Sabato 18 Maggio 2024

LANDTAGSWAHLEN IN VORARLBERG: EGGERIeri abbiamo dato notizia delle elezioni per il rinnovo del Landtag (consiglio regionale) del Vorarlberg, che si svolgeranno oggi, e avevamo riferito che il Partito popolare (Övp), pur disponendo della maggioranza assoluta dei voti, per 35 anni aveva governato in coalizione con i liberalnazionali (Fpö). Soltanto nell’ultima legislatura, quella incominciata nel 2009, i popolari avevano rotto i rapporti con il loro partner tradizionale, scegliendo di stare da soli nella stanza dei bottoni.

Che cosa era accaduto di così grave da segnare la fine di un “idillio” durato per ben 5 legislature? Ieri avevamo accennato a una “dichiarazione antisemita” rilasciata in campagna elettorale del candidato capolista dell’Fpö, Dieter Egger, che l’Övp aveva ritenuto intollerabile. Ma il caso merita un piccolo approfondimento, perché nel dibattito politico austriaco aleggia sempre lo spettro di un passato di complicità e connivenza con il nazionalsocialismo non ancora adeguatamente metabolizzato.

La vicenda prende origine da un manifesto elettorale dell’Fpö, in cui si chiedeva che i sussidi ai genitori fossero destinati soltanto alle “famiglie locali”, allo scopo di favorire la crescita del tasso di natalità delle coppie austriache purosangue ed evitare in tal modo che “entro il 2050 la metà dei bambini del Vorarlberg siano musulmani”. Il manifesto aveva indotto il direttore del Museo ebraico di Hohenem (cittadina del distretto di Dornbirn che in passato ospitò una fiorente comunità ebraica, poi trasferitasi a Merano), Hanno Loewy, a pubblicare una lettera aperta, nella quale chiedeva provocatoriamente che cosa dovesse intendersi per “famiglie locali” e “famiglie non locali”.

Egger aveva colto l’occasione dell’apertura della campagna elettorale per replicare a Loewy, definendolo “ebreo in esilio venuto dall’America nel suo ben sovvenzionato museo”. Chiaro il riferimento agli “ebrei della costa orientale” degli Usa, che con i loro capitali condizionerebbero la politica mondiale, dando un consistente contributo finanziario anche al Museo ebraico di Hohenem. Si trattava di una affermazione palesemente falsa, perché Loewy non viene dagli Usa, ma è un cittadino tedesco che 5 anni prima era stato chiamato a dirigere il museo della località austriaca.

Ma ciò che conta non è tanto l’informazione falsa, quanto l’uso di un linguaggio allusivo tipico della propaganda antisemita della destra radicale austriaca (ne aveva fatto ampiamente uso Jörg Haider), ma talvolta anche della destra moderata. Il Partito popolare, per esempio, nelle polemiche che accompagnarono a suo tempo l’elezione di Kurt Waldheim alla presidenza della Repubblica, ne aveva attribuito l’ispirazione agli “ebrei della costa orientale”.

Per Egger si era trattato di una frase inconsueta nel suo lessico, mai sopra le righe, una frase che probabilmente gli era stata messa in bocca dagli organizzatori della propaganda elettorale dell’Fpö, per catturare i consensi delle frange più nazionaliste e antisemite dell’elettorato. Il governatore uscente Herbert Sausgruber, candidato capolista dell’Övp, aveva immediatamente chiesto a Egger una rettifica, ma questi si era rifiutato di farlo. Da ciò la decisione del Partito popolare di rinunciare all’alleanza con l’Fpö nella formazione del governo.

Una decisione che era stata possibile allora, ma con tutta probabilità non sarà più possibile dopo il voto di oggi. Si prevede, infatti, che l’Övp non raggiunga più il 50% dei suffragi e sia costretto a governare assieme ad un altro partito.

Quanto all’Fpö, nel 2009 aveva avuto un risultato elettorale strepitoso, raddoppiando i suoi voti, dal 12,94 al 25,13%, parte dei quali erano certamente dovuti all’insulto antisemita nei confronti del direttore del Museo ebraico di Hohenem.

 

NELLA FOTO, il candidato capolista dell’Fpö Dieter Egger.

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