Sabato 18 Maggio 2024

11.01.26 Vienna, Kunsthistorisches Museum, Ritratto di uomo barbuto di TintorettoIl Kunsthistorisches Museum di Vienna è tra i più visitati al mondo e il più visitato a Vienna. Lo confermano anche le statistiche relative al 2010, dalle quali risulta che un milione e 300 mila persone hanno varcato lo scorso anno la sua soglia. Del resto, è più che comprensibile: la ricchezza delle opere esposte, appartenute un tempo alla collezione degli Absburgo, ne fa uno dei musei più importanti al mondo.

È la Gemäldegalerie al primo piano del palazzo sul Ring il settore di maggiore interesse. In quella pinacoteca sono custoditi i capolavori di alcuni tra i maggiori artisti di tutti i tempi, da Tiziano a Mantegna, da Raffaello a Perugino, da Tintoretto a Veronese, da Correggio a Caravaggio, a Tiepolo, per citare soltanto gli italiani e nemmeno tutti. Sono gli “antichi maestri” di cui Reger – indimenticabile protagonista dell’omonima opera di Thomas Bernhard, ambientata nel Kunsthistorisches Museum – cerca i difetti, perché “il tutto e il perfetto non lo sopportiamo”.

Il Reger di Bernhard si reca ogni due giorni nel Kunsthistorisches Museum, per studiare puntigliosamente gli “antichi maestri”, scovarne le imperfezioni e in questo modo disinnescarne la minaccia insita nella “pretesa oppressiva del capolavoro”. Ogni due giorni, tranne il lunedì, Reger visita il Kunsthistorisches Museum, si siede sulla panca rivestita di velluto della sala Bordone e osserva comodamente l’Uomo dalla barba bianca di Tintoretto. Così da trent’anni.

Ma non è a personaggi come quello creato da Bernhard che il museo deve la sua fortuna. Il record di visitatori è dovuto al suo patrimonio espositivo e, allo stesso tempo, alla strategia introdotta dall’ex direttore Sigfried Seipel, fatta propria dalla successora Sabine Haag, di abbinare ai capolavori di casa esposizioni temporanee dedicate a singoli artisti o a temi particolari. Uno stratagemma per costringere a ritornare nel museo anche chi lo ha già visitato, a cominciare dai viennesi (non necessariamente con l’assiduità ossessiva del Reger di Bernhard). Basti dire che lo scorso anno sono state vendute 32.000 tessere annuali, al prezzo straordinariamente basso di 29 euro, che hanno consentito ai loro titolari di entrare nel museo quando ne avevano voglia o tempo.

Un altro fattore che ha contribuito all’aumento dei visitatori è certamente quello dell’ingresso gratuito consentito dal 1. gennaio 2010 a tutti i giovani con meno di 19 anni. Ma non è stato determinante. Nonostante l’ingresso gratuito per i giovani e nonostante gli abbonamenti annuali, è aumentato anche il numero dei biglietti normali staccati alla cassa. Insomma, il Kunsthistorisches Museum sta attraversando un momento magico.

Momento che potrebbe ripetersi anche nel 2011, visto il calendario di eventi speciali in programma. Ne citiamo alcuni, cominciando dal performer, regista di teatro e d’opera, coreografo, editore, autore e artista visivo belga di fama internazionale Jan Fabre. Di lui sono note soprattutto le opere realizzate con l’inchiostro blu delle penne bic, nelle quali unisce l’amore per il disegno alla passione per gli insetti. Le opere “bic-art”sono infatti ispirate all’Ora blu, così chiamata dal bisnonno, famoso entomologo, per definire il momento di passaggio tra la notte e il giorno. L’Ora blu è quella in cui gli insetti notturni vanno a dormire e si risvegliano quelli diurni. E Die Jahre der blauen Stunde (Gli anni dell’ora blu) è anche il titolo dell’esposizione che il Kunsthistorisches Museum dedicherà a Fabre da maggio ad agosto. Un evento curioso, oltre che interessante, perché il Kunsthistorisches è un museo di arte antica, mentre Fabre appartiene alla contemporaneità, anche se si ispira al passato, in particolare ai pittori classici fiamminghi.

Un’altra curiosità da segnalare: L’ora blu è anche il nome di una collezione di sei tazzine da caffè ideata da Fabre per il caffè Illy e prodotte in un numero limitato.

Tornando al programma 2011 del museo viennese, va segnalata la mostra Dürer, Cranach, Holbein, allestita in collaborazione con la Hypo-Kulturstiftung di Monaco. La rassegna è curata da Karl Schütz, direttore delle gallerie di pittura del Kunsthistorisches. Si intitolerà La scoperta dell’uomo, nella fase di passaggio dal tardo Medioevo all’inizio dell’Era moderna. A Vienna la mostra sarà visitabile dal 31 maggio al 4 settembre; poi si sposterà a Monaco.

I mesi autunnali, dal 18 ottobre in poi, accompagneranno un’altra mostra dal titolo Wintermärchen (Fiabe d’inverno). Sarà un viaggio attraverso la rappresentazione dell’inverno nell’arte europea, a cominciare dai celebri quadri di Bruegel fino a Beuys.

Insomma, gli stimoli per visitare o rivisitare il Kunsthistorisches Museum non mancano. Uno stimolo non marginale, che dura nel tempo, è sicuramente stato anche il libro di Bernhard, pur così spietato nei confronti degli “antichi maestri”. Nessuna altra sala del museo viennese è così ricercata dai visitatori come la sala Bordone, quella dove il personaggio di Thomas Bernhard osserva l’Uomo dalla barba bianca. Alcuni entrano appositamente nel museo soltanto per vedere quella sala e quella panca rivestita di velluto che hanno ispirato lo scrittore austriaco, svela Sylvia Ferino-Pagden, direttrice della pinacoteca. E solo allora scoprono che davanti alla tela del Tintoretto quella panca non c’è e che, anzi, la sala Bordone non esiste affatto. Una pura invenzione di Bernhard. O una licenza poetica, se così vogliamo dire.

Nella foto, la celebre tela di Tintoretto L’uomo dalla barba bianca esposta al Kunsthistorisches  Museum e al centro del libro di Thomas Bernhard Antichi maestri.

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