Sabato 18 Maggio 2024

14.01.14 Esodo dalla Chiesa 9C13F3F1-B644-4DFB-BBC4-27C429C83435_v0_hContinua l’emorragia di fedeli dalla Chiesa austriaca. Anche nel 2013 se ne sono andati in quasi 50.000, un numero superiore a quello dell’anno precedente. Il fenomeno, evidentemente, non è soltanto austriaco, ma riguarda tutti i Paesi del mondo industrializzato, dove i fedeli praticanti sono in costante calo. In Austria, tuttavia, esso si può anche misurare con precisione, perché l’appartenenza alla Chiesa cattolica non deriva soltanto da una scelta indicata dai genitori al momento della nascita, ma da una manifestazione di volontà – di adesione o di rinuncia – che deve essere espressa formalmente, anche perché ad essa è legato un determinato prelievo fiscale.

 

Non si tratta di un privilegio specifico della Chiesa cattolica, ma di tutte le comunità religiose riconosciute in Austria  (una decina, tra cui, dal 1908, anche quella islamica), per le quali lo Stato garantisce, tra l’altro, libertà di culto e il finanziamento per l’insegnamento della religione nelle scuole. Il contributo finanziario assomiglia al nostro 8 per mille, ma consiste in un effettivo prelievo fiscale aggiuntivo. In altre parole, in Italia la scelta (o non scelta) dell’8 per mille non comporta un aumento del carico fiscale, mentre in Austria sì. Chi decide di uscire dalla Chiesa, non è più tenuto a versare, tramite il fisco, tale contributo.

 

Ecco dunque perché il numero di quanti decidono di andarsene non è un semplice dato statistico stimato, ma un numero preciso: nel 2013 le uscite sono state 54.845, più del 2012, quando erano state 52.336, con un aumento rispetto all’anno precedente del 4,8%. Su una popolazione di circa 8 milioni 400 mila abitanti, i cattolici sono ora 5,31 milioni, con un calo dell’1% rispetto allo scorso anno, quando erano 5,36 milioni.

 

Il dato di quest’anno non rappresenta per la Chiesa una sorpresa. Ormai da tempo il numero di quelli che se ne vanno è di quelle proporzioni, con la sola eccezione del 2011, quando le “fughe” salirono a 85.960 (ma quello era l’anno in cui erano venuti alla luce episodi di pedofilia e di violenze su minori in alcune istituzioni religiose). Semmai c’era chi si attendeva un riflusso, dovuto a quello che è stato definito “l’effetto Francesco”. Forse l’effetto c’è – la partecipazione alle liturgie e alle attività pastorali sembra aumentata, dopo l’elezione e le prime uscite del nuovo Papa – ma non si è fatta ancora sentire sul fronte degli abbandoni. Probabilmente è troppo presto e il fenomeno si avvertirà forse il prossimo anno.

 

Va segnalato che, accanto a chi se ne va, ci sono tuttavia altri che si avvicinano alla Chiesa o che vi ritornano, dopo che l’avevano lasciata. Siamo in presenza di numeri di gran lunga inferiori: 4.769 nuovi fedeli nel 2013, 4.447 nel 2012. Si tratta per lo più di stranieri immigrati. I “pentiti”, che erano usciti dalla Chiesa e che vi sono ritornati, sono stati 586 nel 2013 e 652 nel 2012.

 

Abbiamo accennato ai contributi versati tramite lo Stato. Secondo l’ultimo bilancio del 2012 ammontano a 418,5 milioni e rappresentano il 77,8% di tutte le entrate della Chiesa, che è di 537,9 milioni.

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