Lunedì 2 Dicembre 2024

20.06.30 Elezioni comunali in StiriaDomenica si sono tenute in Stiria le elezioni per il rinnovo dei consigli comunali (tutti 285, meno quello del capoluogo, Graz, dove si è andati al voto in anticipo nel febbraio del 2017). Di solito non ne diamo notizia in questo blog o lo facciamo soltanto quando vi siano ragioni particolari (per Innsbruck, per esempio, dove per la prima volta era eletto sindaco un Verde, e ovviamente per Vienna). Ma questa volta facciamo un’eccezione, perché sono le prime elezioni – ancorché locali, con tutte le connotazioni che sappiamo contraddistinguere le elezioni locali – dopo l’epidemia da Coronavirus.

Quali effetti ha avuto l’emergenza sanitaria (ed economica) sul comportamento degli elettori? Due, soprattutto, entrambi abbastanza prevedibili. Il primo è stato il calo dell’affluenza alle urne al record storico negativo del 62,64% (alle precedenti elezioni del 2015 la partecipazione era stata del 74,4%, ma fino agli anni ’80 superava addirittura il 90%). Il comportamento si spiega in parte con le misure anticontagio e in parte con il fatto che, a causa dell’epidemia, il voto è stato rinviato il più possibile, in una stagione inusuale per le elezioni austriache.

Il secondo effetto è stato il consolidamento dei sindaci e dei partiti che si trovavano alla guida dei comuni, indipendentemente dal loro colore. È abbastanza normale che nelle situazioni di emergenza si crei una sorta di solidarietà con chi amministra la comunità.

A parte, dunque, questi due fenomeni, per il resto i risultati del voto hanno rispecchiato gli umori politici del momento in Austria. Benché sia difficile accorpare risultati, che spesso contemplano liste locali, i commentatori austriaci si sono rivelati dei maghi e sono riusciti nel lodevole intento. Ecco dunque i risultati.

Il Partito popolare (Övp) guadagna il 4,46 punti e con il 47,18% si conferma il primo partito della Stiria e, per definizione, il “partito dei sindaci”: ne avrà 200 su 285. Al secondo posto il Partito socialdemocratico (Spö), con il 31,86% (appena un po’ più della volta precedente). Seguono Fpö (estrema destra sovranista) con l’8,20% (-5,66); Verdi con il 4,75% (+1,42); Kpö (Partito comunista) con l’1,64% (+0,11); Neos (partito conservatore-liberale) con lo 0,61% (+0,22).

Per l’Övp si tratta di un successo, sull’onda dei consensi che i Popolari austriaci di Sebastian Kurz hanno a livello nazionale, ma che in Stiria acquista un significato speciale. Alle elezioni del 2015 l’Övp era stato punito dagli elettori, per aver imposto una fusione dei Comuni più piccoli. Già così ne sono rimasti troppi (285, più Graz), ma prima erano molti di più. Era stata una battaglia di campanile, cavalcata ovviamente dai sovranisti dell’Fpö, che proprio per questo avevano trionfato. Il risultato di domenica dimostra che la riforma ormai è stata “digerita” e che gli elettori forse hanno capito che “piccolo” non sempre è “bello”.

L’Fpö è il grande sconfitto della giornata. Era prevedibile che lo fosse. Lo scandalo di Ibiza, che ha coinvolto il suo ex leader (e di cui proprio in queste settimane si discute in una commissione d’inchiesta parlamentare), ha lasciato ferite insanabili anche a livello locale.

Il risultato dell’Spö non è eclatante, ma significa almeno che questa volta non ha perso voti, come era accaduto in quasi tutte le elezioni degli ultimi 15 anni. Che questo significhi un’inversione di tendenza? Lo si vedrà.

Quanto ai partiti minori, il risultato dei Verdi è modesto, ma un segno di consolidamento. Va tenuto presente che il partito ambientalista è presente con la propria organizzazione soprattutto nelle grandi città, non disponendo di mezzi per una presenza capillare anche in provincia. Il 4,75% ottenuto è quindi un dato apprezzabile. Significa che per la prima volta esponenti Verdi saranno presenti in alcuni consigli comunali. Un discorso analogo va fatto per la Neos, anch’essa presente soprattutto nelle città e, come dimostra il modestissimo risultato di domenica, inesistente nelle campagne.

Infine il Partito comunista, scomparso in tutta l’Austria (e in quasi tutto il mondo, tranne Cuba e Cina), ma non in Stiria, dove continua a tenere alta la bandiera della rivoluzione (sì, proprio quella della rivoluzione, perché questi stiriani non sono eurocomunisti, ma veri e propri stalinisti). A Graz è addirittura il secondo partito (con il 20,3% alle elezioni del 2017), ma quell’1,64% ottenuto domenica prova che “sopravvive e combatte” anche nei Comuni periferici del Land.

 

NELLA FOTO, il grafico diffuso dal Land Stiria con i risultati del voto di domenica.

__________________

Austria Vicina è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.

 

Lascia un commento