Lunedì 2 Dicembre 2024

21.01.23 Jakob Strauss, vicepresidente Land CarinziaL’Austria – come l’Italia e come tutti i Paesi del mondo – ha stabilito delle priorità nella somministrazione dei vaccini. Le categorie sono sette e all’interno della prima vi sono gli ultraottantenni e gli ospiti di case di cura e di riposo, ovvero i luoghi dove finora la percentuale dei morti ha sfiorato il 50%. Ma anche in Austria c’è chi salta la fila e passa in testa. Anche tra questi “furbetti” ci sono delle categorie: al primo posto vengono i sindaci, seguiti dalle mogli dei sindaci e poi dai parenti e dagli amici. Nella tabella delle priorità figurerebbero nella settima categoria, ovvero l’ultima, ma ai “furbetti” sono concesse delle deroghe. O si sono concessi delle deroghe.

Non ne saremmo a conoscenza se per fortuna non ne avesse riferito la stampa locale austriaca. In ogni Land ci sono una o più testate giornalistiche, che sanno fare il loro lavoro. Uno dei casi che ha fatto parlare prima di sé riguarda il sindaco di Feldkirch (Vorarlberg), Wolfgang Matt, 65 anni, dell’Övp (Partito popolare). Per età si sarebbe dovuto trovare al quarto gradino dei sette dell’elenco dei vaccinabili, mentre invece è stato uno dei primi.

Si trovava nella casa di riposo di Feldkirch-Gisingen proprio mentre si stava iniettando il siero agli ospiti. Era avanzata un’ultima fiala e, già che c’era, ne aveva approfittato. Quando in seguito gli è stato contestato che quell’ultima fiale andava data ad altre persone che ne avrebbero avuto più bisogno per età o perché in condizioni di rischio, aveva replicato che in quel momento non ce n’erano e che non c’era tempo per cercarne altre, perché il siero, una volta aperta la fiala, va iniettato entro due ore. Per essere più convincente, aveva citato a testimone la dottoressa della casa di riposo, Susanne Furlan. Ma questa, intervistata dal giornale locale, lo aveva smaccatamente smentito: “C’era fuori ancora molta gente, che avrebbe avuto più urgente bisogno di quel vaccino”.

Non è l’unico episodio del genere nel Vorarlberg. Già la scorsa settimana il direttore della Croce rossa, Roland Gozzi, aveva scavalcato i candidati alla vaccinazione e, con lui, altri operatori dell’istituzione e persino alcuni loro familiari.

Dal Vorarlberg, che si trova all’estremo occidentale dell’Austria, ci spostiamo nel Land confinante, il Tirolo. Qui la Tiroler Tageszeitung riferisce che in parecchi comuni non sono state rispettate le precedenze, per fare un “favore” ad amici, in genere amministratori comunali e loro congiunti.

Il quotidiano di Innsbruck riferisce in particolare il caso di un sindaco di un comune limitrofo al capoluogo, senza farne il nome. In una casa di riposo erano avanzate 50 dosi. Anziché richiamare altri ultraottantenni non ricoverati nell’ospizio, ne avevano approfittato persone del comune, tra cui il sindaco e la moglie. Al cronista locale che gli aveva chiesto spiegazioni, il sindaco aveva dichiarato di essere lui stesso “persona a rischio”, perché reduce da un’operazione al cuore. A rischio anche la moglie? Non aveva dato risposta.

In Alta Austria la pratica dei sindaci di “saltare la fila” sembra più diffusa che altrove. E le giustificazioni fornite sono le più varie. Stefan Karlinger, per esempio, sindaco socialdemocratico di Enns, ha spiegato di aver diritto alla precedenza nella vaccinazione in quanto parente di due anziani ospiti della casa di riposo.

Vaccinato con priorità anche il sindaco di St. Georgen an der Gusen, Erich Wahl, anche lui socialdemocratico. Curiosa la sua motivazione: in quanto sindaco sarebbe responsabile della casa di riposo e a capo del personale che vi lavora; quindi anche lui persona a rischio con diritto al vaccino. In realtà nel sito web della casa di riposo il sindaco non è menzionato, mentre appare il nome di un altro sovrintendente.

A Eberschwang – siamo sempre in Alta Austria, mandamento di Ried – per non sbagliare si è vaccinato, scavalcando altri vecchi, non solo il sindaco socialdemocratico, ma anche i due vicesindaci, uno dell’Spö e l’altro dell’Fpö.

A Vienna non sono stati segnalati, almeno finora, evidenti abusi nelle vaccinazioni, forse perché nella capitale l’organizzazione sanitaria è eccellente e sicuramente dove erano avanzate delle dosi si disponeva già di elenchi di “riserve”, per sapere a chi destinare il sovrappiù. Dalla Kronen Zeitung apprendiamo di un solo episodio nel quartiere periferico di Florisdorf. Qui erano avanzate fiale di vaccino in una casa di riposo. Che fare? Si è pensato al parroco della chiesa più vicina, peraltro ultraottantenne e quindi pienamente titolato o ricevere il vaccino, e alle suore di un convento. Le fiale restanti sono state utilizzate per i familiari del personale.

E in Carinzia? Anche qui si sono verificati degli abusi. Quello che fa più parlare riguarda il vicepresidente del Landtag (il consiglio regionale del Land), Jakob Strauss, socialdemocratico, da 19 sindaco di Sittersdorf (nella foto). Il direttore della locale casa di riposo gli aveva telefonato per proporgli la vaccinazione, nonostante la sua età relativamente giovane. Come lui hanno fatto altri sindaci della zona, quasi tutti socialdemocratici, con relative consorti.

La reazione del governatore Peter Kaiser, lui pure socialdemocratico, è stata di grande irritazione. Non ci ha pensato due volte e ha presentato un esposto alla Procura di Stato: se qualcuno ha sbagliato, che paghi, anche se compagno di partito. Il portavoce dall’autorità giudiziaria a Klagenfurt, Markus Kitz, ha confermato che saranno svolti accertamenti per verificare se gli episodi segnalati siano perseguibili penalmente.

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