Ogni giorno che passa si allunga la lista dei sindaci austriaci che, avvalendosi del loro piccolo potere, si sono fatti iniettare in anticipo il vaccino che dovrà immunizzarli dal virus, che qui ha fatto finora 7.389 morti. Avrebbero dovuto aver cura del loro “gregge” e farsi vaccinare per ultimi, come il comandante della nave che affonda e che rimane sul ponte finché l’ultimo uomo del suo equipaggio è salito su una scialuppa di salvataggio. Ma anche l’Austria ha i suoi “Schettino” e anche le loro giustificazioni assomigliano molto a quelle dell’ufficiale italiano: hanno voluto il vaccino – dicono – per poter prestare meglio la loro opera di assistenza nelle case di riposo del Comune, non per salvarsi la pelle.
Ora qualche Procura di Stato sta indagando sul loro comportamento, ma non ne emergerà nulla di illecito, possiamo starne certi, perché la scala delle priorità nelle vaccinazioni, stabilita dal Ministero della Salute (vedi sotto), ha valore soltanto di raccomandazione, senza obbligare nessuno. Nulla poena sine lege.
In presenza di una raccomandazione non vincolante, era evidente che molti ne avrebbero approfittato. Il dibattito che si è aperto sui politici che hanno saltato la fila – ha scritto Alfred Lobnik, in un editoriale pubblicato sulla “Kleine Zeitung” – può stupire soltanto chi non sia cresciuto in Austria. “Il modo di atteggiarsi degli austriaci per accaparrarsi qualcosa – ha annotato con amara ironia il giornalista stiriano – appartiene al patrimonio culturale dell’umanità: mettersi in mucchio, in modo che non si sappia bene chi è il prossimo. Questo consente agli uni di scavalcare gli altri senza dare nell’occhio e agli altri di seminare discordia perché questo accade”.
Le disposizioni date per le vaccinazioni in corso sembrano scritte apposta per favorire questo “patrimonio culturale”. Non c’è da stupirsi che ad approfittarne siano stati i sindaci – naturalmente solo alcuni, non tutti – che nelle loro piccole comunità sono padri-padroni o, come vengono definiti qui, “Ortskaiser” (imperatori del luogo).
In Austria il ruolo di sindaco è assimilabile a un mestiere, che si esercita per gran parte della vita. Qualche anno fa, in Carinzia, era stato festeggiato uno di questi “Ortskaiser”, che aveva deciso di mollare alla veneranda età di 90 anni.
A un incarico pubblico che assomiglia molto a un lavoro a tempo pieno deve corrispondere un adeguato compenso. Le indennità non sono le stesse in tutta l’Austria, variano da Land a Land e a seconda del numero di abitanti. Prendiamo per esempio la Carinzia. Qui nei Comuni più piccoli (fino a 1.000 abitanti) l’indennità è di poco superiore ai 3.000 euro. Cresce ogni 500 abitanti e si raddoppia (6.855 euro) nei comuni tra 15.000 e 20.000 abitanti. Nei Comuni con popolazione superiore (in Carinzia sono Klagenfurt, Villaco e Wolfsberg) il compenso sale a 7.520,60 euro.
La faccia positiva della medaglia è che sindaci “in servizio permanente effettivo” e così ben pagati in genere conoscono meglio il loro paese e sanno anche amministrarlo meglio. Quella negativa è che un potere esercitato così a lungo può dare a qualcuno un senso di ebrezza e di onnipotenza e indurlo a fare ciò che vuole e anche a credere, per esempio, che saltare la fila nella lista di attesa per le vaccinazioni sia, in fin dei conti, un suo diritto.
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Nella somministrazione del vaccino contro il Covid-19 è stata definita la seguente tabella di marcia, che tuttavia, come dicevamo, vale soltanto come raccomandazione e non ha carattere vincolante.
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MASSIMA PRIORITÀ: 1) Persone con più di 80 anni. 2) Ospiti di case per anziani e residenze sanitarie. 3) Personale del servizio sanitario di categoria I: pronto soccorso, assistenza ai pazienti Covid, odontoiatri, tecnici di laboratorio addetti ai test Covid, geriatria, medicina dei trapianti, oncologia, neonatologia.
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PRIORITÀ MOLTO ELEVATA: 1) Persone tra i 75 e i 79 anni. 2) Persone con patologie ad alto rischio: trisomia, persone che abbiano subito trapianti, casi di demenza, dialisi cronica. 3) Personale del servizio sanitario di categoria II: reparti di malattie infettive, medici del servizio di soccorso, ambulatori di medicina generale e pediatria, oculistica, personale addetto alle vaccinazioni. 4) Personale addetto all’assistenza mobile, assistenza ai malati, assistenza alle persone 24 ore su 24.
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PRIORITÀ ELEVATA: 1) Persone con malattie pregresse ad alto rischio: malattie tumorali, adiposità, patologie ai reni, al fegato, ai polmoni, immunodeficienza, diabete mellito, fibrillazione atriale, aids, malattie coronariche, insufficienza cardiaca, malattie cerebrovascolari, malattie autoimmuni, ipertensione arteriosa, reumatismi, asma, handicap fisici e mentali. 2) Immigrati richiedenti asilo e il personale addetto ai centri di accoglienza. 3) Ospiti di ostelli per senzatetto e il personale addetto. 4) Detenuti in carcere e agenti di custodia. 5) Persone in stretto contatto con donne in stato di gravidanza. 6) Personale del servizio sanitario di categoria III: dermatologia, ortopedia, centri termali, farmacie, personale addetto alle pulizie. 7) Pompe funebri, assistenza religiosa, assistenza sociale. 8) Persone tra i 70 e i 74 anni.
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PRIORITÀ MODERATAMENTE ELEVATA: 1) Persone tra i 65 e i 69 anni. 2) Il restante personale sanitario. 3) Tutto il personale delle scuole, delle scuole materne e degli asili nido. 4) Lavoratori in ambienti che favoriscono il contagio (distanziamento non rispettabile, scarsa areazione dei locali, formazione di aerosol). 5) Personale con funzioni chiave nei governi federale e regionali, militari, vigili del fuoco, operatori ecologici, addetti ai trasporti pubblici.
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PRIORITÀ MODERATA: 1) Persone tra i 60 e i 64 anni. 2) Lavoratori del commercio al dettaglio. 3) Lavoratori nella gastronomia e nel turismo. 4) Persone costrette a viaggiare per ragioni di lavoro. 5) Prestatori di servizi non sanitari alle persone (parrucchieri, manicure, massaggiatori ecc.). 6) Operatori culturali con rischio molto elevato di contagio (film, musica). 7) Atleti che svolgono attività agonistica ad alto livello e chi esercita professioni con stretto contatto alle persone.
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PRIORITÀ MODESTA: 1) Atleti dilettanti di discipline che comportano contatto con le persone. 2) Operatori culturali con rischio elevato di contagio (cori, teatri). 3) Insegnanti e professori in università.
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PRIORITÀ GENERALE: Tutte le altre persone tra i 16 e i 60 anni.
Non è prevista la vaccinazione per ragazzi e giovani fino ai 16 anni, per donne in stato di gravidanza, per persone che presentano controindicazioni.
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