Sabato 18 Maggio 2024

18.10.25 Novomatic, gioco d'azzardoUn Tribunale austriaco ha condannato Novomatic, società proprietaria di sale da gioco e di slot-machine, a risarcire 2,5 milioni di euro a un “cliente” risucchiato dal vortice dell’azzardo, che lo aveva portato a dilapidare tutto il suo patrimonio e anche quello dei suoi familiari, attingendo perfino ai fondi della ditta per cui lavorava. Novomatic si sarebbe dovuta accorgere che quel giocatore era diventato ormai un dipendente patologico dalle macchinette mangiasoldi – un ludopatico, per usare il linguaggio della nuova scienza che studia le persone travolte dal vizio dell’azzardo – e sarebbe dovuta intervenire, impedendogli di proseguire nella sua foga autodistruttiva.

La sentenza è stata pronunciata dal Tribunale di Wiener Neustadt e non ha precedenti, almeno per l’ammontare del risarcimento concesso, che tiene conto, peraltro, delle dimensioni finanziarie della società chiamata a pagare. Novomatic ha sede a Gumpoldskirchen, un paesino della Bassa Austria ai limiti della Thermenregion, una zona coperta di vigneti a sud di Vienna. Da questo luogo idilliaco controlla case da gioco, casinò, sale di slot-machine, locali pubblici che hanno in dotazione slot-machine, fabbriche che producono slot-machine presenti in 70 Paesi di tutto il mondo. Un impero dell’azzardo che conta 25.000 dipendenti (di cui 3.300 in Austria) e che nel 2016 ha prodotto un fatturato di quasi 2,29 miliardi e un risultato aziendale di 264,1 milioni, prima delle imposte e di altri oneri finanziari.

L’uomo che l’ha denunciata è di Vienna e ha potuto dimostrare di aver bruciato nelle slot-machine tra il 2002 e il 2012 tutto il denaro prelevabile con le carte di credito sue e di sua moglie, di aver fatto ricorso a prestiti dei genitori, di un suo fratello e degli amici, di aver perfino sottratto denaro alla sua ditta. La sentenza del Tribunale non è ancora esecutiva e i legali di Novomatic hanno già presentato ricorso. Sostengono che la società loro cliente non avrebbe potuto far nulla, perché non conosceva l’uomo che l’ha denunciata e non poteva sapere quanto e con quale frequenza giocasse, dato che al tempo dei fatti lo standard delle slot-machine rendeva il gioco del tutto anonimo.

Il ragionamento non fa una grinza ed è possibile che in secondo grado la sentenza di Wiener Neustadt venga riformata. Essa tuttavia ha richiamato l’attenzione su un fenomeno allarmante, quello del gioco d’azzardo, che miete vittime non solo in Austria. In questo Paese lo scorso anno sono stati destinati 1,675 miliardi al gioco d’azzardo, di cui la fetta maggiore è finita nelle slot-machine. Ma lo scenario è in rapida evoluzione. Ormai il 66% dei giocatori puntano il loro denaro su internet, seguono le sale scommesse, le slot, la roulette.

Particolarmente pericoloso appare il fenomeno sul web, perché su quel fronte lo Stato può difficilmente intervenire. Da febbraio è pronta una bozza di legge per disciplinare la materia ed evitare fenomeni degenerativi, soprattutto a protezione dei più giovani, ma il provvedimento è ancora nel cassetto.

La sentenza di Wiener Neustadt, che condanna Novomatic a un risarcimento milionario, potrebbe cambiare le cose? Bettina Quantschnig, responsabile dell’assistenza ai dipendenti dal gioco dell’istituto “de La Tour” di Klagenfurt, è convinta del contrario. Interpellata dalla “Kleine Zeitung”, l’esperta ha sconsigliato le vittime del gioco d’azzardo o i loro familiari dall’avviare cause risarcitorie, perché il risultato potrebbe essere molto pericoloso. “Con il processo – spiega – incomincia sostanzialmente un nuovo gioco. I pazienti pensano: se non sono riuscito a vincere con il gioco, ora però potrò vincere contro la società che gestisce il gioco”. Poiché chi ha il vizio del gioco continua a considerare una vincita il risarcimento ricevuto e non è insolito che il denaro incassato a titolo risarcitorio sia subito dilapidato in nuove giocate.

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