Sabato 18 Maggio 2024

17.09.20 Donna velata (burka, niqab) - CopiaDomenica entra in vigore in Austria il divieto di frequentare luoghi pubblici con il volto coperto. La legge, approvata a inizio giugno, è stata chiamata “Burkaverbot”, cioè “divieto di indossare il burka”. Ma vale anche per il niqab e per ogni indumento islamico che nasconda i tratti del volto.

Per evitare eccezioni di incostituzionalità, la legge tuttavia non fa riferimento esplicito alle velature imposte dalla tradizione islamica, ma indica genericamente mascheramenti del volto, che ne impediscano l’identificazione. In teoria, quindi, ricadono nel divieto anche i caschi integrali dei motociclisti, le mascherine per ripararsi dallo smog, le mascherine in uso nelle sale operatorie, le maschere di carnevale, purché non sussistano ragioni che ne giustifichino l’uso. Quindi chi va in moto è legittimato (anzi, è obbligato) a indossare il casco, il medico in sala operatoria può coprirsi il volto con la mascherina, lo stesso possono fare operai in ambienti dove c’è fumo o polvere. Alla fine i soli indumenti per cui non vi è mai alcuna giustificazione restano il burka e il niqab. La sanzione, per chi li porta, come scrivevamo in questo blog il 23 settembre, sarà di 150 euro.

In Austria ci si sta preparando all’applicazione della legge, che presenta non poche complicazioni. Come avevamo scritto nel precedente articolo, le donne islamiche presenti nel Paese generalmente portano il velo islamico, che copre i capelli e le orecchie, ma non il viso. Burka e nikab sono quasi inesistenti, perché gli immigrati islamici provengono per lo più dalla Turchia e dai Balcani, dove non si richiede alle donne di nascondere completamente il loro volto.

Le sole figure femminili in Austria con volto coperto sono turiste, provenienti per lo più da Arabia Saudita, Oman, Quatar, Emirati Arabi, con il portafoglio gonfio di petrodollari. Per questo il volantino distribuito dal Ministero degli Interni, per far conoscere il nuovo divieto, è scritto in quattro lingue, una delle quali è l’arabo. Sono stati informati i tour operator e le ambasciate e sono state date specifiche disposizioni al personale dell’aeroporto di Vienna, dove arrivano i voli internazionali.

Finora le passeggere con burka venivano invitate a scoprire il volto soltanto per poter controllare che assomigliasse alla foto del loro passaporto. L’operazione non veniva fatta in pubblico, ma in una saletta riservata dell’aeroporto, alla sola presenza di personale femminile. Da domenica si continuerà a fare così, ma dopo l’identificazione la signore non potranno più ricoprirsi il viso come avevano fatto finora. E se si rifiutassero di uscire a volto scoperto che accadrà? È una domanda che per ora rimane senza risposta. Pare che le forze dell’ordine non siano legittimate a costringerle a scoprire il volto, ma solo a infliggere loro la sanzione di 150 euro.

È prevedibile, peraltro, che situazioni del genere saranno molto limitate, perché le viaggiatrici provenienti dai Paesi arabi sono già state informate del divieto in vigore da domenica in Austria e rinunceranno a partire. Ne sono consapevoli gli operatori turistici. Preoccupazione è stata espressa da molti albergatori di Vienna, che temono di perdere una clientela molto danarosa. Lo si è già visto in Francia e in Svizzera, quando un analogo divieto è entrato in vigore o è stato semplicemente discusso. Lo si è visto anche nella stessa Austria, a Zell am See – Kaprun, dove nel 2014 era stato diffuso tra le ospiti arabe una specie di “galateo”, in cui, ovviamente, non si proibiva l’uso del burka, ma ci si diceva lieti “se le ospiti si fossero adeguate alle consuetudini del luogo, che consentono di guardarsi reciprocamente in faccia”. Un invito molto cortese, che tuttavia fu accolto con malumore e portò all’immediata disdetta delle prenotazioni.

Molti si chiedono quale siano state le ragioni che hanno indotto il governo austriaco a promulgare il “Burkaverbotgezetz”, dato che in Austria burka e niqab sono praticamente inesistenti. L’impressione è che si sia trattato di un’iniziativa populista, assunta come molte altre nel clima della campagna elettorale in corso: si è inventata l’esistenza di un problema, quello delle donne velate, per poi inventarne una soluzione.

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Dopo l’uscita del precedente articolo del 23 settembre una lettrice aveva pubblicato nella pagina Facebook del blog il seguente commento: “Io vivo a Vienna e ne ho viste tante (donne con il burka, nda). Forse avete passeggiato nella giornata sbagliata”. Ha ragione la lettrice, testimone oculare della presenza di molte donne con burka a Vienna, o è vero il contrario come veniva sostenuto nell’articolo del 23 settembre (“in Austria donne con il volto completamente coperto quasi non se ne vedono”)?

È una domanda solo in apparenza banale. Riguarda la credibilità di questo blog, a cui l’autore tiene molto. Per questo oggi viene rivolto un invito ai lettori, che vivono a Vienna o vi si trovano per lavoro o turismo (ma l’invito è esteso anche a chi si trovi in una qualsiasi delle altre città dell’Austria), a contare le donne con burka o con niqab che avranno l’occasione di incontrare per strada. Non occorre che poi ne rendano conto. La verifica deve servire soltanto a loro, per sapere se possono ancora fidarsi o no di ciò che trovano scritto in questo blog.

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