Sabato 18 Maggio 2024

22.03.31 Magnus Brunner - CopiaA qualcuno piace vincere facile. Le elezioni, per esempio. Le si può vincere proponendo programmi convincenti, coinvolgendo parenti e amici, partecipando a tutte le ore del giorno e della notte a comizi, assemblee, tavole rotonde, trasmissioni in tv, facendo volantinaggio agli angoli delle strade. Tutto questo costa fatica. Fatica che si può evitare o limitare di molto disponendo di soldi, di molti soldi, in modo d’essere in vantaggio sulla concorrenza.

Nel Vorarlberg il Partito popolare (Övp) domina da sempre la scena politica con percentuali per molti anni superiori al 50. Alle ultime elezioni, nel 2019, aveva ottenuto il 43,5%, una maggioranza relativa in ogni caso schiacciante, perché la lista al secondo posto, quella dei Verdi, aveva meno della metà dei suoi voti.

Voti conquistati con la fatica del convincimento e del buon governo o grazie anche e soprattutto all’aiutino dei soldi, che rendono possibile una campagna elettorale costosa, ma martellante e dunque efficace? Il sospetto è che la seconda risposta sia quella giusta. In questi giorni l’Övp del Vorarlberg è indagato dalla Procura di Stato con l’accusa di aver incassato illecitamente migliaia di euro, con cui avrebbe finanziato le sue campagne elettorali, sforando il tetto di spesa stabilito per i partiti politici.

Il trucco per ottenere sottobanco i finanziamenti e così “vincere facile” sarebbe quello teorizzato da Heinz-Christian Strache nell’ormai leggendaria conversazione notturna sull’isola di Ibiza, registrata da una videocamera nascosta. L’allora leader dell’Fpö, partito dell’estrema destra sovranista, conversando con una miliardaria russa, aveva elencato una serie di nomi noti della finanza e dell’industria austriaca, osservando che “tutti finanziano tutti”, ovvero procurano soldi ai partiti, a tutti i partiti, per averne in cambio il loro “aiuto” al momento del bisogno. Ma il denaro, ovviamente, non viene versato direttamente nelle casse dei partiti, per non dare troppo nell’occhio. Viene fatto arrivare discretamente tramite associazioni collaterali di comodo

L’Övp, per esempio, per attingere a questi fondi clandestini si era servito dell’associazione Pro Patria, la cui unica funzione, evidentemente, era quella di organizzare questo traffico di denaro. Due anni fa, dopo l’avvio delle indagini della magistratura messa in guardia dal video di Ibiza, l’associazione Pro Patria era stata immediatamente sciolta, nel disperato tentativo di fare scomparire ogni traccia.

Ma nel Vorarlberg Pro Patria non era attiva. Qui, secondo le indagini in corso, il ruolo di intermediario sarebbe stato svolto dal Wirtschaftsbund, l’associazione che riunisce gli imprenditori “vicini” all’Övp. In particolare alla vigilia di elezioni importanti regionali o nazionali, il Wirtschaftsbund avrebbe esercitato energiche pressioni sulle aziende iscritte, per costringerle ad acquistare spazi pubblicitari sulla rivista dell’associazione “Vorarlberger Wirtschaft” a tariffe assolutamente fuori mercato. Basti dire che la rivista ha una tiratura limitata a 20.000 copie, che nessuno si sognerebbe mai di comprare. Viene distribuita gratis agli associati e a pochi altri e di solito finisce rapidamente nel cassonetto della carta da riciclare.

La testata era sfogliabile anche in una versione digitale sul web e chi l’ha vista ha verificato la presenza di spazi pubblicitari quasi in ogni pagina. Da un paio di giorni, tuttavia, il sito web non è più accessibile. La tesi della Procura di Stato è che quegli spazi pubblicitari, pagati a prezzi superiori alla norma, servissero a rimpinguare le casse del partito di riferimento.

Gli inquirenti non se la sono sognata di notte una simile ipotesi. Si sono mossi su denuncia di un falegname, tale Michael Stadler, già vicepresidente della Corporazione dei falegnami, artigiani aderenti al Wirtschaftsbund. Stadler è stato intervistato martedì sera nel corso del telegiornale Zib 2 e ha spiegato come lui e i suoi colleghi fossero stati costretti a sborsare migliaia di euro per una pubblicità sul “Vorarlberger Wirtschaft”, di cui non sentivano assolutamente il bisogno, solo perché quei soldi servivano a finanziare la campagna elettorale dell’Övp. “Siamo stati tormentati in modo insistente – si è sfogato – affinché accettassimo di fare quella pubblicità”. Una specie di “pizzo” che avrebbe fruttato all’Övp del Vorarlberg svariate centinaia di migliaia di euro all’anno.

Le conseguenze per il Partito popolare potrebbero presentarsi ora su due piani, ammesso che il finanziamento illecito possa essere dimostrato. Il primo piano è quello penale, perché il traffico di denaro sarebbe avvenuto in violazione della legge che disciplina il finanziamento ai partiti e le spese elettorali. Vi è poi un secondo piano di natura fiscale: quei non pochi soldi sarebbero stati incassati senza versare le imposte dovute.

Lo scandalo rischia di non limitarsi al Vorarlberg, ma di estendersi a livello nazionale. Gli uffici finanziari che dovranno indagare sulla presunta evasione fiscale, infatti, fanno capo al Ministero delle Finanze, che è guidato dal ministro Magnus Brunner, quasi fresco di nomina (ha preso il posto di Gernot Blümel, pure dell’Övp, costretto a dimettersi perché indagato per corruzione e falso). Ora si dà il caso che Brunner venga dal Vorarlberg, dove in passato era stato direttore del Wirtschaftsbund, proprio l’associazione sospettata di estorcere denaro dai propri aderenti per finanziare il suo partito.

 

NELLA FOTO, il ministro delle Finanze, Magnus Brunner, ex direttore del Wirtschaftsbund, su cui ora dovrà indagare proprio il suo ministero.

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