Antonia Gössinger è una giornalista della “Kleine Zeitung”, il giornale più importante in Carinzia. Scrive di politica e Dio solo sa quanto sia stato difficile farlo in un Land che per quasi trent’anni è stato feudo di Jörg Haider. Ma Atonia Gössinger è una professionista di razza. Ha resistito alle lusinghe e alle minacce del Landeshauptmann e dei suoi portaborse, scrivendo, quando era necessario, che “il re era nudo”. Per questo, pur esercitando la sua professione in un giornale locale, ha meritato stima e considerazione a livello nazionale, più volte premiata per il suo lavoro, persino dal presidente della Repubblica.
Che Claudia Haider, vedova di Jörg, abbia scelto proprio lei per rilasciare la sua prima intervista sull’avvenuta (o tentata) fusione dei due partiti della destra austriaca non deve stupire. La voce della Gössinger è autorevole, perché gode di credibilità. E Claudia Haider è una donna intelligente e sapeva che anche le sue parole sarebbero apparse credibili se affidate alla penna di una giornalista credibile, anche se mai tenera e compiacente nei confronti del marito scomparso.
Il tema, del resto, era importante: l’eredità politica lasciata da Jörg Haider nel Bzö (la sigla significa “Lega per il futuro dell’Austria”), da lui fondato nel 2005 dopo la scissione dall’Fpö (il partito liberalnazionale), di cui era stato leader nazionale dal 1986. Il nuovo partito voleva collocarsi a destra nel panorama politico austriaco, ma segnare un taglio netto con le idee tedesco-nazionali, non prive di accenti razzisti e antisemiti, presenti nell’Fpö.
Quale futuro avrebbe la svolta impressa da Haider, se ora il Bzö scomparisse reintegrandosi nell’Fpö? Già la sorella del leader scomparso, Ursula Haubner, e la madre, Dorothea, avevano criticato duramente quello che ormai appare come un colpo di mano dei fratelli Uwe e Kurt Scheuch, molto potenti in Carinzia, dove un elettore su due ha votato per il Bzö. Fonti attendibili riferivano che anche la moglie Claudia era della stessa opinione, ma nessuno lo aveva sentito dire dalla sua voce.
Lo ha fatto ora, rispondendo alle domande di Atonia Gössinger. La sua non è stata una presa di posizione esplicita, come quelle della suocera e della cognata. Claudia Haider ha voluto evitare una rottura irreparabile con i promotori della fusione. Ma, pur astenendosi da accuse esplicite, il suo messaggio è apparso inequivocabile: il Bzö deve restare autonomo e indipendente dagli estremismi dell’Fpö. Lo si evince dalla proposta avanzata di un referendum esteso a tutti gli iscritti al partito, perché siano loro a decidere democraticamente se riunificarsi o meno con l’Fpö. Quale che sia il risultato, dovrà essere rispettato dalla parte soccombente. Se la scelta fatta sarà giusta o sbagliata saranno poi gli elettori a deciderlo.
La proposta di Frau Haider è come una benedizione dal cielo per i “fedeli” del Bzö e per il loro leader Josef Bucher. Perché la parola della vedova di Jörg Haider conta. La sua proposta di un referendum non fa altro che confermare, rafforzandola, l’iniziativa di Bucher di consultare la base del partito, attraverso una sottoscrizione. I risultati si vedranno il 16 gennaio, nel congresso straordinario del Bzö convocato per le 11 nel Konzerthaus di Klagenfurt. In quella sede si deciderà se approvare o respingere la fusione con l’Fpö.
Nella foto, Antonia Gössinger al lavoro nella redazione della “Kleine Zeitung”.