Sabato 18 Maggio 2024

10.05.26 Targa Haider sul Grossglockner haider_726_apaAnche dopo morto Jörg Haider continua ad essere motivo di scontro politico. Questa volta ad alta quota. Anzi, ad altissima quota, la più alta dell’Austria: addirittura la cima del Grossglockner, a 3.798 metri sul livello del mare. Amici suoi, capeggiati dal sindaco di Großkirchheim Peter Suntinger, avevano collocato sulla vetta una targa di ottone a lui dedicata. Accanto al suo nome e alle date di nascita e di morte, la scritta: “In montagna non ci sono falsi amici, soltanto quelli veri”. Un motto inedito, dal significato eloquente: Haider, appassionato di alpinismo, frequentatore del Grossglockner e quindi “vero amico” di tutti i carinziani.

La targa era stata collocata il 26 gennaio, nell’anniversario della nascita del leader carinziano. Un’operazione non facile, portata a termine in pieno inverno su una montagna che anche d’estate non è alla portata di tutti. L’idea non era piaciuta a molti e aveva suscitato qualche malumore. Già dopo qualche tempo ignoti avevano scalpellato con la piccozza la scritta.

E ora la decisione dell’Alpenverein – il Club alpino austriaco – di rimuovere la targa, tra le proteste del Fpk (Freiheitliche Partei Kärnten), il partito di cui fanno parte gli “eredi” di Haider, e in particolare del sindaco Suntinger. “La posa della targa – spiega – era stata voluta dal capogruppo del partito al Landtag Kurt Scheuch, da me e da altre persone. Ci eravamo messi d’accordo con Ernst Rieger, presidente della locale sezione dell’Alpenverein. La motivazione era l’amore di Haider per il Grossglockner”.

Rieger, però, racconta un’altra storia. “È vero – ricorda – avevamo parlato di quella targa, ma l’intesa era stata di disporla in maniera discreta. Invece è stata affissa proprio sotto la croce di vetta! E per giunta con quella dedica inusuale!”. Insomma, ai responsabili dell’Alpenverein era parsa un’appropriazione indebita della montagna simbolo dell’Austria per scopi politici, inaccettabile per un sodalizio apartitico come l’Österreichischer Alpenverein. Da ciò la decisione di farla finita e di eliminare la targa prima che arrivi l’estate e che il Grossglockner diventi meta di centinaia di scalatori.

Il sindaco Suntinger e i suoi non intendono farla passare liscia e si sono rivolti alla sede centrale dell’Alpenverein, che sta a Innsbruck, non nella capitale, parlando di “violenza bruta” contro la targa, equiparabile a una “profanazione di tomba”. Ma non dovrebbero ottenere soddisfazione, per una ragione abbastanza semplice. Il Grossglockner, anzi la vetta del Grossglockner è di proprietà dell’Alpenverein e ha una storia abbastanza curiosa. Il Parco nazionale dei Tauri, dove si trova il nostro monte, è per buona parte di proprietà dell’Alpenverein, perché lo ricevette in donazione da un industriale appassionato di montagna nella prima metà del secolo scorso, che a sua volta ne aveva acquisito la proprietà ettaro dopo ettaro. Fino allo scorso anno il titolo di possesso si estendeva a tutto il comprensorio, eccetto la vetta del Großglockner che, limitatamente a 114 metri quadrati catastali di superficie, apparteneva invece all’Österreichischer Alpenklub.

Questa seconda associazione sta all’Alpenverein pressappoco come in Italia il Club alpino accademico sta al Club alpino: riunisce, in altre parole, l’aristocrazia dell’alpinismo e tra i suoi soci o ex soci figurano personaggi che hanno scritto la storia dell’alpinismo, da Karl Prusik (che ha legato il suo nome a un nodo autobloccante in cordata) a Willo Welzembach (ideatore nel 1923 della classica scala di difficoltà nell’arrampicata dal primo al sesto grado, indiscusso metro di valutazione di ogni ascensione su roccia fino agli anni ’70), da Willy Merkl (capo della spedizione del 1934 al Nanga Parbat) a Hermann Buhl (che per primo nel 1953 riuscì a conquistare quella vetta). Socio e co-fondatore nel 1878 dell’Alpenklub fu quell’Alfred von Pallavicini, che proprio sul Großglockner diede il suo nome al canalone ghiacciato di 600 metri che si affaccia sulla Pasterze, con pendenze di 52 gradi, da lui salito per primo nel 1873, vittima pochi anni dopo dello stesso Grossglockner per il cedimento di un cornicione di neve in prossimità della vetta.

A differenza dell’Alpenverein, l’Alpenklub è proprietario di un unico rifugio in tutta l’Austria, la Erherzog Johann Hütte, sull’Adlersruhe, a quota 3.454 metri, ultimo punto d’appoggio lungo i 2500 metri di ascensione alla vetta del Großglockner, affollato ogni anno da migliaia di alpinisti, che spesso stentano a trovarvi posto. Da ciò la necessità di ampliarlo. Ma come, se il terreno tutto interno è dell’Alpenverein?

La soluzione viene trovata lo scorso anno ed è una permuta: l’Alpenverein cede all’Alpenclub 220 metri quadrati attorno al rifugio e riceve in cambio la vetta del Großglockner, croce compresa. Dove, ovviamente, per mettervi una targa occorre almeno il permesso del padrone di casa.

Nella foto, la croce di vetta del Großglockner su cui era stata affissa la targa con la dedica a Jörg Haider.

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