Giovedì 14 Novembre 2024

20.01.26 Heinz-Christian Strache, Sofiensäle, ViennaIn autunno si vota a Vienna. Si candiderà Heinz-Christian Strache oppure no? E, se sì, con quale partito? L’Fpö, il partito dell’estrema destra populista di cui era leader, guarda con apprensione a questa prospettiva, perché gli scandali che hanno travolto Strache sono all’origine del suo crollo in tutte le ultime elezioni. Una sua eventuale candidatura con una lista alternativa forse non otterrebbe grande successo, ma sottrarrebbe altri voti all’Fpö, con conseguenze nefaste per il partito.

Una mezza risposta alla domanda che ci siamo posti sopra l’ha data lo stesso Strache, intervenendo all’incontro del nuovo anno della Daö (“Die Allianz für Österreich”), il neonato partito fondato da tre consiglieri del Comune di Vienna transfughi dall’Fpö per “fedeltà” a Strache.

Prima di proseguire con il discorso occorre informare i lettori su una delle consuetudini della politica austriaca: gli incontri di inizio anno, i cosiddetti “Neujahrstreffen”. Ogni partito ne organizza uno in gennaio. Non è un congresso o un convegno politico in senso proprio, ma piuttosto una festa in cui si incontrano dirigenti e iscritti. Molta musica, molta birra, qualche discorso politico. Non lo si fa soltanto a livello nazionale, ma anche locale. Nei giorni scorsi, per esempio, si è tenuto quello dei partiti di governo del Land Carinzia, che hanno dato appuntamento a 1200 ospiti al Casineum di Velden.

I più famosi “Neujahrstreffen”, però, sono quelli di Jörg Haider, che coglieva l’occasione per sbeffeggiare e a volte insultare avversari politici ed ebrei, su un canovaccio che gli veniva suggerito di volta in volta dal suo “ghostwriter” Herbert Kickl, quello che poi diventerà ministro degli Interni del primo governo Kurz. Anche Strache si era giovato della penna di Kickl per i suoi scoppiettanti discorsi di inizio anno.

A quello della Daö Strache è intervenuto come ospite, perché non è iscritto al nuovo partito o non lo è ancora. Ma è stato accolto trionfalmente come se lo fosse. L’incontro si è svolto nella Sofiensälen nel terzo distretto di Vienna, dove si sono dati appuntamento tutti i fuoriusciti dall’Fpö. Strache ha fatto ingresso in una sala stracolma di persone venute anche da lontano, soltanto per acclamare lui, minimamente turbate dal fatto che il loro idolo si fosse dichiarato disponibile a cedere lavori pubblici allo straniero (sottraendoli quindi a ditte e a lavoratori austriaci) in cambio di soldi.

Quel che ha fatto Strache non conta e, siccome non lo si può mettere in dubbio – perché tutti hanno visto il video del malaffare e hanno sentito la sua viva voce che trattava con la presunta miliardaria russa – non resta che ridimensionarne la gravità. Karl Baron, promotore della “secessione”, spiega che sono parole in libertà, pronunciate da una persona alterata dall’alcol. Certo non può approvare “il viso da ubriaco” di Strache, “ma siamo onesti – esorta Baron – chi di noi qui non ha mai avuto il viso da ubriaco?”. Applausi scroscianti in sala, dove evidentemente le tangenti chieste da Strache sono derubricate a vaneggiamenti imputabili all’ebrezza.

Poi tocca a Strache parlare (questa volta senza il canovaccio di Kickl). Si dice “profondamente grato di trovarsi oggi con così tanti cittadini”. Davanti a essi rivendica i meriti del governo di cui aveva fatto parte in veste di vicecancelliere. “Poi è venuta Ibiza… un’azione vile!”. Anche in questa occasione per lui la gravità dello scandalo di Ibiza non è il tentato affare tangentizio, ma la trappola che gli è stata tesa. Insomma, il dito al posto della luna.

Il pubblico è con lui, condivide la sua tesi riduttiva e assolutoria. E condivide anche le previsioni funeste di Strache per il partito da cui è stato cacciato: “Cos’è l’Fpö senza Strache? – si chiede, parlando in terza persona – Con lui hanno perso la testa, il cuore e l’anima”.

Ma basta recriminazioni! Ora Strache vuole guardare avanti, “con il vostro sostegno”. Sono parole che suonano come un impegno a guidare la Daö alle elezioni come candidato capolista e che vengono accolte con una standing ovation. Ma non è così. Strache, è vero, promette che “non vi lascerò certo in asso” e annuncia preparativi per “una possibile Lista Strache”, ma avvisa anche che “sono da fare ancora alcuni compiti per casa”. Il messaggio non è chiaro, ma forse va riferito alle indagini giudiziarie che lo riguardano (sono più d’una) e che prima delle elezioni in autunno potrebbero portare a una sua incriminazione. Sarebbe imbarazzante essere candidato e nello stesso tempo accusato di crimini.

Ma ai fedelissimi della Sofiensäle di questo poco importa. Sono tutti euforici per il ritorno – più sperato che certo – del loro leader. Quasi anticipando i tempi, a tutti in sala sono state distribuite targhette da appuntare con uno spillo alla giacca su cui si legge “Die beste Rache ist dein Kreuz bei Strache”. Nella traduzione si perde la rima: “La migliore vendetta è la tua croce (sulla scheda di voto, nda) per Strache”.

All’entusiasmo dei fans si contrappone l’irritazione dell’Fpö. Il segretario politico di Vienna, Dominik Nepp, in proposito ha dichiarato all’Apa (l’agenzia di stampa austriaca): “Strache ha sbeffeggiato in un modo che non si era mai visto prima tutti quei sostenitori volontari, membri e funzionari dell’Fpö, che nel corso di 15 lunghi anni, con il vento e il maltempo, hanno affisso manifesti, distribuito volantini, si sono esposti all’ostilità dei competitori politici e lo hanno fatto per lui e per il successo del Partito liberale”.

Secondo Nepp, Strache “si vede soltanto vittima meritevole di compassione e non riconosce in alcun modo i suoi errori… dimentica che tutti questi successi elettorali sono stati possibili soltanto attraverso uno sforzo comune. Disprezza gli amici di un tempo, i compagni di partito, i funzionari, gli iscritti. Evidentemente ha perso ogni senso della realtà e vive in un mondo parallelo”.

È evidente da queste parole la preoccupazione di Nepp per i consensi che Strache continua inspiegabilmente ad avere. Alle elezioni europee, svoltesi dopo lo scandalo di Ibiza, il nome di Strache che compariva nella scheda di voto ormai non più modificabile, aveva raccolto 40.000 preferenze. E da un sondaggio pubblicato giovedì scorso dal quotidiano “Österreich” (su un campione di 1002 intervistati) risulta che una Daö guidata da Strache riuscirebbe a entrare in Parlamento, superando la soglia del 4%. L’Fpö a suo volta sarebbe ridimensionato al 12%.

 

NELLA FOTO, Heinz-Christian Strache tra i suoi sostenitori accorsi ad applaudirlo nella Sofiensäle di Vienna, nel suo primo discorso dopo l’espulsione dall’Fpö.

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