La Bassa Austria era e resta un feudo dell’Övp, la democrazia cristiana austriaca. Il mondo è cambiato, le ideologie sono morte, lo scenario dei partiti si è frammentato (anche in Austria, sia pure non nella misura che conosciamo in Italia), ma non qui, non in questo Land orientale dell’Austria, il più grande per superficie e per numero di abitanti. Così grande da poter racchiudere al suo interno l’enclave di Vienna capitale.
No, qui l’Övp è riuscito a conservare anche nelle elezioni regionali che si sono svolte ieri la maggioranza assoluta e ora, se lo volesse (ma riteniamo che non lo vorrà), potrebbe governare da solo, restando padre e padrone del Land, in grado di disporre a piacimento delle sue risorse (tante) e di affidare ai suoi uomini tutti gli incarichi (tanti anche questi) di competenza del Land.
La vittoria dei popolari non era mai stata in discussione. In discussione era soltanto la dimensione della vittoria. Gli ultimi sondaggi davano l’Övp al 45%: un risultato straordinario, di questi tempi, ma comunque inferiore al 50,79% delle precedenti elezioni del 2013. Il principale avversario, l’Spö (Partito socialdemocratico), si era posto come suo obiettivo principale quello di togliere all’Övp la maggioranza assoluta. Non c’è riuscito. Ieri sera, a spoglio delle schede ultimato, l’Övp era al 49,6%, che significa 29 seggi nel Landtag (il consiglio regionale) su 56: uno più della metà.
A che cosa è dovuto il successo? Oggi leggeremo le analisi dei commentatori, ma la prima impressione è che il merito sia tutto della candidata capolista, Johanna Mikl-Leitner, quella che anche noi italiani avevamo conosciuto nell’emergenza profughi del 2015, allora in veste di ministra degli Interni. Nei primi mesi del 2016 era stata “richiamata in patria” (Mikl-Leitner è nata e vive in Bassa Austria), per succedere a Erwin Pröll alla guida dell’Övp regionale. Pröll era stato per 25 anni leader indiscusso del partito e del Land, che aveva governato come un signore feudale e come il consenso di voti gli aveva permesso di fare.
Era tempo di cambiare timoniere e la persona adatta per assumere il comando era sembrata Mikl-Leitner, benché molto diversa per temperamento e qualità rispetto al predecessore. Meno provvista di doti oratorie, ma più capace di dialogare e più dotata di empatia. Johanna nella campagna elettorale non ha parlato alle folle, come sapeva fare alla perfezione Pröll, ma ha visitato uno a uno tutti i paesi della Bassa Austria, intrattenendosi a tu per tu con la gente.
Il risultato è questo 49,6% del tutto inaspettato ottenuto ieri. Un risultato accolto come un trionfo nella sede dell’Övp, dove si erano radunati tutti i “grandi” del partito, a cominciare dal cancelliere Sebastian Kurz, accorso appositamente da Vienna, come sempre accade quando c’è da festeggiare una vittoria. Nel commentare a caldo il risultato, Mikl-Leitner ha ribadito la volontà già espressa in campagna elettorale di “cercare la collaborazione con tutti i partiti”, ma non con “uno che fa danno al nostro Land”. Non lo ha nominato, ma il riferimento è l’Fpö, il partito della destra radicale, il cui candidato Udo Landbauer è stato travolto dallo scandalo del libro con canzoni naziste e antisemite della “Burschenschaft” di cui era vicepresidente. Mikl-Leitner aveva escluso già nei giorni scorsi la collaborazione con questo partito e lo ha confermato anche ieri sera in un’intervista televisiva. Una presa di posizione tanto più significativa, ove si consideri che nel governo nazionale l’Övp è alleato proprio con il partito dell’ultradestra.
Nelle elezioni di ieri in Bassa Austria l’Fpö ha raddoppiato i voti, passando dall’8,2 al 14,8 per cento, ma è un risultato al di sotto delle previsioni. Dopo il successo a livello nazionale e la partecipazione al governo di Vienna, qui ci si attendeva di sfiorare il 20%. Così non è stato. La vicenda delle canzoni antisemite, che esortavano a “dare gas” agli ebrei, evidentemente è costata cara. Ed è un bene che sia andata così, perché alcuni temevano che proprio questo rigurgito nazista potesse addirittura favorire l’Fpö. I vertici nazionali ne stanno traendo le conseguenze. Fino a ieri avevano coperto le spalle a Landbauer, ma è molto probabile che ora lo costringeranno a farsi da parte, nel tentativo di circoscrivere i danni.
Quanto agli altri partiti – tutti “nani” rispetto all’Övp – al secondo posto è stato confermato l’Spö con il 23,9% (+2,3, 13 seggi), terzo l’Fpö con il 14,8% (+6,6, 8 seggi), quarti i Verdi con il 6,4% (-1,5, 3 seggi), ultima la Neos con il 5,2% (era la prima volta che si candidava).
NELLA FOTO, la leader dell’Övp Johanna Mikl-Leitner, vincitrice delle elezioni di ieri, con accanto la figlia, mentre viene baciata dal cancelliere Sebastian Kurz.
______________________
Austria Vicina è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.