Lunedì 2 Dicembre 2024

22.06.23 Heubergrat (Vorarlberg) - CopiaUn gruppo scolastico piuttosto numeroso si era perso due settimane fa sui monti del Vorarlberg, il Land più occidentale dell’Austria. Sono cose che capitano. Chi non si è mai perso in montagna ed è dovuto ritornare sui propri passi per ritrovare il sentiero giusto? Sono cose che tuttavia non dovrebbero capitare quando non si è in gita con quattro amici, ma si accompagna un’intera scolaresca. In quel caso gli accompagnatori avrebbero avuto il dovere di conoscere l’itinerario come le loro tasche, facendo eventualmente precedere il giro da un sopralluogo, per risparmiare ai ragazzi qualsiasi rischio.

Le cose non sono andate però così due settimane fa, quando 99 alunni di una scuola Ludwigshafen (Germania), in vacanza nel Vorarlberg, si sono messi in marcia con i loro otto insegnanti/accompagnatori per percorrere la Heubergrat, un’affilata cresta montuosa nella Kleinwalsertal. Il percorso è considerato di media difficoltà, con tratti esposti protetti da cavo, per i quali è consigliato un set da ferrata. Non adatto evidentemente ad alunni di 12-14 anni, privi di esperienza alpinistica e senza un adeguato equipaggiamento.

Al momento di affrontare la cresta, su terreno reso viscido dalle piogge dei giorni precedenti, molti ragazzi hanno incominciato a scivolare, non avendo gli scarponi adatti, e si sono aggrappati come potevano al cavo e alle rocce. Uno degli otto insegnanti ha deciso di tornare indietro, ma nell’inversione di marcia su terreno impervio due dei suoi alunni sono scivolati, riportando ferite e contusioni. Si è presto diffuso il panico in tutta la comitiva e gli accompagnatori adulti hanno ritenuto necessario allertare il Soccorso alpino.

Dato il numero delle persone in emergenza, sono stati inviati sul posto sia l’elicottero Christophorus 8 del Soccorso alpino che un Libelle della Polizia alpina. Hanno agganciato con un cavo circa 70 scolari, prelevandoli dalla cresta e depositandoli in una zona sicura, dove è stato possibile trasportarli a valle con dei fuoristrada. I restanti si trovavano già su un tratto di sentiero meno impervio e sono potuti scendere con le proprie gambe. Sul posto sono intervenute 60 persone, tra uomini del soccorso alpino di Walser, della Kleinwalsertal, di Mittelberg e della Polizia alpina. Hanno partecipato all’intervento anche un medico e il sindaco del paese.

Questo accadeva due settimane fa. Ieri è arrivato il conto: 18.000 euro che qualcuno dovrà pagare. Martin Burger, capo del Soccorso alpino del Vorarlberg, ha indicato analiticamente le voci di spesa: tra gli 8 e i 9 mila euro per gli elicotteri (quello della Polizia ha volato tre ore, il Christophorus un’ora e mezza); il resto, per le spese sostenute dagli uomini e mezzi del soccorso alpino. La fattura è stata inviata alla scuola. Non si sa se sarà fatta pagare agli insegnanti, se se ne farà carico la scuola o se interverrà il ministero.

La vicenda ripropone il quesito se i soccorsi in montagna debbano essere gratuiti o pagati dalle persone che li richiedono. In Italia come in Austria sono gratuiti e vengono prestati da volontari, che operano animati da spirito di solidarietà. L’impiego dell’elicottero in Italia in alcune regioni è gratuito e in altre no; in Austria il costo dell’elicottero viene sempre addebitato alle persone soccorse.

Questa volta si è agito diversamente, mettendo in conto alla scuola di Ludwigshafen l’intero costo dell’operazione, forse perché si è ritenuto che andasse sanzionato il comportamento irresponsabile degli insegnanti, che avevano affrontato un percorso assolutamente inadatto ai loro scolari, un percorso scelto soltanto – così hanno spiegato – perché veniva raccomandato in un sito internet e di cui non sapevano nulla.

La decisione del Soccorso alpino del Vorarlberg costituisce tuttavia un pericoloso precedente. In Italia gli interventi del Soccorso alpino sono quotidiani, anche più di uno al giorno, e molti si chiedono perché i costi non debbano essere pagati dagli alpinisti che hanno scelto liberamente di effettuare un’attività rischiosa. Ma allora perché non far pagare i soccorsi (e le spese ospedaliere) anche a chi svolge altre attività sportive ritenute pericolose – dalla caccia al motocross, alla vela, al ciclismo – o a chi provoca o è vittima di incidenti stradali dovuti alla velocità, a sorpassi azzardati, all’uso del telefonino mentre si guida.

Se si imbocca questa strada si potrebbe giungere a risultati estremamente pericolosi. È già accaduto in Austria che alpinisti in difficoltà abbiano preferito rischiare la vita e rinunciare si soccorsi, per non dover affrontare le spese esorbitanti dell’elicottero.

 

NELLA FOTO, la cresta affilata dell’Heubergrat su cui gli scolari tedeschi si sono trovati in difficoltà, anche perché il terreno era scivoloso a causa delle piogge dei giorni precedenti.

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