Sabato 18 Maggio 2024

17.12.27 Karin Kneissl. ministra esteriMentre in Austria nel nuovo governo di centrodestra c’è piena sintonia in materia di immigrazione, l’intesa è stata raggiunta a fatica su quello dell’Europa. Il programma di 182 pagine, sottoscritto anche dai nazional-populisti dell’Fpö, rivela su questo fronte la mano europeista dell’Övp (Partito popolare), ma il cancelliere Sebastian Kurz, per non correre rischi, ha preferito non lasciare alla ministra degli esteri Karin Kneissl (indipendente, ma di nomina Fpö) l’agenda dell’Ue, avocandola a sé e affidandola al sottosegretario alla cancelleria, Gernot Blümel, uomo di sua assoluta fiducia. Blümel si occuperà per conto di Kurz di tutti i rapporti con Bruxelles (compresa, innanzitutto, l’organizzazione del semestre di presidenza europea dell’Austria, che cadrà nella seconda metà del prossimo anno), mentre Kneissl farà la ministra degli esteri con il resto del mondo e nei rapporti bilaterali con i singoli Stati dell’Ue.

Problema risolto? Evidentemente no. A una sola settimana dal giuramento emerge già un primo conflitto tra gli Esteri e la Cancelleria. In una dichiarazione a “Die Presse” la ministra Kneissl rivendica per sé il compito di dettare la linea nella rappresentanza a Bruxelles. Ma già poche ore dopo, nel giornale radio di mezzogiorno, Blümel mette in chiaro che i rapporti con Bruxelles sono stati “trasferiti” alla Cancelleria federale.

Ma, grazie a Dio, la coalizione Övp-Fpö si è dotata di un portavoce, Peter Launsky-Tieffenthal, che rappresenta ufficialmente entrambi i partiti. A lui si è rivolto il quotidiano “Der Standard” per fare chiarezza. Chi dunque ha voce in capitolo in Europa? Risponde il portavoce: il ministero degli Esteri ha solo un ruolo concorrente negli affari europei, che spettano invece alla Cancelleria. Sarà la Cancelleria a occuparsi in futuro delle questioni fondamentali concernenti l’Ue e del coordinamento della posizione austriaca, così come dei preparativi della presidenza europea nel secondo semestre 2018.

Al ministero degli Esteri rimarrebbe la competenza nei rapporti bilaterali con gli Stati membri dell’Ue e con i Paesi che non ne fanno parte. Questa distinzione di ruoli sarebbe codificata in un decreto ministeriale che entrerà in vigore l’8 gennaio. Codificata o meno, non è la distinzione che ha in mente Kneissl e questa divergenza di valutazioni potrebbe portare a un primo contrasto nella neonata coalizione.

Nessun contrasto invece, come si diceva, sulla questione migranti. In un’intervista al giornale tedesco “Bild am Sonntag”, il cancelliere Kurz ha rilasciato dichiarazioni che sicuramente trovano il consenso del partner di governo: “Obbligare gli Stati ad accogliere profughi – ha detto – non fa andare avanti l’Europa. Se noi proseguiamo su questa strada, dividiamo ancora di più l’Ue”.

La discussione sulle quote, secondo Kurz, è assurda, “perché i migranti che prendono la strada dell’Europa non vogliono andare in Bulgaria o in Ungheria. Vogliono andare soprattutto in Germania, in Austria o in Svezia”. Questa “stortura” della politica europea verso i migranti va immediatamente corretta. “Il confine tra richiedenti asilo e profughi economici è diventato evanescente. Si tratta di aiutare queste persone nei loro Paesi di provenienza. Se ciò non è possibile, dobbiamo farlo negli Stati vicini. E se anche ciò non è possibile, nel loro continente, in aree sicure, con il sostegno dell’Ue e forse persino con una protezione militare”, perché “non possiamo continuare ad accogliere chiunque arrivi in Europa con l’aiuto di trafficanti fuorilegge”.

 

NELLA FOTO, la nuova ministra degli Esteri, Karin Kneissl, indipendente, ma indicata dall’Fpö.

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