Sabato 18 Maggio 2024

Le elezioni in Austria riservano sempre delle sorprese, che per i giornalisti sono oro, perché a loro volta possono così sorprendere i lettori. Oggi invece in Bassa Austria, dove si è votato per la rielezione del Landtag, il consiglio regionale, non c’è stata alcuna sorpresa. Stando all’ultimo exit poll delle 19.57 (si veda la tabella), che ormai può considerarsi molto affidabile e pressoché definitivo, le previsioni della vigilia sono state in gran parte confermate. Soprattutto sono stati confermati i risultati più attesi: quello relativo all’Övp, il Partito popolare, egemone da sempre in questo Land, e quello relativo all’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista.

Il primo ha subito il crollo dei consensi che era stato previsto: è passato dal 49,6% delle precedenti elezioni del 2018 al 39,9% di oggi, con una perdita di 9,7 punti percentuali. Intendiamoci, il mondo non è finito per l’Övp, che resta il primo partito nel Land e che vedrà l’uscente Johanna Mikl-Leitner ancora nella veste di governatrice nei prossimi cinque anni. Ma è finita l’epoca di controllo assoluto di tutte le leve del potere, che da domani in poi dovrà condividere con altri, probabilmente con l’Spö, meno probabilmente con l’Fpö.

L’Fpö è il vero vincitore della giornata. Anche la sua vittoria era largamente prevista: ha guadagnato 9,4 punti percentuali, salendo al 24,2%; in questo modo ha scavalcato i socialdemocratici, assicurandosi il secondo posto.

Anche l’Spö è lo sconfitto della giornata: ha perso 3,3 punti percentuali, scendendo dal 23,9 al 20,6%. Non è una batosta così grave, come quella dell’Övp, ma probabilmente più gravida di conseguenze, perché potrebbe portare alle dimissioni del suo segretario regionale, Franz Schnabl, e far tremare addirittura la poltrona della segretaria politica a Vienna. Da quando Pamela Rendi-Wagner è alla guida dell’Spö – sono ormai quattro anni è mezzo – ha perso in quasi tutte le elezioni a cui si è dovuta presentare, fatta eccezione a Vienna e nel Burgenland (dove peraltro governa il suo principale avversario interno).

Il 5 marzo nelle elezioni in Carinzia l’Spö tornerà a vincere, grazie alla figura carismatica del suo leader Peter Kaiser. Ma il 23 aprile si vota nel Salisburghese e se anche là, come pare probabile, il partito dovesse perdere, i movimenti tettonici assumerebbero un grado tale della scala Richter da far rovesciare la poltrona di Rendi-Wagner. Nel 2024 si voterà per il Parlamento e il partito della sinistra austriaca non può pensare di affrontare quelle elezioni con una candidata capolista che appare ormai una perdente patentata.

Paradossalmente il voto di oggi non causerà molti scossoni nell’Övp nazionale. Potremmo sbagliarci, ma è nostra convinzione che la segreteria di Karl Nehammer, che è anche cancelliere, ne uscirà rafforzata. Anche in questo partito (e nel partito dei Verdi, che sono gli alleati del governo di Vienna) entrano in gioco le elezioni politiche del 2024. Övp e Verdi sanno entrambi che, se si andasse al voto subito, sarebbe per essi una catastrofe. Meglio, quindi, tener duro, andare d’accordo costi quel che costi, evitare qualsiasi crisi che porterebbe a elezioni anticipate e arrivare alla regolare scadenza della legislatura nell’autunno del 2024. Fino ad allora manca un anno e mezzo e in un anno e mezzo posso accadere tante cose.

Abbiamo parlato dei tre partiti principali, ma nella scheda di voto di oggi ne erano elencati otto. Nei risultati odierni troviamo al quarto posto i Verdi e al quinto Neos. Entrambi hanno visto crescere i loro consensi, sia pur di poco. I Verdi sono saliti al 7,6% (+1,2), Neos al 6,7% (+1,5). Entrambi si sono dichiarati soddisfatti del risultato. Sembra che la loro strategia sia quella dei piccoli passi, che dovrebbe consentire loro di crescere un po’ alla volta, ma inesorabilmente, a ogni elezione. Per Neos c’è solo la delusione di non aver ottenuto il numero di seggi necessari i nel Landtag per formare un gruppo. Ai non addetti ai lavori potrebbe sembrare una circostanza marginale, mentre invece significa una barca di soldi che il partito incassa proprio in quanto presente in consiglio con un proprio gruppo.

Rimangono tre partiti minori (tra cui il Partito comunista e quello formato dai no vax), che tutti insieme non hanno raggiunto l’1%.

Concludiamo riferendo come il risultato elettorale di oggi si riflette nell’attribuzione dei seggi. Nel Landtag ce ne sono 56, che dovrebbero essere ripartiti così: 23 all’Övp, 14 all’Fpö, 12 all’Spö, 4 ai Verdi e 3 a Neos.

Anche nella giunta regionale i seggi (quello del presidente e quelli degli assessori) vengono attribuiti non in base a un accordo politico, ma a un calcolo matematico. Lo avevamo spiegato venerdì. Eccoli: 4 all’Övp, 3 all’Fpö, 2 all’Spö. Nella giunta uscente l’Övp aveva 6 seggi su nove e poteva decidere quel che voleva; ora dovrà trovare di volta in volta una maggioranza con gli altri partner.

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