Sabato 18 Maggio 2024

12.04.20 Kranjska globasaD’accordo l’Euroregione “senza confini”. D’accordo i Campionati del mondo di sci alpino trinazionali. D’accordo la collaborazione transfrontaliera nel campo della ricerca scientifica. Ma è possibile che poi tra “vicini” si debba litigare per una salsiccia?

 

Perché è di questo che oggi dobbiamo occuparci: della salsiccia del Cranio. La Carinzia e la Slovenia se ne contendono la paternità o, per meglio dire, l’esclusiva nell’uso della denominazione, che è diversa nei due Paesi, ma molto simile. Gli austriaci la chiamano “Krainer Wurst” (che significa “salsiccia della Craina”), gli sloveni “kranjska globasa” (che vuol dire la stessa cosa). Entrambi gli insaccati fanno riferimento alla Craina, regione settentrionale dell’attuale Slovenia.

 

Non sappiamo se la salsiccia sia nata lì o se ne abbia soltanto preso il nome. Fatto sta che l’insaccato, preparato in questo modo particolare, con carne di maiale speziata, è ormai da tempo immemorabile patrimonio comune della gastronomia della Mitteleuropa, come altri piatti che tutti ben conosciamo, dai ?evap?i?i alle palacinche. Tant’è vero che in Carinzia se ne trovano in qualsiasi Gasthaus. Basti dire che una ditta specializzata nel settore degli insaccati, la Messner, ne produce un milione all’anno, cui affianca un altro milione di salsicce di sua invenzione, le “Käsekrainer”, che non sono altro che salsicce del Cranio (Krainer Wurst) con aggiunta di formaggio.

 

Orbene, la Slovenia ora richiede che a questo tipo di salsiccia sia riconosciuta con un’indicazione geografica protetta, come lo champagne per la Francia o il parmigiano per l’Italia. Salsicce del Cranio in futuro dovrebbero essere chiamate soltanto quelle prodotte nella Craina slovena. A tutte le altre andrebbe cambiato il nome.

 

Il contenzioso ricorda molto quello del nostro vino Tocai, costretto a inventarsi un nuovo nome per non confondersi con il Tokaji ungherese. La Slovenia si è rivolta alla Commissione europea, per far valere quello che reputa un suo diritto. “Tutto pende dalla nostra parte – ha dichiarato il ministro dell’agricoltura Franc Bogovi? – e ci aspettiamo che arrivi una tutela direttamente dalla Commissione Ue”.

 

Non sappiamo se Lubiana intenda agire anche nei confronti dell’Italia. Sappiamo che intende farlo nei confronti della Carinzia e questo ha messo in allarme i produttori, perché il Land austriaco è un forte fabbricante e consumatore della “Krainer Wurst”. La questione, infatti, ha un rilevante risvolto economico, perché un cambiamento di nome si ripercuoterebbe nelle vendite. Per questa ragione si sono già mossi l’Ufficio austriaco dei brevetti, la Camera dell’economia, il Ministero dell’agricoltura e l’Università di medicina veterinaria per resistere a Bruxelles di fronte alla pretesa della Slovenia.

 

Cornelia Zoppoth, dell’Ufficio brevetti, che si occupa della faccenda, spera in un accordo bilaterale. Se non lo si raggiungesse, sarebbe chiamata a decidere l’Ue. Una brutta sconfitta perla nascente Euroregione.

 

Nella foto, una confezione di salsicce del Cranio di produzione slovena.

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