Sabato 18 Maggio 2024

14.11.27 Gaby Schaunig, Werner Kruschitz, Marco Costantini, Sabrina Schütz-OberländerLa Carinzia continua a richiamare investimenti dall’Italia. Non siamo in presenza di una vera e propria fuga, come si vorrebbe far credere, ma lo stillicidio indubbiamente c’è. In questi giorni altre tre società hanno concluso le procedure per insediarsi nel Land austriaco confinante, utilizzando immobili preesistenti, di aziende locali che hanno cessato l’attività. L’avvio della produzione dovrebbe avvenire entro la prossima primavera.

La prima è la Cf Srl di Terni (Umbria), specializzata nella rigenerazione di materiali poliolefinici e nella produzione di compound. L’azienda si insedierà a Kühnsdorf (nel distretto di Völkermarkt, Carinzia orientale, a sud della Drava) nell’ex area Leitgeb, dove già operano altre ditte del settore plastico. Di una di esse, che si occupa di riciclaggio di materie plastiche, i ternani erano clienti da 15 anni. Ora con la stessa sarà avviata una joint venture, che prenderà il nome di Cointer GmbH (la sigla equivale in lingua tedesca a “srl”). Le due aziende socie – quella austriaca e quella italiana – investiranno 1,9 milioni, per produrre polipropilene in forma granulare, che è la “materia prima” per produrre oggetti in plastica di vario genere. Serve all’industria del mobile, ma anche a quella automobilistica, per la produzione di paraurti (tra i clienti della ditta italiana figura la Ferrari).

La Cointer avrà due amministratori: il titolare della ditta già esistente in Carinzia, Werner Kruschitz, e quello italiano, Marco Costantini. Nel corso di un incontro con la stampa, presente anche la vicepresidente del Land Gaby Schaunig, Kruschitz e Costantini hanno manifestato il proposito di destinare dal 2 al 4% del fatturato alla ricerca e allo sviluppo di materiali plastici che possano soddisfare meglio le esigenze dei clienti ed essere competitivi sul mercato internazionale.

Alla domanda, perché fosse venuto in Carinzia, il titolare della Cf Srl ha fatto riferimento alla vicinanza ai fornitori della materia prima (quindi con minori costi di trasporto) e al basso costo dell’energia elettrica. La nuova azienda creerà 12 posti di lavoro.

Un altro investimento in Carinzia di 4 milioni di euro è stato annunciato da Marco Bartoletti, titolare della Bb Spa di Firenze, che produce componenti in metallo di pregio per scarpe, borse, orologi. Tra i suoi clienti figurano i più importanti marchi della moda internazionale. La nuova società costituita in Austria si chiama Bb Feinmechanik GmbH e inizierà la produzione in gennaio nel padiglione lasciato da una azienda locale che lavorava nel settore plastico. Lo stabilimento si trova nella zona della tangenziale sud di Klagenfurt.

Bartoletti ha spiegato che prima di scegliere la Carinzia si era guardato un po’ in giro. La sua attenzione verso il Land austriaco era stata stimolata da una delle manifestazioni svolte in Italia dall’Entwicklungsagentur Kärnten (l’agenzia del Land Carinzia per la promozione degli investimenti industriali). A convincerlo, alla fine, era stata la celerità delle pratiche amministrative, nemmeno paragonabili con i tempi biblici dell’amministrazione pubblica italiana.

La terza azienda che ha deciso di attraversare il confine è la Kim Remote Sensing, che in Italia produce droni utilizzati nella sorveglianza dei vigneti e nella segnalazione precoce, per esempio, di eventuali presenze di parassiti. In Carinzia la Kim farà lavorare 5 persone nell’area di ricerca del Lakeside Park di Klagenfurt, per sviluppare nuovi progetti di droni, in grado di svolgere altre funzioni sempre nella sorveglianza di terreni coltivati, ma anche nella ricerca di persone smarrite.

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Dal 2003 a oggi sono 317 le aziende italiane che si sono insediate in Carinzia. Così almeno afferma l’Entwicklungsagentur Kärnten (Eak), l’agenzia del Land che ha il compito di promuovere gli investimenti in Carinzia, ma che si rifiuta di rivelarne i nomi. Forse perché non tutte le 317 aziende sono fabbriche, con macchinari e operai, forse perché alcune di esse sono soltanto pizzerie o gelaterie, forse perché in realtà sono semplici studi professionali.

A noi risulta invece che negli ultimi vent’anni si siano insediate in Carinzia non 317, ma soltanto 8 (otto) aziende italiane, le seguenti:

Danieli Engineering & Services (gruppo Danieli di Buttrio, Udine),

Europlast (gruppo Jcoplastic di Battipaglia),

Petraglas (Marche),

Refrion Kältetechnik (Refrion di Flumignano, Udine),

THI Total Healthcare Innovation (Uber Ros spa di Roma),

Bifrangi (Mussolente, Vicenza),

IPL Schlauchtechnik (Industrie Plastiche Lombarde di Besozzo, Varese),

Papierverarbeiter SPC (Roto-cart di Piombino Dese, Padova).

Ad esse si aggiungeranno nel 2015 altre 4 aziende, le tre di oggi e una quarta di cui avevamo riferito il 18 luglio:

Hiper Cast (produzione di pellicole di plastica, start up),

Cointer GmbH (Cf Srl di Terni),

Bb Feinmechanik GmbH (Bb Spa di Firenze),

Kim Remote Sensing

Se ci sbagliamo, attendiamo che qualcuno o la stessa Eak ci segnali altre aziende che mancano nell’elenco. E, a proposito di Eak, la novità di fine anno è che dal 1. gennaio l’agenzia sarà sciolta. Le sue funzioni saranno assorbite in parte dal Kärntner Wirtschaftsförderungs Fonds (Kwf), in parte dalla Kärnten Betriebsansiedlungs- und Beteiligungsgesellschaft (Babeg). Il compito di accalappiare aziende all’estero spetterà alla Babeg, come accadeva un tempo, prima che fosse creata l’Eak.

 

NELLA FOTO, la vicepresidente della Carinzia Gaby Schaunig, a sinistra, con Werner Kruschitz, Marco Costantini e Sabrina Schütz-Oberländer dell’Eak.

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