Sabato 18 Maggio 2024

15.02.27 Viena, moschea del Centro islamico tag-der-offenen-moschee-islamisches-zentrum-wienSe ne discuteva da tre anni e ora finalmente l’Austria ha una nuova legge che regola la pratica della religione islamica nel Paese, riconoscendo una serie di diritti a chi vi aderisce, ma anche dei doveri. È una legge “nuova”, perché ne esisteva già una precedente. In Austria – caso probabilmente unico in Europa – la religione islamica era riconosciuta e tutelata dallo Stato fin dal 1912. A quel tempo si era dovuto fare i conti con l’enorme massa di cittadini islamici entrati a far parte dell’impero in seguito all’annessione della Bosnia Erzegovina, avvenuta tre anni prima. Cento e tre anni dopo la nuova legge – per esplicita dichiarazione del ministro degli esteri e dell’integrazione, Sebastian Kurz, che l’ha fortemente voluta – punta a sostenere il diffondersi in Austria di un islamismo di stampo europeo e a preservarlo da fenomeni di fanatismo che le ondate migratorie in corso potrebbero favorire.

In Parlamento la legge è passata con i soli voti della maggioranza di governo, socialdemocratici (Spö) e popolari (Övp). Hanno votato contro i liberalnazionali dell’Fpö e i Verdi, che pure avevano visto di buon occhio l’introduzione delle nuove norme volute dal ministro Kurz. La posizione contraria dell’Fpö, che cavalca da sempre il tema della minaccia islamica, facendo di ogni erba un fascio, era scontata.

I Verdi, invece, erano contrari a quella parte della legge che vieta alle istituzioni islamiche di ricevere finanziamenti dall’estero. È questo un punto cruciale del nuovo ordinamento. Kurz lo ha voluto, perché vede nel flusso di denaro che arriva da fonti non sempre trasparenti uno strumento per condizionare il proselitismo e l’opera di educazione svolta dai vari imam. I Verdi condividono la preoccupazione del ministro, ma temono che a causa del divieto i finanziamenti dall’estero continuino e arrivino alle comunità islamiche austriache attraverso il filtro di fondazioni, soggetti giuridici previsti dall’ordinamento austriaco, che pero in questo caso renderebbero poco trasparente e incontrollabile il passaggio del denaro.

Sul piano dei diritti, la nuova legge conferisce alle istituzioni islamiche e alle moschee personalità giuridica, offre agli appartenenti alla comunità islamica l’assistenza religiosa nell’esercito, nelle carceri, negli ospedali, nelle scuole, prevede un corso di teologia a livello universitario, tutela le festività e gli alimenti islamici. Il rovescio della medaglia: prediche, corsi, testi sacri dovranno essere in lingua tedesca.

La nuova legge è stata accolta con favore da Fuat Sanac, presidente della Iggiö, l’organizzazione più rappresentativa dei musulmani residenti in Austria (350.000 membri, su 560.000). Ma non sono mancate critiche, soprattutto da parte dell’Atib (associazione dei musulmani di origine turca, molto attiva, con oltre 60 moschee e case di preghiera). Le contestazioni riguardano soprattutto il divieto di finanziamenti dall’estero. Senza quel denaro per molte comunità sarebbe impossibile gestire luoghi di preghiera. Per questo intendono opporvisi, sostenendo l’anticostituzionalità della norma, perché un analogo divieto non colpisce anche le altre confessioni religiose.

 

NELLA FOTO, la moschea del centro islamico di Vienna.

________________________

AUSTRIA VICINA è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina

 

Lascia un commento