Sabato 18 Maggio 2024

In Austria ci sono ristoranti specializzati per famiglie con bambini, ospiti con animali al seguito, persone con handicap, clienti vegani. Ora abbiamo scoperto che c’è anche un ristorante per “ariani”. Sì, proprio così: ariani. Si trova a Millstatt, sulle sponde dell’omonimo lago, ed è gestito da Stefan Larcher (nella foto).

Parlare oggi di ariani lascia interdetti. È un vocabolo che si usa con le pinze in un Paese come l’Austria, che ha un recente passato in cui gli ariani si consideravano la razza superiore, destinata a dominare il mondo e renderlo “judenfrei”, libero dagli ebrei.

Ebbene, Stefan Larcher ha annunciato nella sua pagina web che dal prossimo anno una volta al mese si terrà nel suo locale una “giornata ariana” (le parole usate sono state “Festival della cucina ariana”). Che cosa intendesse non era ben chiaro, ma il semplice annuncio ha fatto drizzare le antenne alla Direktion Staatsschutz und Nachrichtendienst (Dsn), ovvero il servizio del Ministero degli Interni che si occupa di sicurezza interna.

L’impressione era che Larcher volesse organizzare raduni mensili di nostalgici del baffetto. Era una ipotesi non campata in aria, considerando che già nel gennaio dello scorso anno aveva annunciato su Instagram che non avrebbe più servito nel suo locale clienti “vegani, hippies (ma esistono ancora?, nda), ambientalisti e arabi”. La sua decisione di allora aveva suscitato clamore ed era stata avviata una indagine nei suoi confronti, che è ancora in corso, benché Larcher nel frattempo si fosse scusato e avesse assicurato che d’ora in avanti avrebbe aperto la porta a tutti, a prescindere dalla loro appartenenza etnica.

Le indagini della Dsn sulla nuova idea del gastronomo carinziano, quella del festival ariano mensile, sono state aperte e subito chiuse, una volta accertato che il progetto non presentava elementi che riconducessero alla legge che vieta in Austria la ricostituzione e la propaganda del nazismo. Larcher questa volta ha ammesso di aver scelto parole non opportune, ma con “cucina ariana” non intendeva in alcun modo riferirsi ad aspetti razziali. Intendeva dire semplicemente “cucina tipica della zona”.

Ha detto la verità o ha tentato semplicemente di fare marcia indietro, per evitare le conseguenze di un’accusa di apologia del nazismo, che in Austria e in Germania è severamente perseguita (a differenza dell’Italia, dove fascisti vecchi e nuovi possono scorrazzare dove vogliono con il braccio alzato nel saluto al duce, senza che la polizia intervenga)? Il dubbio resta, soprattutto se si dà un’occhiata al suo ristorante e alla sua offerta gastronomica, che non è quella tipica di una cucina austriaca, ma un po’ transnazionale, con particolare attenzione ai piatti italiani (dalla burrata ai calamari, dagli spaghetti alle lasagne). Particolarmente ampia, poi, è l’offerta di pizze, tutte con nome italiano.

Dimenticavamo di darvi il nome del ristorante del “festival ariano”: si chiama Ristorante-Pizzeria Peppino (nella foto). Si trova a Millstatt, in Seemühlgasse 57, proprio in centro al paese.

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