Sabato 18 Maggio 2024

14.09.21 Elezioni Vorarlberg, giubilo dei Verdi - CopiaGli gnomi non hanno portato fortuna ai socialdemocratici (Spö) del Vorarlberg, dove domenica scorsa si è votato per il rinnovo del Landtag (il consiglio regionale). Ne avevano commissionato 20.000, da distribuire nella campagna elettorale, ma l’effetto non è stato quello sperato. Non che gli gnomi non siano piaciuti, anzi: 400 statuine sono state addirittura rubate, non si sa bene da chi. Ma nel segreto dell’urna gli elettori del Vorarlberg hanno preferito altri partiti.

L’Spö è il grande sconfitto delle elezioni di domenica: non ha perso molto in percentuale (soltanto l’1,2%), ma per la prima volta nella storia dell’Austria è sceso sotto la soglia del 10% (all’8,8%) e in questo modo resta escluso dalla possibilità di entrare in un qualsiasi governo di coalizione. I grandi vincitori – non sarebbe esagerato definirli “trionfatori” – della giornata sono i Verdi, che hanno inaspettatamente quasi raddoppiato i loro consensi, passando dal 10,5% al 17,2, il secondo miglior risultato in assoluto in campo nazionale.

Ma il risultato più atteso e più importante riguarda il Partito popolare (Övp), che per oltre 70 anni ha dominato il Land con la maggioranza assoluta dei voti e che domenica scorsa ha perso l’8,9%, scendendo al 41,8%. Questo significa che d’ora in avanti dovrà governare in coalizione con un’altra forza politica. Già in passato, per 35 anni, lo aveva fatto assieme all’Fpö, ma si era trattato di una scelta. D’ora in poi sarà una necessità.

Il dimagrimento dell’Övp è, peraltro, un sintomo del cambiamento sociale in atto nel Vorarlberg. Fino a ieri il Land era interamente nelle mani del Partito popolare. Non soltanto il governo regionale, ma anche i sindaci di quasi tutti i 96 Comuni erano dell’Övp o di liste civiche “amiche”. E a questo partito appartenevano e appartengono ancora i presidenti della Camera del lavoro, della Camera dell’economia, delle varie casse assistenziali e previdenziali. Allineati con l’Övp sono i due quotidiani locali, i settimanali, l’emittente radiofonica (unica voce alternativa è quella della radio-televisione pubblica, l’Orf).

Tutti parlano lo stesso linguaggio e il riferimento ideologico è quello della dottrina sociale della Chiesa. Che spiega tante cose, a cominciare – tanto per fare un esempio – dalla normativa sulla prostituzione, che è la più rigorosa dell’Austria (non consente l’esercizio della prostituzione, se non nei bordelli autorizzati, ma in tutto il Land non esiste un solo bordello autorizzato), per finire con l’atteggiamento nei confronti dell’omosessualità (qui si continua a chiamare Conchita Wurst con il suo nome anagrafico di Thomas Neuwirth).

Da questo punto di vista, il Vorarlberg è lontano anni luce da Vienna. Ma lo è anche fisicamente, perché situato all’estremo occidentale dell’Austria, chilometricamente più vicino a Parigi che alla capitale austriaca. Le differenze con il resto dell’Austria si notano e sono vistose, nel bene e nel male. Prevalgono quelle nel bene. Il Vorarlberg è un Land ricco, dove la povertà quasi non esiste e i servizi funzionano, ma è anche un Land solidale, che ha accolto e saputo integrare in proporzione il maggior numero di immigrati, dopo Vienna, e dove due cittadini su tre svolgono lavoro gratuito nei vigili del fuoco volontari, nelle istituzioni di soccorso, nell’assistenza ai malati, nei corsi di tedesco per stranieri.

D’ora in avanti non sarà più così, perché il monopolio del Partito popolare è finito. Il controllo del Land e delle varie istituzioni, che fanno dell’Austria l’ultima democrazia corporativa d’Europa, dovrà essere condiviso con altre forze politiche. I risultati elettorali di domenica hanno assegnato il secondo posto all’Fpö, che ha ottenuto il 23,4%. Potrebbe quindi tornare ad essere partner di governo con l’Övp. Ma il sindaco uscente e leader dei popolari, Markus Wallner, non ha escluso un’intesa con i Verdi, perché il loro successo elettorale “è un segnale – ha detto – che non si può non vedere”.

 

NELLA FOTO, l’esultanza dei Verdi, dopo lo scrutinio dei voti.

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