Sabato 18 Maggio 2024

19.03.28 Marina Pavido, Cinema austriacoLe arti occupano uno spazio preponderante in Austria, basti pensare alla musica (non solo Mozart e Strauss, ma anche Bruckner o Schönberg, per citare nomi a noi più vicini), all’architettura, alla pittura. E del cinema non parliamo? O, per dirla in altri termini, esiste un cinema austriaco che non sia soltanto la trilogia zuccherosa con Romy Schneider, che ha trasformato in leggenda la vita complicata di Elisabetta d’Austria, in arte Sissi?

Tentiamo di dare una risposta citando tre nomi: Billy Wilder, Fred Zinnemannn, Otto Preminger. Questi li conosciamo tutti, perché sono tre registi che hanno scritto la storia del cinema americano. Ma non tutti sanno che i tre non sono americani, bensì austriaci, costretti a emigrare dal nazismo, perché ebrei. Il loro destino li accomuna a decine, centinaia di altri illustri connazionali ebrei, costretti a fuggire dal regime di Hitler o finiti in una camera a gas.

È incredibile pensare al danno che l’Austria si è autoinflitta nel 1938, privandosi di tanti talenti, tra cui alcuni premi Nobel, nella letteratura, nell’arte, nella medicina, nella psicanalisi, nella scienza, nella chimica e, sì, anche nel cinema.

C’è da chiedersi, naturalmente, se Wilder, Zinnemann o Preminger sarebbero diventati quello che sono diventati, se fossero rimasti a casa loro. Un genio è un genio ovunque, ma se nasce in un Paese piccolo, con un mercato piccolo e senza i mezzi di Hollywood, rischia di creare capolavori che però, al di fuori dei confini nazionali, nessuno conosce.

Sta accadendo anche oggi così? Esistono registi e attori austriaci di talento che forse noi non conosciamo, perché hanno il vizio di parlare in tedesco e i meccanismi della distribuzione non ce li propongono in Italia? Queste domande fino a ieri rimanevano senza risposta, ma oggi non più. A colmare questo vuoto di informazione ci ha pensato Marina Pavido (nella foto), una giovane giornalista e scrittrice, appassionata di cinema.

Marina Pavido ha inventato una cosa che mancava: una rivista online dedicata al cinema prodotto in Austria. Si intitola appunto “Cinema austriaco” e si può leggere in questo sito web. Che il mondo austriaco la interessasse lo si deduce già dalla sua tesi di laurea magistrale in lingue moderne alla Sapienza di Roma, dedicata al drammaturgo Peter Turrini, dopo aver passato un intero anno a Vienna, tra il 2011 e il 2012, quando era ancora studentessa. Se aggiungiamo l’interesse per il cinema, coltivato con un diploma in regia e sceneggiatura all’Accademia di cinema e televisione Griffith di Roma, ecco che il suo discorso sul cinema austriaco diventa serio e convincente.

Non sappiamo come sia organizzato il lavoro redazionale di “Cinema austriaco”, ma abbiamo l’impressione che nella pagina web vi sia soprattutto la mano (fino a qualche tempo fa si sarebbe detto la penna) di Pavido. Il materiale è suddiviso in più “scaffali”: recensioni, storia, festival (in Austria, ma anche in Germania), archivio (dove il materiale è suddiviso per annate) e la voce “altro cinema”, che comprende o comprenderà interviste e saggi. La quantità e la qualità del materiale prodotto fa impressione. Basta un’occhiata alla home page del sito, che raccomandiamo caldamente, per farsene un’idea.

Le ragioni che l’hanno indotta ad affrontare questa impresa sono esposte nella stessa pagina web. “Innanzitutto – scrive – perché si tratta di una cinematografia considerata (ingiustamente?) di secondo ordine, una sorta di “appendice” del cinema tedesco. In secondo luogo, perché il bello di parlare di cinema è (anche) questo: indagare, conoscere nuovi mondi, nuovi terreni inesplorati. Non per ultimo, c’è un grande amore per l’Austria e in particolar modo per la città di Vienna, dove ho vissuto e con la quale ho tuttora un forte legame. Ed ecco, dunque, che, in gennaio è nato Cinema austriaco, portato avanti anche grazie all’aiuto di amici e colleghi: un’avventura insolita e un po’ bizzarra, dove anche una giusta dose di incoscienza è, nel periodo storico in cui viviamo, a dir poco necessaria”.

Marina Pavido, naturalmente, non parte dal nulla. Ha collaborato e continua a collaborare con diverse realtà riguardanti il cinema e scrive per riviste di cinema. Con la nuova pagina web dedicata al cinema austriaco intende non solo analizzare e recensire film contemporanei e del passato, ma anche approfondire la stessa storia del cinema in Austria, con tanto di focus su registi e interpreti che si sono rivelati, nel corso degli anni, particolarmente significativi. Grazie a lei, così, scopriremo se anche oggi da le parti di Vienna si aggirano uomini di cinema che possano essere gli eredi di Wilder, Zinnemann o Preminger. Sarebbe un peccato non accorgersene.

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