Domenica 2 Giugno 2024

08.01.10 Luis DurnwalderPer capire che cosa pensano veramente i nostri politici, bisogna ascoltarli quando sono in viaggio all’estero. Talvolta si lasciano sfuggire considerazioni che in casa avrebbero taciuto, nella fiduciosa speranza che nessuno ne riferisca in patria. Questo ragionamento vale in particolare per Luis Durnwalder, presidente della Provincia autonoma di Bolzano, che quando va in Austria si trova contemporaneamente all’estero, ma anche “in patria”. Nella sua Vaterland, cui il Sud Tirolo era appartenuto per secoli, finché l’Italia non se ne era impossessata alla fine di una guerra mondiale combattuta – pensate un po’ – anche per l’autodeterminazione dei popoli.

 

Nell’ultima delle sue trasferte austriache, il Landeshauptmann sudtirolese è stato intervistato da Stefan Winkler, giornalista della “Kleine Zeitung”, per alcuni anni corrispondente da Bruxelles e ora responsabile degli esteri del quotidiano. Winkler conosce bene l’Italia, parla perfettamente la nostra lingua e ha potuto quindi rivolgere le domande giuste al suo interlocutore.

 

Il colloquio ha affrontato alcuni dei temi di l’attualità del nostro Paese, nei cui confronti Durnwalder è molto critico. “L’Italia è un Paese malato. È vissuto al di sopra delle sue possibilità. Alla lunga non si può continuare a spendere più di quanto si incassa. Ma gli italiani sono incuranti per natura. Dicono che le cose non sono così tragiche, che si può continuare ad andare avanti così. Tuttavia, ciò che oggi può andar bene, domani potrebbe degenerare in una catastrofe”.

 

La rielezione di Berlusconi sarebbe una catastrofe?, chiede Winkler.

 

“Berlusconi ha distrutto l’immagine dell’Italia all’estero. Il mondo intero ride di lui. Pensi, un anno e mezzo fa sono andato in Nepal. Quando l’addetto alla dogana ha visto il mio passaporto italiano, ha ghignato “bunga bunga”. In Nepal! Una rielezione di Berlusconi significherebbe che l’Italia è ricaduta nel vecchio tran tran. Mentre il Paese deve essere di nuovo governato”.

 

Differente il giudizio su Monti. “È stato un male per il Sudtirolo, ma ha fatto anche qualcosa di positivo. Ha riacquistato la fiducia della finanza internazionale come risanatore. E ha avuto il coraggio di dire agli italiani che si deve risparmiare”. Le critiche di Durnwalder nei confronti del primo ministro italiano sono dovute soprattutto al taglio dei trasferimenti alla Provincia di Bolzano e alle presunte minacce alla sua autonomia, nei cui confronti l’Austria non avrebbe più una funzione tutrice.

 

“A Berlusconi non gliene importava un tubo del Sudtirolo – confessa Durnwalder – Quando ho avuto modo di intrattenermi con lui, i suoi discorsi riguardavano sempre le donne, la buona cucina, il vino. Monti al contrario ha gradualmente limitato la nostra autonomia. Quando non ne abbiamo potuto più e abbiamo informato Vienna, ci ha detto che l’Austria non c’entrava. Solo: tanto meno noi possiamo decidere nella nostra regione, tanto più cresce la richiesta di autodeterminazione per un ritorno all’Austria”.

 

Ma esiste davvero un tale desiderio di riabbracciare la patria perduta? “Tra il sogno e la realtà c’è una bella differenza. Ammesso che i sudtirolesi fossero chiamati a un referendum per l’autodeterminazione, cosa di cui dubito, crede davvero che riusciremmo a trovare una maggioranza in sede Onu che ci consenta di spostare il confine dal Brennero a Salorno?”.

 

No, Luis Durnwalder non ci crede. “Nel Sudtirolo abbiamo consolidato la nostra autonomia. In nessuna altra parte la qualità della vita è migliore della nostra. Viviamo in un’Europa che ha cancellato i confini. Se tuttavia un giorno si dovesse giungere a un riordino delle regioni nell’ambito dell’Unione Europea, il Sudtirolo certo non opterebbe per la Lombardia”.

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