Sabato 18 Maggio 2024

16-09-29-giudice-costituzionale-johannes-schnizerLe turbolente elezioni presidenziali austriache, che vedranno il 4 dicembre la ripetizione del ballottaggio, si arricchiscono di un nuovo, singolare capitolo: una polemica tra l’Fpö, il partito della destra liberalnazionale che candida alla presidenza Norbert Hofer, e il giudice della Corte costituzionale Johannes Schnizer. La vicenda rischia di concludersi in tribunale, con un’accusa di diffamazione nei confronti del magistrato.

Come si ricorderà, nel voto di ballottaggio del 22 maggio, il candidato ex verde Alexander Van der Bellen si era imposto sull’avversario Hofer per soli 30.863 voti (50,35% contro 49,65%), grazie alle schede inviate per corrispondenza. In seguito a ciò l’Fpö aveva presentato ricorso alla Corte costituzionale che, dopo l’audizione di una quarantina di testi, aveva annullato i risultati del ballottaggio, rendendo così necessario un ballottaggio-bis. Quello, appunto, che si terrà in dicembre.

La settimana scorsa il giudice Schnizer aveva rilasciato un’intervista al settimanale viennese “Falter”, esprimendo alcune sue “personali considerazioni” sulla sentenza della Corte. Si era trattato di un’iniziativa inusuale, dato che mai prima d’ora altri membri del supremo organo giurisdizionale avevano commentato pubblicamente le proprie sentenze. Ma Schnizer aveva fatto di più: aveva manifestato il sospetto che il ricorso dell’Fpö fosse stato prefabbricato a tavolino e utilizzato soltanto dopo che il suo candidato era risultato sconfitto per una manciata di voti.

Il ragionamento era stato il seguente: era noto che lo spoglio dei voti veniva fatto da sempre alla buona, senza rispettare alla lettera la legge, per accelerare i tempi, ed era noto che da sempre il Ministero degli interni comunicava alla stampa i risultati prima che fossero chiusi tutti i seggi, quando non avrebbe potuto ancora farlo. In altre parole, anche tutte le elezioni precedenti si sarebbero potute invalidare. L’Fpö, secondo il giudice, avrebbe preparato in anticipo il ricorso (un documento di 152 pagine non si prepara in un paio di giorni), con il proposito di presentarlo se il suo uomo fosse risultato perdente. In caso contrario, il ricorso sarebbe rimasto nel cassetto.

Un colpo basso, che ha suscitato inevitabilmente una energica reazione dell’Fpö. Il legale del partito, l’avv. Dieter Böhmdorfer, già ministro della Giustizia ai tempi di Haider, ha rilasciato una dichiarazione giurata, in cui afferma che la decisione di contestare il ballottaggio fu presa solo giorni dopo la pubblicazione del risultato, non prima. Böhmdorfer, al tempo stesso, ha scritto una lettera al presidente della Corte costituzionale, Gerhart Holzinger, in cui definisce le parole di Schnizer “una grave diffamazione nei confronti di un partito politico, dei suoi funzionari e collaboratori e soprattutto anche del nostro studio legale”.

Il ricorso fu deciso il 31 maggio (una settimana dopo il ballottaggio) e “il nostro studio non ha mai avuto il minimo indizio, che gli elementi di quel ricorso fossero stati prefabbricati prima del 22 maggio”, giorno del voto. L’accusa del giudice sarebbe perciò non solo “una libera invenzione”, ma anche “un gesto irresponsabile sul piano costituzionale”. Da ciò la richiesta ai giudici della Corte di prendere collegialmente le distanze dalle parole del loro collega. Richiesta per il momento non accolta, ma circolano voci secondo cui alcuni giudici avrebbero chiesto a Schnizer di dimettersi.

Il segretario generale dell’Fpö, Herbert Kickl, dal canto suo, ha annunciato azioni legali nei confronti di Schnizer. “I liberali – ha dichiarato – non si accontentano semplicemente di prendere atto delle false dichiarazioni e delle insinuazioni (di Schnizer) senza reagire”. Le parole del giudice sarebbero “motivate politicamente” e costituirebbero un endorsement per il candidato avversario Alexander Van der Bellen a due mesi dal voto.

 

NELLA FOTO, il giudice costituzionale Johannes Schnizer.

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