le cose diventano difficili è questa responsabilità che ti spinge”.

 

Arriva alla croce di vetta quando sta per sorgere il sole. “L’Austria è il più bel Paese del mondo – è il messaggio finale del video – e i suoi uomini si sono meritati il meglio. Per questo è tempo che noi riportiamo il nostro Paese al vertice. Per tutti noi”.

 

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