Lo scandalo dei finanziamenti illeciti all’Övp del Vorarlberg, camuffati da inserzioni pubblicitarie su un periodico del Wirtschaftsbund, coinvolge da ieri anche il governatore del Land, Markus Wallner (nella foto). Viene chiamato in causa da un testimone di cui non si conosce il nome, ma che ha rilasciato una dichiarazione giurata: Waldner non solo sarebbe stato a conoscenza del collaudato meccanismo, che consentiva di rimpinguare le casse del Partito popolare estorcendo soldi dagli imprenditori del Vorarlberg, ma avrebbe lui stesso esercitato pressioni affinché quei soldi fossero versati, promettendo in cambio i favori del Land alle aziende più “generose”.
Della vicenda avevamo già riferito in questo blog 31 marzo scorso. Su denuncia di un falegname, già vicepresidente della sua “corporazione”, la Procura di Stato aveva scoperto che il Wirtschaftsbund, associazione di imprenditori “vicini” all’Övp, avrebbe esercitato energiche pressioni sulle aziende iscritte, per costringerle ad acquistare spazi pubblicitari sulla rivista dell’associazione “Vorarlberger Wirtschaft” a tariffe assolutamente fuori mercato. Basti dire che la rivista aveva una tiratura limitata a 20.000 copie, che nessuno si sarebbe mai sognato di comprare. Veniva distribuita gratis agli associati e a pochi altri e di solito finiva rapidamente nel cassonetto della carta da riciclare.
Quei soldi poi sarebbero stati girati al partito, eludendo la legge che fissa limiti ai contributi di privati e ne impone in ogni caso la pubblicità. Inoltre, poiché il trasferimento del denaro sarebbe avvenuto clandestinamente, vi sarebbe stata un’evasione fiscale di circa 1,2 milioni di euro.
Lo scandalo ora sale di livello, non solo perché ne viene coinvolto lo stesso governatore del Land e segretario regionale dell’Övp, che finora ha sempre affermato di non saperne nulla, ma anche perché, se la dichiarazione giurata dell’anonimo testimone fosse confermata, si configurerebbe il reato di corruzione, per la promessa implicita di favori fatta agli imprenditori costretti a sborsare soldi al partito, sotto forma di inserzioni pubblicitarie.
Anche qui, come in Italia ai tempi di “mani pulite”, si sostiene a giustificazione che questi sono i costi della politica. Ma la scusa non regge. Sia perché quei costi in Austria sono lautamente rimborsati dallo Stato, che versa generosi finanziamenti a tutti i partiti in base al loro peso elettorale, rimborsa le spese elettorali, contribuisce alla formazione dei quadri finanziando le “accademie” presenti in ogni partito.
La scusa non regge anche per un’altra ragione. Quando il denaro circola al di fuori di ogni controllo è normale che qualcuno se ne approfitti. Nel Vorarlberg, per esempio, c’è un ex dirigente del Wirtschaftsbund che si è messo in tasca 5.000 euro in 10 comode rate da 500, un altro che si è accontentato di 1.000 euro, un altro ancora che ha ottenuto un prestito di 250.000 euro a interesse zero “come riconoscimento del suo grande lavoro”. E poi c’è chi ha ricevuto un premio assicurativo di 24.000 euro e chi si è ritrovato in regalo una Bmw da 60.000 euro. E c’è chi ha tenuto per sé 3.500 euro, dichiarando di averli donati alla Croce rossa, la quale a sua volta ha negato di averli ricevuti.
Già venerdì i partiti di opposizione – Fpö, Spö e Neos – avevano chiesto le dimissioni di Wallner. Gli stessi partiti hanno ottenuto la convocazione di una seduta straordinaria del Landtag (il consiglio regionale) per domani. In quella sede presenteranno una mozione di sfiducia, che peraltro non c’è alcuna possibilità che sia approvata: l’Övp conta 17 consiglieri su 36, avrà probabilmente il sostegno dei Verdi, alleati di governo, inoltre un consigliere indipendente (già capogruppo dei socialdemocratici) ha preannunciato che non approverà la mozione di sfiducia.
Per il momento, quindi, Markus Wallner non corre il pericolo di essere disarcionato. Ma le cose si farebbero complicate se le accuse che gli sono state mosse risultassero provate. Quando si tratta di soldi pubblici, gli elettori del Vorarlberg non perdonano.
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