Lunedì 7 Ottobre 2024

nationalfeiertag-16-9-040640962304-4096x2304 - CopiaIl 26 ottobre 1955 – ieri, 65 anni fa – gli ultimi soldati alleati, vincitori della Seconda guerra mondiale, lasciavano definitivamente l’Austria, dopo un’occupazione durata 10 anni. Contemporaneamente entrava in vigore una legge costituzionale che dichiarava l’Austria Paese neutrale. Dieci anni dopo la data del 26 ottobre fu scelta come giorno di festa nazionale e da allora viene celebrata ogni anno come giornata festiva (uffici e fabbriche chiuse, studenti a casa, giornali assenti dalle edicole), con caserme aperte ai visitatori civili, una esposizione di armi e mezzi militari nella Heldenplatz e una solenne manifestazione nella stessa piazza, con la partecipazione delle massime autorità dello Stato.

20.10.27 Vienna, Heldenplatz, NationalfeiertagGià lo scorso anno l’evento nella Heldenplatz si era svolto in tono minore: l’Esercito in bolletta aveva dovuto ridimensionare lo schieramento del suo parco mezzi per ragioni di bilancio. Quest’anno la cerimonia è stata “contagiata” dal Covid-19. Si è svolta sempre nella “piazza degli eroi”, ma senza pubblico e con le presenze ridotte al minimo. C’erano il Capo dello Stato, Alexander Van der Bellen, il cancelliere Sebastian Kurz, il sindaco di Vienna Michael Ludwig, la ministra della Difesa Klaudia Tanner e pochi altri.

Anche il tradizionale giuramento delle reclute si è svolto in forma simbolica. Su un palco montato di fronte a quello delle autorità sono state schierate soltanto 12 reclute, in rappresentanza di altre 300 del loro contingente. Ma forse proprio per questa cerimonia ridotta all’osso, in una Heldenplatz spettralmente deserta, la ricorrenza del 26 ottobre ha assunto nella sua 51.ma edizione un valore simbolico più efficace, quasi una metafora dell’Austria colpita dalla pandemia, ma decisa a opporvisi con tutte le sue forze.

Che cosa ci ha colpito di più dell’evento? Certo le sagge parole del Capo dello Stato, che ha invitato a combattere insieme la pandemia. Ma siamo rimasti colpiti anche da alcuni aspetti forse marginali della cerimonia. Per esempio, le brevi allocuzioni dei cappellani militari. Uno dopo l’altro, si sono rivolti ai soldati presenti quello cattolico, quello protestante, quello ortodosso (la comunità serba è quella più numerosa tra i gruppi nazionali non appartenenti all’Ue), quello musulmano e infine quello ebreo. Proprio pochi giorni fa la ministra della Difesa Tanner aveva rimosso dall’incarico l’imam islamico per la sua propaganda jihadista. Evidentemente si è provveduto subito alla sua sostituzione, perché non ci fosse un vuoto nella cerimonia di ieri.

Un altro momento che ci ha colpito è stato proprio quello della cerimonia del giuramento. Due reclute – una ragazza e un ragazzo – sono uscite dallo schieramento per leggere al microfono la formula del giuramento. Quando l’obiettivo della telecamera li ha inquadrati da vicino, si è capito chiaramente, nonostante il volto coperto dalla mascherina, che il ragazzo veniva da una famiglia cinese.

Ecco, la Festa nazionale del 26 ottobre 2020, che l’agenzia di stampa Apa aveva annunciato come una “festa nazionale nella stanza di soggiorno” (perché gli austriaci l’avrebbero potuta seguire soltanto seduti a casa davanti al televisore), ha messo in evidenza più che in passato la metamorfosi demografica del Paese. L’Austria di oggi è fatta per oltre il 16% da persone immigrate, senza le quali avrebbe soltanto 7 milioni di abitanti, in buona parte vecchi.

Naturalmente i “nuovi austriaci” non sono tutti afghani o iracheni, approdati nelle ultime ondate migratorie, come molti sono portati a credere, ma che rappresentano in realtà una modesta minoranza. Oltre la metà dei quasi 1,5 milioni di stranieri sono europei di altri Paesi dell’Ue (ci siamo anche noi). Gli extracomunitari sono poco più di 700.000 e tra essi il gruppo più numeroso è quello serbo, seguito dal turco. Poi vengono tutti gli altri, compresi i cinesi, uno dei quali abbiamo visto ieri giurare fedeltà alla sua nuova patria.

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L’ampio servizio che l’Orf ha dedicato alla celebrazione del 26 ottobre lo si può rivedere qui. Mostra molte immagini della cerimonia nella Heldenplatz, alternate ad altri servizi. Ricordiamo che il link è al sito della videoteca dell’Orf, i cui programmi sono accessibili soltanto per sei giorni.

Un altro video che proponiamo ai nostri lettori ci viene offerto dal cancelliere Sebastian Kurz. Si intitola “Wir sind Österreich” e lo so può vedere qui.

NELLA FOTO, il Capo dello Stato Alexander Van der Bellen, al centro, con le altre massime autorità (da destra, il cancelliere Sebastian Kurz, il sindaco di Vienna Michael Ludwig, la ministra della Difesa Klaudia Tanner, tutti con mascherina al viso) accolti al loro arrivo nella Heldenplatz dal comandante del picchetto del Gardebataillon.

Nella foto successiva, una panoramica dall’alto della Heldenplatz, la “piazza degli eroi”, spettralmente deserta e transennata; si vedono soltanto al centro le due tribune, su una delle quali sono già scherate le 12 reclute scelte per la cerimonia del giuramento.

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