Sabato 18 Maggio 2024

17.06.21 Vienna, Votivkirche, croce per la guglia centrale - CopiaQuel 18 febbraio 1853 il giovane Francesco Giuseppe, da soli cinque anni imperatore e ancora scapolo, uscì dalla Hofburg per fare quattro passi lungo il Ring, ignaro che di lì a poco l’apprendista sarto János Libényi avrebbe tentato di piantargli un coltello da cucina nel collo per ucciderlo. La pronta reazione dell’aiutante di campo di Francesco Giuseppe, conte O’Donnell, valse a salvare la vita al sovrano. L’ufficiale estrasse la sciabola d’ordinanza e con un rapido fendente stese a terra l’attentatore, impedendogli di portare a termine il suo progetto omicida. Quali fossero le ragioni di quel gesto non si è mai ben compreso. János Libényi, come si intuisce dal nome, era ungherese e potrebbe avere agito animato dall’odio che alcune componenti magiare indipendentiste nutrivano nei confronti della casa d’Absburgo. A quel tempo, in ogni caso, si andava per le spicce e già il 26 febbraio, otto giorni dopo l’attentato, il Libény fu impiccato nel quartiere di Favoriten, a quel tempo ancora aperta campagna.

Con altrettanta solerzia l’arciduca Massimiliano, fratello di Francesco Giuseppe e futuro imperatore del Messico (quello del castello di Miramare, presso Trieste), si fece subito promotore di una sottoscrizione in tutto l’impero, per costruire una chiesa “in segno di ringraziamento a Dio per la salvezza di Sua Maestà”. Furono raccolte 300.000 offerte in denaro e già l’anno dopo poté essere indetta la gara per la progettazione del sacro edificio che, per le ragioni che l’avevano ispirato, fu chiamato “Votivkirche”. Il concorso lo vinse Heinrich Ferstel, un architetto che allora aveva soltanto 26 anni e che oggi è noto a noi soprattutto per aver progettato il palazzo che porta il suo nome nella Herrengasse, dove si trova il famoso “Café Central”, un tempo ritrovo di scrittori e di uomini di cultura, menzionato anche nel libro “Danubio” di Claudio Magris.

A distanza di un secolo e mezzo dalla sua edificazione, la “Votivkirche” mostra tutti i segni del tempo. Fin dal 2001 sono iniziati lavori di radicale restauro, che si concluderanno prevedibilmente nel 2023, con un costo complessivo di quasi 35 milioni di euro, e che ieri hanno raggiunto un importante traguardo intermedio: sulla guglia centrale dell’edificio, in corrispondenza dell’incrocio tra la navata principale e il transetto, è stata collocata una croce dorata di 80 chili. Non è la guglia più alta: misura 75 metri, molto meno dei due campanili gemelli principali alti 99 metri, che fanno della “Votivkirche” la chiesa più alta di Vienna, dopo il duomo di Santo Stefano. Purtuttavia il montaggio della croce, sollevata fino al punto di innesto della torre con un sistema di cavi di acciaio, ha richiesto parecchio impegno.

È stata collocata su una sfera anch’essa dorata, all’interno della quale erano stati inseriti, com’è tradizione, alcuni oggetti a testimonianza del tempo presente: tra questi, una chiavetta Usb con informazioni sulla costruzione dell’edificio (chissà se, tra qualche decennio, quando qualcuno la estrarrà dalla palla, potrà essere ancora “letta” dagli strumenti informatici che a quel tempo saranno disponibili!) e una bottiglia di schnaps alle prugne.

 

NELLA FOTO, la croce dorata di 80 chili sorretta da due operai che si accingono a trasferirla con un cavo di acciaio sul tetto della “Votivkirche”. Sullo sfondo si intravedono le impalcature necessarie per fissare la croce sulla sommità della guglia.

______________________

Austria Vicina è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.

 

Lascia un commento