Sabato 18 Maggio 2024

Metti piede nel Burgenland e ti pare di essere già in Ungheria. La regione più orientale dell’Austria ha un paesaggio pannonico, con lunghe distese ondulate di vigneti e campi coltivati, casette a un piano, con il nido per le cicogne sui camini, e in fondo il Neusiedlersee, un grande lago stepposo condiviso a metà con l’Ungheria. I rapporti tra i due Paesi sono sempre stati buoni. Molti degli abitanti di confine sono bilingui e il flusso di lavoratori pendolari è in continua crescita. Dallo scorso anno però qualcosa è cambiato, dando vita a una controversia internazionale che ha raggiunto i livelli diplomatici.

Il caso riguarda Schattendorf, un comune di 2400 abitanti vicino al confine, attraversato dalla strada L 222, che prosegue in Ungheria fino ad Agfalva, due chilometri oltre il confine. Ai tempi della guerra fredda qui non c’era anima viva. Chi si avvicinava al confine rischiava una fucilata dalle guardie di frontiera magiare.

Era un altro mondo. Ora l’Ungheria – nonostante Viktor Orban – è parte dell’Unione Europea. Confini aperti e libertà di viaggiare dove si offrono migliori condizioni di lavoro. Migliaia di ungheresi ogni giorno attraversano il confine per lavorare in Austria. Una situazione win win, perché gli austriaci hanno un bisogno disperato di manodopera che manca e gli ungheresi hanno bisogno di trovare un lavoro pagato meglio.

A farne le spese sono i piccoli paesi come Schattendorf, attraversati ogni giorno da un traffico che non li riguarda. È un problema ormai annoso, che è esploso però nel marzo dello scorso anno, quando un anziano ciclista del luogo è stato investito da un’auto di pendolari ungheresi. A questo punto gli amministratori comunali hanno preso una decisione drastica. Non potendo chiudere il confine, per non violare il trattato di Schengen, hanno dichiarato “pedonale” la strada L 222 fino al confine. Gli ungheresi possono attraversarlo, ma solo a piedi, in bicicletta o a cavallo. Per impedire il passaggio di auto sono stati disposti di traverso paletti dissuasori a immersione: quando devono transitare mezzi agricoli o veicoli autorizzati, i paletti si abbassano nel suolo per consentire il passaggio.

L’iniziativa è stata vista come un affronto dagli ungheresi, che si sono mobilitati su tutti i fronti, anche su quello diplomatico, per far riaprire l’arteria al traffico automobilistico. Nottetempo vandali hanno preso a martellate i paletti dissuasori, danneggiandone il meccanismo di immersione, per cui per settimane è stato impossibile abbassarli.

È stata imboccata anche la via giudiziaria. Lo studio legale NZP Nagy Legal ha fatto causa al Comune davanti al Tribunale di Eisenstadt, sostenendo che la pedonalizzazione del valico di Schattendorf costringeva il suo personale a una deviazione per Klingenbach, che allungava il percorso di 3,5 chilometri, con costi maggiori di 27 centesimi a viaggio.

L’istanza dello studio NZP Nagy Legal era di obbligare il Comune di Schattendorf a un rimborso di 27 centesimi per tutti i viaggi effettuati dal 17 luglio 2023, più gli interessi legali del 4%. L’azione legale per una somma tutto sommato modesta, aveva ovviamente un valore simbolico: affermare che la trasformazione di una strada per auto in strada pedonale sarebbe contraria all’art. 24 del trattato di Schengen.

I giudici di Eisenstadt non hanno condiviso la tesi. I paletti dissuasori installati a Schattenberg avrebbero dovuto assicurare l’osservanza di un decreto del Ministero degli Interni, che già aveva previsto una limitazione del transito al valico a pedoni, ciclisti, persone a cavallo e mezzi agricoli. Soltanto in orari specifici poteva essere autorizzato il transito anche a veicoli fino a 3,5 tonnellate. Questo decreto non era mai stato osservato e ciò giustificava la necessità per Schattendorf di installare i paletti. Non basta. Il Tribunale ha anche condannato gli ungheresi a farsi carico delle spese legali del Comune di Schattendorf (liquidate in 196,97 euro), assistito dall’avv. Johannes Zink.

NEL RENDERING, i paletti dissuasori disposti sulla strada che dall’abitato di Schattendorf (in fondo) porta al confine con l’Ungheria.

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