Sabato 18 Maggio 2024

10.02.19 Sciopero magistrati 1915447_BLD_OnlineSe la giustizia italiana piange, quella austriaca non ride. Difficile un confronto fra i due sistemi, ma anche quello dei nostri vicini soffre di una cronica carenza di personale. La situazione è giunta al punto tale che i magistrati hanno proclamato un’intera settimana di sciopero: da lunedì a sabato non ci saranno udienze in tutti i tribunali del Paese, salvo quelle penali con imputati in stato di detenzione (due soli casi a Klagenfurt).

La decisione ha del clamoroso. E non perché siano i giudici a scioperare, ma perché l’Austria è un Paese dove non si sciopera quasi mai. Non si è mai scioperato dal 2004. L’ultimo grande sciopero risale al 2003, ha riguardato soltanto i ferrovieri ed è durato meno di due giorni, con una media di tre ore di astensione per lavoratore. Se si risale nel tempo, si scopre che negli ultimi cinquant’anni l’astensione media dal lavoro si misura in “zero virgola” ore: come dire, meno di un’ora all’anno.

Si può ben cogliere, allora, la gravità della situazione denunciata dai giudici. I quali hanno fatto anche sapere che, se non otterranno risposte soddisfacenti dal governo, scenderanno di nuovo in sciopero ogni ultima settimana del mese, fino a giugno. I numeri del disagio sono stati forniti da Werner Zinkl, presidente dell’Associazione magistrati: sono vacanti 187 posti di giudice e 43 di pubblico ministero, nonché 200 di cancelliere. Al tribunale di Klagenfurt, per esempio, mancano 15 magistrati, tra giudicanti e inquirenti, tant’è che nelle scorse settimane Vienna ha dovuto mandare due rinforzi, perché altrimenti la Procura sarebbe stata paralizzata dalla complessa indagine in corso sul dissesto di Hypo Group.

La controparte dei giudici austriaci non è la ministra della giustizia in carica, Claudia Bandion-Ortner, lei stessa magistrato prestato alla politica dallo scorso anno e quindi bene a conoscenza dei problemi dei suoi ex colleghi. Le controparti sono il cancelliere Werner Faymann e il ministro delle finanze Josef Pröll, accusati di ignorare le difficoltà della giustizia e di non mettere a disposizione le risorse necessarie.

Recentemente il governo ha promesso la nomina entro fine anno di 35 pubblici ministeri e di altrettanti assistenti di cancelleria, numero considerato da Zinkl assolutamente insufficiente: “Questo personale basta a malapena per i processi giacenti in materia economica, ma che ce ne facciamo di 35 nuovi pm, se ci mancano 187 giudici?”

La ministra dalla pubblica amministrazione Gabriele Heinisch-Hosek, frattanto, ha annunciato che dei 35 pm promessi, cinque sono già stati nominati, mentre il personale di assistenza sarà reclutato tra i dipendenti delle Poste e di Telekom, società a partecipazione pubblica, che attualmente stanno riducendo il personale. La Heinisch-Hosek peraltro, ha sostenuto che i problemi della giustizia non si risolverebbero con più personale, ma con una maggiore efficienza. Un esempio? La riunificazione a Klagenfurt dei tribunali distrettuali (quelle che erano un tempo le nostre preture). “Parole vuote” replica il presidente dell’Associazione magistrati, perché il risparmio sarebbe al massimo di 80.000 euro all’anno e perché questo progetto è sempre rimasto nel cassetto per il veto dei governatori dei Länder.

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