La fusione tra i due partiti della destra austriaca, che sembrava ormai cosa fatta, non è più tale. Non solo perché soltanto 3 dei 21 deputati del Bzö (il partito fondato da Haider nel 2005, per scissione dall’Fpö) hanno deciso di trasferirsi nel nuovo Fpk (Partito liberale della Carinzia, associato all’Fpö), senza nemmeno raggiungere la quota 5 necessaria per formare un gruppo parlamentare, e non solo perché in tutte le assemblee di sezione e di mandamento del Bzö in Carinzia si registra un diffuso malumore, per non dire un’aperta ribellione della base nei confronti dei fratelli Uwe e Kurt Scheuch, artefici della fusione. La novità di ieri è che anche il clan Haider – che conta, eccome!, nella politica carinziana, anche se finora non se n’era impicciato – si è dichiarato contrario.
Per prima è scesa in campo Ursula Haubner, sorella del governatore scomparso. È uno dei 21 deputati che non vogliono finire nell’Fpö. La sua è stata condanna senza appello: “Mio fratello Jörg non lo avrebbe voluto”. Come dire: la riunificazione con l’Fpö non significa soltanto tradire l’impegno assunto nei confronti degli elettori che hanno votato Bzö, significa anche tradire la memoria di Jörg Haider. Lui non lo avrebbe voluto!
È probabile che Ursula Haider sposata Haubner (in Austria è consuetudine che le donne dopo il matrimonio assumano il cognome del marito, anche negli atti e nelle funzioni pubbliche, e dimentichino quello da nubili, costringendo i giornalisti a correggere tutti i loro archivi) in questi giorni abbia lavorato ai fianchi i familiari. E così ieri ha detto la sua anche la mamma del defunto governatore, Dorothea. In un’intervista al Kronen Zeitung, il quotidiano popolare più letto in Austria, Dorothea Haider si è schierata al fianco di Josef Bucher, il segretario politico federale rimasto fedele al Bzö (benché gli fosse stato offerta una poltrona di ministro in un futuro governo di centrodestra, qualora fosse transitato anche lui nell’Fpö), e contro i fratelli Schuech, promotori della fusione. “Gli uomini – ha dichiarato – non si prestano così facilmente a diventare una palla da gioco per la voglia di potere di due fratelli”. Più chiaro di così? Senza nominarli, l’anziana “Dame” dell’estrema destra austriaca ha condannato Uwe e Kurt Scheuch.
La sua posizione ha colto tutti di sorpresa. Perché Dorothea Haider, 91 anni compiuti l’11 ottobre, sarebbe stata con il cuore più vicina all’area tedesco-nazionale della destra austriaca, rispecchiata nell’Fpö, area abbandonata invece negli ultimi anni dal figlio Jörg, che aveva imboccato nuove strade verso una destra moderata e liberale, sia pure con forti accenti populisti in tema di immigrazione e di sicurezza. Non si può non ricordare che Dorothea, assieme al defunto marito Robert, era stata nazista della prima ora, costretta a fuggire in Germania con il marito, dopo il fallito putsch del 1934, per non finire nelle carceri del governo austrofascista. E in Germania i due erano entrati subito nella cosiddetta “Legione austriaca”, rientrata trionfante in Austria dopo l’Anschluß del ’38 al Reich. Con le parole pronunciate ieri sulle pagine del “Kronen Zeitung”, invece, Dorothea Haider ha dimostrato anche lei di aver preso le distanze dal suo ingombrante passato, in un’età della sua vita in cui nessuno avrebbe preteso che lo facesse.
In contemporanea con l’intervista alla madre, ieri il quotidiano “Österreich” è uscito con la notizia che anche la vedova del governatore starebbe per prendere posizione contro il fratelli Scheuch e la fusione con il partito dell’estrema destra. Finora Claudia Haider si era astenuta dal prendere posizione. Ma ora si sarebbe decisa a dire la sua, sollecitata a farlo non soltanto dalla cognata Ursula, ma anche dalle figlie Cornelia e Ulrike e dal marito di quest’ultima, l’italiano Paolo Quercia, analista politico, che più volte in passato aveva contestato gli atteggiamenti più radicali della destra austriaca (soprattutto in materia di minoranze e di stranieri), sostenendo al contrario l’indirizzo più liberale perseguito dal Bzö con la guida di Bucher.
La decisa presa di posizione assunta congiuntamente da tutti i componenti del clan Haider non mancherà di ripercuotersi sull’opinione pubblica carinziana. Per cui cresce ancor più l’attesa per il congresso straordinario del partito, convocato per il 16 gennaio, con la partecipazione di 450 delegati. Saranno essi, alla fine, che diranno se la fusione si ha da fare oppure no.
Nella foto in alto, Dorothea Haider, 91 anni, madre del defunto governatore della Carinzia, in visita alla mostra di Klagenfurt dedicata al figlio Jörg. In mezzo, la sorella Ursula Haubner con il ministro Maroni a un vertice dell’Ue. In basso, la vedova di Haider, Claudia, intervistata in occasione delle elezioni regionali di marzo.