Domenica 2 Giugno 2024

13.02.08 Wolfgang Kulterer nel tribunale di KlagenfurtLa procedura di licenziamento dei dipendenti di Hypo Bank Italia, che si sta consumando in questi mesi (sono in corso assemblee in diverse località dell’area di presenza della banca nel Nord Italia, mentre si attende da Roma la convocazione del Ministero del lavoro per l’ultimo tentativo di conciliazione), la procedura di licenziamento – dicevamo – ci ha fatto perdere di vista lo scenario austriaco, che è la fonte di tutte le disgrazie che affliggono la controllata italiana.

 

Non abbiamo riferito, per esempio, della nuova ricapitalizzazione necessaria anche quest’anno al gruppo bancario carinziano, che costringerà lo Stato austriaco a sborsare altri soldi (non i 700 milioni previsti  in un primo momento, ma 610). E non abbiamo riferito neppure dei vari processi in corso contemporaneamente, a Klagenfurt e a Vienna, con cui la magistratura austriaca cerca di perseguire i responsabili del disastro finanziario, mentre il nuovo management di Hypo Group cerca di recuperare il recuperabile, per aggiustare i conti del suo bilancio.

 

È uno scenario sconfortante, perché spiega come meglio non si potrebbe le ragioni delle difficoltà attuali della banca, che poi sono le difficoltà della gente che ci lavora, compresi i dipendenti di Hypo Italia, tra cui dovranno essere scelti i 118 destinati al licenziamento. Basti dire che le perdite, cui lo Stato ha dovuto far fronte finora, sono il doppio di quanto l’Austria spende ogni anno per la difesa o per la scuola, per un ammontare che assomiglia molto al buco del Monte dei Paschi di Siena.

 

Oggi torniamo sull’argomento, perché proprio ieri si è concluso davanti al Tribunale di Klagenfurt uno dei tanti processi contro l’ex dirigenza della holding carinziana. Sul banco degli imputati, l’ex direttore generale Wolfgang Kulterer e un altro manager dell’istituto, Gert Xander. Erano accusati di infedeltà patrimoniale, per aver concesso nel 2005 un finanziamento di 2 milioni di euro alla compagnia aerea Styrian Spirit, senza accertarsi della sua solidità. La società era sull’orlo del fallimento, ma Haider ci teneva molto al salvataggio, perché puntava su di essa per rilanciare il traffico passeggeri allo scalo di Klagenfurt, e aveva richiesto l’intervento di Hypo.

 

Sono stati entrambi condannati: Kulterer a 2 anni e mezzo di reclusione, Xander a 2 anni. Il giudice Christian Liebhauser-Karl (lo stesso che già nel 2008 condannò Kulterer e altri per falso in bilancio), che presiedeva un collegio di giudici popolari, ha ritenuto infatti che a due manager qualificati come gli imputati la situazione fallimentare della Styrian Spirit dovesse essere ben nota e che essi dovessero sapere che il credito ad essa concesso, su pressione di Haider, non sarebbe stato mai restituito, con danno per la banca.

 

Due milioni persi sulle ali della compagnia aerea cara a Jörg Haider sono poca cosa, rispetto al buco miliardario accertato nei conti della holding, ma sono sintomatici del modo a dir poco avventuroso di gestire l’azienda. Con i risultati che si sono visti.

 

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Mentre a Klagenfurt si processavano Kulterer & C. (hanno entrambi presentato appello contro la sentenza, che perciò non è ancora esecutiva), in Italia ha preso il via un ciclo di assemblee sindacali organizzate dalla Fabi, per informare sulla vertenza dei 118 licenziamenti di Hypo Italia anche il personale delle sedi periferiche, che non sono potuti intervenire all’assemblea di Feletto Umberto del 31 gennaio. Ieri se n’è svolta una a Modena, mentre le successive si terranno lunedì a Brescia, martedì a Padova e mercoledì a Gallarate.

 

Gli incontri azienda-sindacati, alla ricerca di una soluzione nell’ambito del contratto di lavoro, si sono ormai conclusi senza alcun risultato. Ora la vicenda sarà portata sull’ultimo tavolo, quello del Ministero del lavoro, per un estremo tentativo di conciliazione. La data della convocazione a Roma non è stata ancora comunicata ufficialmente, ma in via ufficiosa si è appreso che dovrebbe essere il 18 febbraio.

 

Sui motivi del disaccordo tra sindacati e azienda abbiamo già riferito nei giorni scorsi. Le soluzioni offerte dalla direzione bancaria e le richieste dei rappresentanti sindacali differiscono in molti punti, ma due sono quelli fondamentali: la discrezionalità nella scelta dei 118 lavoratori da mandare a casa (l’azienda ha indicato una lista molto rigida di “profili professionali”, mentre i sindacati chiedono l’applicazione dei criteri contrattuali dell’anzianità aziendale e dei carichi di famiglia) e l’ammontare degli incentivi economici (l’azienda è disposta a pagare 12 mensilità, attingendo ai fondi emergenziali, mentre i sindacati chiedono 24 mensilità).

 

In precedenti crisi di società bancarie – la più recente e più vicina geograficamente a Hypo Bank Italia è quella della Kärntner Sparkasse di Udine – sono state adottate le stesse soluzioni oggi richieste dai sindacati. La pretesa della direzione di Hypo Bank di “dimezzare” il sostegno economico a chi dovrà andarsene a casa costituisce perciò un “novum” nelle relazioni sindacali del settore bancario. Non stupirebbe, pertanto, se anche l’Abi dovesse intervenire, dando qualche suggerimento ai piani alti del palazzo di vetro e acciaio di Tavagnacco.

 

Nella foto, Wolfgang Kulterer nell’aula del Tribunale di Klagenfurt.

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