Sabato 18 Maggio 2024

22.03.25 Klaudia TannerAnche l’Austria ha deciso di spendere di più per le proprie Forze armate. È questa una delle conseguenze della guerra in Ucraina, che ha messo in evidenza l’inadeguatezza dell’apparato di difesa austriaco. Da 30 anni in qua, ossia dalla caduta della cortina di ferro, l’Austria aveva ridotto di anno in anno le risorse da destinare al suo esercito, al punto tale da portarlo quasi alla paralisi. Era capitato, così, che alla parata del 26 ottobre, Festa nazionale, fossero esposti solo pochi mezzi, perché mancava il carburante per spostarli, o che alle esercitazioni fuori caserma i soldati si muovessero con mezzi propri o in autobus, non potendo disporre di camion militari in numero sufficiente.

La crisi ucraina è stata l’occasione per cambiare registro. D’ora in avanti il bilancio del Ministero della Difesa potrà contare su risorse pari all’1,5% del Pil (in Italia, lo ricordiamo, il governo Draghi ha appena deciso di portare al 2,0% del Pil la spesa militare). Per l’Austria l’1,5% significa circa 6 miliardi di euro all’anno.

Finora la spesa militare rappresentava appena lo 0,6% del Pil, pari a 2,7 miliardi, e per quasi trent’anni era sempre stata sotto l’1%. L’ultimo bilancio della difesa superiore all’1% risale al 1988. Ma anche negli anni più drammatici della guerra fredda non aveva mai superato l’1,2%. Portarlo ora all’1,5% rappresenta, quindi, una svolta storica.

Agli stanziamenti periodici annuali si aggiungerà, inoltre, un fondo extra di 10 miliardi, destinato a investimenti nel settore logistico e dei sistemi d’arma che erano mancati negli ultimi anni, portando lo strumento militare austriaco quasi alla paralisi. È stato chiamato “Fondo neutralità”, con riferimento allo status neutrale dell’Austria che, proprio non potendo contare su alleanze militari con altri Paesi, deve o dovrebbe badare da sé alla propria difesa, spendendo quindi di più. La Svezia e la Finlandia – Stati neutrali, recentemente chiamati in causa come modello da imitare in Ucraina per uscire dal conflitto – destinano entrambi alla difesa l’1,3% del loro Pil.

L’iniezione di risorse finanziarie per la difesa era stato presentato come un progetto ormai definitivo, anche se non ancora passato all’approvazione del Parlamento, perché era stato elaborato dalla ministra Klaudia Tanner (nella foto), dell’Övp. con il Capo di stato maggiore dell’Esercito, generale Robert Brieger, e concordato con tutte le forze politiche del Parlamento. Ma ieri pomeriggio c’è stato un colpo di scena: i portavoce per la difesa di tutti gli altri partiti, compresi i Verdi che sono al governo con l’Övp, hanno dichiarato di non saperne nulla. Con la ministra Tanner avevano avuto un incontro nel quale si era discusso dell’argomento soltanto in termini molto generali.

Insomma, sembra che la discussione sul bilancio delle forze armate debba ancora incominciare. Nel frattempo il quotidiano “Kleine Zeitung” ha svolto un sondaggio on line tra i propri lettori, da cui è risultato che due terzi dei partecipanti vedono con favore l’aumento delle spese militari.

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