Giovedì 14 Novembre 2024

Lo Stato austriaco eroga ogni anno contributi alle organizzazioni giovanili per 10,3 milioni di euro. I criteri sono stabiliti per legge, ma dal 1. gennaio è stato introdotto un criterio in più, che a molti è passato inosservato: le associazioni beneficiarie del finanziamento dovranno impegnarsi a intervenire contro ogni manifestazione di antisemitismo. In altre parole, non solo non dovranno essere antisemite, il che è ovvio, ma dovranno anche impedire che i propri aderenti o le proprie strutture abbiano comportamenti o manifestino idee antisemite. Se ciò accadesse, il contributo finanziario verrebbe negato.

L’idea di stabilire questo nuovo criterio è stata della sottosegretaria per la gioventù, Claudia Plakolm (nella foto), del Partito popolare (Övp), alla luce del numero crescente di episodi di antisemitismo, che colpiscono la comunità ebraica in quanto tale, ma che nulla hanno a che vedere con il dibattito su quanto sta avvenendo in questi mesi nello Stato di Israele e nella striscia di Gaza. Si può non condividere l’azione militare di Israele contro Hamas e giudicarla per le vittime che miete nella popolazione civile palestinese, ma questo non giustifica, per esempio, che venga incendiato l’edificio di culto annesso al settore ebraico del Cimitero centrale di Vienna.

Chi sono i destinatari della “torta”? In primo luogo le associazioni giovanili religiose della Chiesa cattolica, di quella evangelica e, naturalmente, della sempre più numerosa comunità islamica. È da quest’area che, di recente, sono venute le maggiori aggressioni verbali alla comunità ebraica, ma sempre in relazione a ciò che sta accadendo in Medio Oriente. Non c’erano connotazioni antisemite o, se c’erano, erano “mimetizzate” nell’antisionismo.

Più problematici gli atteggiamenti dei giovani dell’estrema destra, riuniti nel Ring Freiheitlicher Jugend. È qui che, di tanto in tanto, emergono rigurgiti di antisemitismo, come quando dalle loro sedi spuntano bandiere con la croce uncinata o altre reliquie del nazismo. O come quando spuntano canzonieri che esaltano l’Olocausto ed esortano “gli antichi Germani” a “dare gas”, per eliminare “un altro milione” di ebrei, da aggiungere ai 6 già assassinati nei lager della Seconda guerra mondiale (i versi citati si trovavano in un canzoniere nella sede della Burschenschaft Germania di Wiener Neustadt, di cui all’epoca era vicepresidente Udo Landbauer dell’Fpö, ora vicegovernatore della Bassa Austria).

Il Ring Freiheitlicher Jugend ha incassato nel 2021176.000 euro. Non sappiamo l’ammontare del contributo negli anni successivi e in quest’anno. L’emergere di altri atteggiamenti antisemiti potrebbe mettere a rischio le future erogazioni. I dirigenti dell’associazione non si erano accorti della nuova regola voluta da Plakolm e se ne sono dichiarati sorpresi, ma hanno anche assicurato che sottoscriveranno l’impegno contro l’antisemitismo.

I giovani dell’Övp hanno ricevuto 496.000 euro. Erano al corrente della nuova disposizione (del resto Claudia Plakolm è la loro presidente) e hanno assicurato che la rispetteranno. Lo stesso vale per i giovani socialdemocratici, che hanno ricevuto 263.000 euro. I Verdi, invece, non ne sapevano nulla, benché siano partner dell’Övp nel governo in carica, ma il provvedimento – hanno detto – va salutato con piacere, aggiungendo però che “alle parole devono seguire i fatti”. Ad essi spettano 169.000 euro. Come i Verdi, anche i giovani di Neos (partito liberale di centro) non si erano accorti della novità, che peraltro giudicano “fondamentalmente positiva”. Ad essi vanno 118.000 euro.

La situazione più problematica riguarda l’Österreichischer Pennaler Ring, che incassa annualmente 38.000 euro. È un’organizzazione di destra, a cui aderiscono le Burschenschaften universitarie più estreme. È in quest’area che spesso emergono atteggiamenti di antisemitismo e di richiamo esplicito al nazismo. Plakolm potrebbe tagliarle i fondi, ma, come vediamo, non sarebbe una perdita eccessiva, perché il “Ring” è quello che riceve meno aiuti dallo Stato.

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