Sabato 18 Maggio 2024

12.11.30 Graz, Elke Kahr (comunista)A Cossutta sarebbero venute le lacrime agli occhi, se solo avesse potuto provare in Italia ciò che hanno provato in Austria i cittadini di Graz alle ultime elezioni comunali. Il Kpö, vale a dire il Partito comunista austriaco, ha trionfato in quella città, la seconda per numero di abitanti dopo Vienna, sfiorando quota 20% e collocandosi così al secondo posto tra le forze politiche. Un fenomeno unico in Austria, dove i comunisti praticamente non esistono più (mancano dal Parlamento dagli anni ’50, da quando cioè non sono riusciti più a superare la soglia di sbarramento del 4%).

 

Solo nel capoluogo stiriano sono “sopravvissuti” all’estinzione, meritando alla città il soprannome di “Stalingraz”. Un successo dovuto più alla rispettabilità dei suoi esponenti che a ragioni ideologiche. Difficile immaginare che quasi il 20% degli abitanti (per l’esattezza, il 19,86%) di una tradizionale roccaforte del Partito popolare (Övp) abbia abbracciato in massa la causa comunista. Il loro voto non è andato all’ideologia, ma – nonostante l’ideologia, verrebbe da dire – ai singoli candidati del Kpö, tutte persone per bene, impegnate nel sociale, vicine ai cittadini, pronte a spendere gran parte della loro indennità di carica (che in Austria è cospicua) per aiutare gli appartenenti alle classi più umili disagiate. E, da questo punto di vista, può essere interpretato anche come un voto di protesta contro i partiti politici dominanti. Se a Graz ci fosse stato un Grillo, avrebbero votato “5 stelle”. Non essendo ancora nato un Grillo austriaco, la loro protesta ha premiato il Kpö.

 

Il successo del Kpö, tuttavia, rischia di far passare in secondo piano il risultato politicamente più importante della consultazione, che è invece il crollo dei due partiti storici austriaci, l’Övp e l’Spö (Partito socialdemocratico). Fino agli anni ’80 entrambi raccoglievano quasi il 90% dei voti, l’Övp, da solo, oltre il 50. Da allora i due partiti non hanno fatto altro che perdere elettori. Ma la batosta più grossa l’hanno subita in queste ultime elezioni. L’Övp ha perso il 4,63%, scendendo a quota 33,74%. Per pura coincidenza, nella stessa misura del 4,63% ha perso anche l’Spö, ora al 15,31% . L’Övp, pur vigorosamente spolpato, resta ancora il primo partito; l’Spö scende invece al terzo posto, scavalcato dai comunisti. Il guaio è che ora, per la prima volta, Övp ed Spö non potrebbero più governare, non raggiungendo insieme la metà dei consiglieri. Né sarebbe possibile una coalizione a due con nessuno degli altri partiti, tutti con percentuali minori (Fpö 13,75%, Verdi 12,14). Con nessuno, tranne i comunisti.

 

Ve la immaginate una coalizione a Graz tra popolari, cioè un partito conservatore a destra del centro, con i comunisti, all’estrema sinistra? No, non è possibile. I comunisti, del resto, hanno già dichiarato di non essere disponibili ad alcun accordo di governo. Decideranno volta per volta come votare.

 

A questo punto occorre spendere qualche parola sul singolare sistema di governo nelle amministrazioni comunali in Austria, detto “di concentrazione”. La giunta non è composta da sindaco e assessori dei partiti che formano la coalizione, ma da rappresentanti di tutti i partiti che hanno raggiunto il quorum più elevato in base al metodo D’Hondt. Non un accordo politico, quindi, ma un calcolo matematico.

 

Nella futura giunta di Graz – che per risparmiare risorse in futuro sarà composta da soli 7 membri, anziché 9, come accadeva finora – 3 seggi andranno all’Övp e uno a ciascuno degli altri 4 partiti. Sindaco sarà automaticamente un uomo dei popolari (quasi sicuramente l’uscente Siegfried Nagl), vicesindaco la capolista dei comunisti Elke Kahr. La ripartizione dei seggi in consiglio sarà la seguente: Övp 17, Kpö 10, Spö 7, Fpö 7, Verdi 6. Un seggio infine andrà a un candidato del partito dei Pirati, che anche a Graz, dopo Innsbruck, ha fatto la sua prima comparsa.

 

Perché le delibere di giunta e di consiglio siano approvate sarà necessario volta per volta aggregare i voti di gruppi diversi. In Austria questo viene detto un governo a maggioranza variabile o con “il libero gioco delle forze”. D’ora in avanti governare Graz non sarà facile. Sicuramente non sarà “un gioco”.

 

Nella foto, Elke Kahr, capolista dei comunisti alle elezioni di Graz e futura vicesindaca.

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