Domenica 2 Giugno 2024

16.05.22 Alexander Van der Bellen e Norbert HoferOggi, tra un mese, gli austriaci torneranno alle urne. Per la terza volta in poco più di mezzo anno dovranno cercare di eleggere il loro capo dello Stato. Non era mai accaduto prima d’ora nella storia della vicina Repubblica. Ciò è dipeso dal fatto che nel giorno delle elezioni, il 24 aprile, nessuno dei sei candidati in corsa aveva ottenuto la maggioranza assoluta richiesta. Si era resa necessaria, perciò, una votazione di ballottaggio, che si è svolta un mese dopo, il 22 maggio, e che ha visto il confronto tra i candidati che al primo turno avevano ottenuto più voti: il liberal-nazionale Norbert Hofer (36,40%) e l’indipendente ex verde Alexander Van der Bellen (20,38%).

Al secondo turno è prevalso per un soffio Van der Bellen (50,35%) su Hofer (49,65%), ma soltanto grazie ai voti inviati per posta, che è una prassi molto diffusa in Austria, seguita ormai da oltre il 10% del corpo elettorale. Con i soli voti infilati nelle urne dei seggi, invece, avrebbe vinto Hofer con il 51,93%. In termini assoluti la vittoria del candidato ex verde era stata determinata da una differenza di soli 30.863 voti.

Lo scarto minimo ha indotto l’Fpö – il partito di Hofer – ha presentare ricorso alla Corte costituzionale, che, dopo aver sentito una quarantina di testi (presidenti di seggio, scrutatori, responsabili degli uffici elettorali), ha deciso di invalidare il risultato. La Corte non ha riscontrato brogli (non denunciati, peraltro, nemmeno nel ricorso dell’Fpö), ma procedure piuttosto disinvolte nello spoglio delle schede giunte per posta, seguite, a quanto pare, soltanto per accelerare i tempi. Non essendo possibile, secondo la Corte, ripetere la votazione soltanto nei distretti elettorali in cui erano state rilevate le irregolarità, ecco la necessità di ripetere il ballottaggio sull’intero territorio nazionale.

Tra un mese, dunque, quasi 6 milioni e mezzo di austriaci saranno richiamati alle urne. Ma quanti risponderanno all’appello? Al ballottaggio del 22 maggio la percentuale dei votanti era stata insolitamente alta (72,75%), ma questa volta il clima è diverso. Si avverte in Austria una sensazione di stanchezza. La si avverte negli stessi due candidati, Van der Bellen e Hofer, che soltanto da poco hanno ripreso la campagna elettorale, non sapendo più che cosa dire agli elettori, avendo già esaurito il loro repertorio nelle due prime tornate elettorali.

Van der Bellen, scostandosi dal cliché dell’ambientalismo di sinistra austriaco, riscopre il concetto di patria per rivolgersi a un pubblico più vasto e si presenta come tutore “della nostra amata Austria”. Hofer, a sua volta, si riposiziona come vigilante delle istituzioni (rispolvera uno slogan che già era stato del penultimo presidente Thomas Klestil, usando le sue stesse parole: “Il potere ha bisogno di controllo”), senza trascurare la questione “profughi”, cara alla destra (“L’Austria ha bisogno di sicurezza”).

A un mese dal voto qualsiasi previsione sull’esito appare azzardata. Qualche giornale in Italia l’ha fatta, attingendo all’unico sondaggio pubblicato in Austria dal giornale tabloid “Österreich”, che indicava vincente Hofer per 4 punti, ma con una forbice di errore di 9 punti percentuali, il che rende la previsione assolutamente inaffidabile.

Ma l’incertezza dipende da molti altri fattori difficilmente valutabili. Quanto peserà, per esempio, l’argomento profughi? Lo scorso anno l’Austria era stata attraversata da quasi un milione di migranti in fuga, di cui 88 mila vi avevano chiesto asilo, mentre quest’anno sono enormemente di meno. Ma se proprio nelle prossime settimane dovesse essere superata la soglia limite degli ingressi fissata dal governo (37.500), ecco che allora il tema potrebbe tornare scottante e favorire Hofer.

Ma ci sono anche altre ragioni di incertezza. Per Hofer finora aveva votato un elettorato abbastanza omogeneo. Per Van der Bellen, invece, ai Verdi si erano aggregati elettori appartenenti ad altre aree politiche, talvolta ostili a Van der Bellen, ma mossi soltanto dalla volontà di impedire l’elezione di Hofer. Quest’ultimo il 2 ottobre ritroverà i suoi sostenitori, ma accadrà altrettanto per Van der Bellen? E, infine, quanto conterà l’assenteismo, che si prevede piuttosto alto?

Insomma, soltanto il 2 ottobre sapremo chi sarà il 13.mo presidente della Repubblica austriaca. Anzi, soltanto il 3 o forse il 4 ottobre si conoscerà il risultato, perché dopo l’annullamento delle votazioni del 22 maggio questa volta gli scrutatori applicheranno alla lettera le regole elettorali, come mai avevano fatto finora, e forse lo spoglio potrebbe durare non ore, ma giorni.

 

NELLA FOTO, i due candidati Alexander Van der Bellen e Norbert Hofer.

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